giovedì 1 dicembre 2022

I brownie al cioccolato senza burro di Mary

Come vi ho accennato qualche tempo fa, due volte alla settimana lavoro in ufficio.

Il caffè del distributore va benissimo per la pausa di metà mattina ma dopo pranzo ci va quello del bar!

Entro così nel bar davanti all' ufficio. Il barista, dopo aver gestito la cassa, arriva al banco e mi si rivolge con "Dimmi"

Io, allora "Buongiorno. Per piacere, un caffè macchiato".
Alle parole "per piacere" vedo che il barista assume l' espressione da "ho visto la Madonna...e mi ha chiesto un macchiato!". 
"Chissà con quanta maleducazione avrà a che fare sto povero ragazzo, ogni giorno" penso tra me e me per giustificare quell' espressione a metà tra l'incredulità e l'adorazione.

Nel frattempo il barista prende un' altra comanda (un cappuccino) e si appresta a preparare il tutto. 
Mentre il caffè scende nella tazza del cappuccino e nella tazzina del mio macchiato, il barista scalda il latte nel bricco. Mesce il latte nel cappuccino e lo sporge al ragazzo che lo aveva chiesto, versa il latte nel mio caffè, prende la tazzina, si dirige verso il bancone, dove ero io con la bustina dello zucchero di canna aperta e pronta all' uso, e fa virare la tazzina nel lavandino. Io, perplessa, avendo notato che mentre montava il latte scuoteva la testa, penso che evidentemente non era soddisfatto del risultato. 
Non chiedo nulla ed attendo con gratitudine pensando a tutte le ciofeche bevute in passato.
Accanto a me un signore al bancone sorseggia la sua birra in bottiglia. Aveva osservato la scena. 
Di nuovo il barista scalda il latte e fa scendere il caffè nella tazzina. Il tizio accanto a me, quello della birra, rompe il silenzio con un "Guarda che anch'io sono un barista, quel bricco lì non va bene per montare il latte."
Il barista - quello ufficiale, del bar - noncurante continua a scaldare. Versa il latte nel caffè, si dirige verso il banco e di nuovo butta il caffè nel lavandino.
Ci credete che la scena si è ripetuta per altre due volte??? 
(Nel frattempo fa pagare il ragazzo del cappuccino che contento scappa via)

Alla terza tazzina il tizio della birra scuote la testa e si rivolge a me (ché tanto l'aveva capito che l'altro non se lo filava manco di pezza) e mi dice "il latte è della marca sbagliata, vogliono risparmiare e poi ecco cosa capita".
Alla quarta guardo la bustina di zucchero di canna che ho in mano iniziando a domandarmi quando ma soprattutto SE prima o poi sarei riuscita ad usarla.

Al quinto tentativo - visto che, tra l' altro, ancora un po' e mi finiva l' ora di pausa - lo prego di farmi bere sto caffè perché davvero non c'era problema alcuno. 
Me lo sporge. Il latte non era per niente montato (no problem: a me il caffelatte piace molto) in compenso avrà raggiunto i 100°C -_-. Le mie papille gustative al suo passaggio si son gonfiate come delle zampogne.
Non domo e non pago il barista riprova con l' ennesima tazzina - suppongo che a quel punto la faccenda si fosse trasformata in una questione di principio - con l' avventore accanto a me che scuote inconsolabile la testa continuando a ripetere che "così il latte non si monterà mai più." E poi, cala giù il suo colpo da maestro: "Bisogna fare il " - giuro - "seghino con la mano" accompagnando le parole con la gestualità (che per inciso non è quella del falegname ma quella di un ragazzino in piena balìa dell' ormone e che non teme la cecità). 
All' improvviso voglio scappare! Non vedo l'ora di finire quel caffè ma le mie papille non sono della stessa idea.
Alla fine il barista mi sporge alla bene meglio l' ultima tazzina. Mi fissa con aria speranzosa.
Di rimando lo guardo a voler chiedere "Quindi?" col piglio alla "..'zo guardi?" ma amichevole quanto De Niro in Taxi driver (cit. "Ce l'hai con me?"). 
Me ne esco con un "Va' com'è venuto bene! Che bella schiumetta!". Il barista continua a fissarmi con due occhi tondi tondi da Golden Retriever perciò capisco che non gli interessa solo il giustizio estetico, vuole che io lo beva.

"Ahh quindi... lo devo bere(sono talmente rassegnata che non fingo nemmeno di stupirmi)
Notare che la tazzina è appoggiata direttamente sul bancone, senza piattino... non che io mi formalizzi ma "niente piattino" equivale a "niente cucchiaino". Morale della favola: bevo il secondo caffé senza nemmeno mescolarlo, fingo che sia valsa la pena per me aspettarlo (e magari è veramente così...solo che le mie papille gustative ormai erano felpate per cui non erano più in grado di registrare né temperature né sapori) e per lui farlo, ringrazio e chiedo quanto devo.

Il barista tutto soddisfatto "1,10 €". 
Io metto i soldi sul piattino della cassa e ringrazio.
Il barista rincara la dose affermando "Due caffè per 1,10€!". 
Io: "Grazie!" ed intanto penso "e ci manca solo che il secondo te lo debba pagare". Cioè... a vostro avviso... avrei dovuto pagarlo il secondo?? 
Il cliente che sorseggiava la birra - il barista unofficial, per intenderci - smessi i panni del "mago della macchia" si trasforma in interprete e, guardandomi, mi spiega "Il secondo te lo ha offerto, capito? Se torni domani ti offre la grappa!".

A quel punto guardo l' Arturo Brachetti de noantri e gli rispondo "Più che una grappa, una buona birra... ma non una @#[§]" (dove "@#[§]" era la birra che stava bevendo lui) e mi giro.
In lontananza sento Arturo fare ammenda "ha solo questa!!" ed intanto mi domando se sia o no il caso di tornare la settimana prossima... certo che, se ha l'abitudine di farsi pagare un caffè ogni sei,  allora c'è da domandarsi se sarà ancora aperto la prossima settimana.
Speriamo che il mio sia stato un caso isolato!

La chiudo aggiungendo solo che sono episodi come questi (ovviamente non la possibilità di bere un caffè a scrocco ma il teatrino che ne è uscito fuori) o anche solo la possibilità di viverne di tali ad essermi mancati durante il lungo periodo di lavoro a casa!

Ma passiamo alla ricetta di questi deliziosi e davvero "chewy" brownie! 
Volevo preparare un dolcetto veloce da fare, pratico, cioccolatoso e che, possibilmente, non fosse troppo carico di grassi per cui quando sono incappata in questa ricetta ho pensato "Dio c'è! C'ho le prove!". Mary è un' assoluta garanzia per cui ho seguito la sua ricetta alla lettera (ho solo sostituito l' olio di semi con quello di riso ed ho utilizzato la farina 0 al posto della 00) e devo dire che... ho fatto bene! I brownie che ho ottenuto sono davvero cioccolatosi, riempiono la bocca e danno molta soddisfazione. Insomma: sono davvero perfetti come la dolcissima Mary li definisce!

INGREDIENTI per una teglia quadrata di 20cm:

  • 250gr. di zucchero semolato
  • 50gr. di zucchero a velo
  • 80gr. di cacao amaro
  • 100gr. di farina 0
  • un pizzico di sale
  • 60gr. di cioccolato fondente a pezzetti
  • 2 uova
  • 100gr. di olio di riso
  • 2 cucchiai di acqua a temperatura ambiente
  • 1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia

STRUMENTI:

  • 2 ciotole
  • setaccio
  • frusta a mano 
  • marisa
  • cucchiaio 
  • stampo quadrato
  • carta da forno 
  • gratella per dolci

PREPARAZIONE

Per prima cosa ho foderato la teglia con la carta forno inumidita ed ho acceso il forno impostando la temperatura di 170°C.
In una ciotola ho messo lo zucchero semolato e poi ho aggiunto, setacciandoli, lo zucchero a velo, il cacao, la farina ed il sale. Ho poi aggiunto il cioccolato a pezzetti e mescolato il tutto con la frusta a mano. 
In un'altra ciotola ho amalgamato gli ingredienti liquidi: uova, olio, acqua ed estratto di vaniglia.
A questo punto ho aggiunto gli ingredienti secchi a quelli liquidi in tre volte cercando ogni volta di amalgamare bene tutto con la marisa. Come indicato da Mary, dopo l'ultima aggiunta ho mescolato l'impasto con un cucchiaio contando 50 giri ed il composto ottenuto era effettivamente denso e bello lucido.
Ho versato l'impasto nella teglia ed infornato per 40minuti. A me sono occorsi tutti e 40 i minuti di cottura ma, come suggerito da Mary, dopo 30minuti ho iniziato a verificare la cottura dell' impasto inserendo uno stecchino dentro: l' impasto dev'essere morbido al centro ma non liquido e lo stecchino deve uscire con delle briciole di impasto attaccate.
Ho sfornato e dopo qualche minuto ho sformato il brownie e l'ho messo a raffreddare sulla gratella staccandolo dalla carta forno.
Ho poi ricavato dei quadrotti.



Una vera prelibatezza!

Un grande abbraccio.
A presto! 
LaGio' Riccia

mercoledì 2 novembre 2022

Torta di pere e yogurt greco - Sto fuori come un poggiolo

Penso di essere un po' stressata.
E se non sono stressata sono fuori come un balcone.
E se non sono stressata o fuori come un balcone beh allora la mia è demenza senile.

La mia mente mi sta inviando segnali sempre più insistenti del mio disagio.
Potrei farvi innumerevoli esempi, purtroppo, ma mi limiterò all' ultimo in ordine di successione.
Sabato mattino al super. Lista della spesa alla mano. Reparto ortofrutta. Metto la merce nel sacchetto, prezzo e ripongo nel carrello. Lo faccio con ananas, prugne, finocchi, etc...
Ad un certo punto non trovo più la lista. MALEDIZIONE! Stilo appositamente la lista per evitare di dover ricordare tutto e quella sparisce?!?!
Ripercorro a ritroso l' itinerario da me seguito dall' ultima volta in cui ricordavo di avere la lista in mano. Controllo a terra. Niente. Guardo nelle varie cassette di frutta e verdura da cui avevo pescato. Niente. Guardo nei pressi delle varie bilance usate per pesare e prezzare la merce. Nulla. Della mia lista nessuna traccia.

Con un grande sforzo cerco di ricordare tutto ciò che mi serviva rassicurandomi del fatto che, comunque, nulla mi vietava di tornare al super un altro giorno (ecccchepppalle però!).
Quando qualche ora dopo arrivo a casa ed inizio a mettere a posto i miei acquisti... ecco cosa mi trovo davanti (Fig. 4) -_-. 

E' sicuramente sbagliato cercare consolazione nel cibo ma avevo bisogno di tirarmi su di morale, di ricevere una pacca sulla spalla e sentirmi dire "Tranquilla Gio'. Va tutto bene!" e siccome in casa ero sola... 

TORTA! Faccio una torta! Di quelle consolatorie, da credenza... come quelle che mi preparavano la mamma e, ancor prima, la nonna.


Torta di pere e yogurt greco

INGREDIENTI per uno stampo a cerniera di 20cm:

  • 3 uova a temperatura ambiente 
  • 150 gr di zucchero
  • 100ml di olio di riso
  • 3 pere di media grandezza
  • 150 gr di yogurt greco al naturale (0% di grassi)
  • 250 gr di farina "0"
  • succo e scorza di 1 limone con buccia edibile
  • 1 bustina di lievito x dolci
  • 1 cucchiaino di polvere di vaniglia
  • 1 pizzico di sale

STRUMENTI:

  • ciotola
  • setaccio
  • fruste elettriche 
  • marisa
  • stampo a cerniera
  • carta da forno 

PREPARAZIONE

Ho tagliato a cubetti 1 pera e mezza e l'ho irrorata col succo di mezzo limone. La restante pera e mezza l'ho affettata ed irrorata anch'essa col succo del mezzo limone restante.

Ho montato x 5 minuti le uova con lo zucchero, ho poi aggiunto l'olio di riso e lo yogurt greco a cucchiaiate (sempre montando con le fruste). Ho poi unito la farina setacciata col lievito, la scorza di limone, la polvere di vaniglia il pizzico di sale e continuato a montare. Ho aggiunto la pera a pezzetti ed amalgamato con una marisa. Ho versato in una teglia di 20cm imburrata ed infarinata, decorato con le fettine di pera ed infornato a 200°C x 50 minuti (vale la prova stecchino)

Fig. 1


Fig. 2

Fig. 3


Fig. 4 (la lista al peso del cavolfiore)


A presto!
LaGio' Riccia

sabato 1 ottobre 2022

Madeleines au Beurre Noisette et Vanille

La stragrande maggioranza delle persone a sentir parlare di "Madeleines" pensa a Proust... io penso a mia sorella ed alla sua passione per la Francia e per i sapori decisi, burrosi ed avvolgenti della sua cucina. 
Ed è per questo che, in occasione del suo ultimo compleanno (gennaio scorso), ho optato per loro come pensierino "home-made" da consegnarle insieme al regalo vero e proprio. 
Prima di allora mi ero già cimentata nella produzione di Madeleines ma erano salate. Questa volta, invece, volevo che il pacchettino "profumasse" di burro, vaniglia e mandorla. Che profumasse di Francia. Che nell' aprirlo mia sorella andasse in brodo di giuggiole come capitava quando apriva la confezione "Made in France" acquistata al supermercato.
Insomma volevo fare le cose per bene!

Cercando in rete, soprattutto su blog francesi, ho deciso di provare una ricetta di Madeleines che prevedeva l' uso del "Beurre Noisette" che io avevo già preparato in occasione di questa altra torta
Purtroppo non ricordo l' indirizzo al quale ho trovato la ricetta, so solo che io ho sostituito il cucchiaio di acqua di fiori d' arancio con un cucchiaio di estratto di vaniglia e che ho adottato qualche accorgimento al fine di ottenere delle Madeleines belle cicce!

Da quel che ho letto in giro, fondamentale per la formazione della famosa "gobbetta" è lo shock termico ed è per questa ragione che, una volta preparato l' impasto, è necessario farlo riposare almeno due ore (per me una notte) in frigorifero. In questo modo, oltretutto, l' impasto sarà più tosto e quindi sarà più semplice il suo porzionamento nell' apposito stampo. Una volta riempito, ho messo lo stampo a freddare nel frigorifero fintantoché il forno non raggiungeva la temperatura necessaria alla cottura.

Per ciò che concerne la cottura: ho infornato a 210°C per 3 minuti e cioè fino a quando i bordi delle Madeleines non si sono sollevati un po', formando un avvallamento centrale. Ho quindi spento il forno ed atteso che si formasse la gobbetta (circa 2-3 minuti) e poi riacceso il forno a 190°C e proseguito la cottura fino a completa doratura.

INGREDIENTI per circa 18 Madeleines classiche:

  • 125 gr. di burro leggermente salato
  • 2 uova intere
  • 85 gr. di zucchero
  • 4 gocce di estratto di mandorle amare 
  • 1 cucchiaio di estratto di vaniglia
  • 35 gr. di latte
  • 125 gr. di farina 0
  • 5 gr. di lievito in polvere

STRUMENTI:

  • pentolino
  • colino
  • ciotola
  • setaccio
  • fruste elettriche 
  • stampo per Madeleines 

PREPARAZIONE

Per prima cosa ho messo il burro in un pentolino e l' ho fatto sciogliere a fuoco basso fino a quando non ha assunto un bel colore nocciola. L' ho tolto dal fuoco, filtrato con un colino e lasciato raffreddare.
In una ciotola ho lavorato le uova con lo zucchero ed ho poi aggiunto il latte, l' estratto di vaniglia e l'aroma di mandorle amare. Ho mescolato bene con le fruste. 
Ho poi unito al composto così ottenuto la farina setacciata con il lievito, mescolato ed unito a filo il burro fuso raffreddato mescolando a completo assorbimento.
Ho coperto l' impasto così ottenuto con della pellicola trasparente a contatto e messo a riposare in frigorifero per una notte.
Sebbene in silicone, ho comunque imburrato ed infarinato gli stampi da madeleines. 
Ho versato l' impasto negli appositi incavi riempiendoli per i 3/4 e messo a riposare per un' altra mezz'oretta. 
Ho acceso il forno impostando la temperatura di 210°C e, quando caldo, ho infornato. Ho fatto cuocere per 3 minuti e poi spento il forno e senza aprire lo sportello ho atteso che la formazione della "gobbetta" (sono occorsi circa 3 minuti). Ho quindi riacceso il forno impostando la temperatura di 190°C e completato la cottura.






A presto!
LaGio' Riccia

lunedì 5 settembre 2022

Cheesecake Oreo - Si riparte!

Eh sì: si riparte!!!
Mai espressione fu più vera... non solo perché tra scuola e fine delle vacanze estive settembre è sempre il mese della ripartenza ma anche perché, udite udite, la prossima settimana, dopo un' assenza di praticamente 2 anni e 7 mesi e salvo colpi di scena dell' ultimo minuto, rientrerò in ufficio.
Incredibbboli!
Rivedrò i miei colleghi in carne ed ossa (durante il periodo di lavoro "agile" abbiamo continuato a vederci tramite web-cam... poveri colleghi... se da una parte si son dovuti beccare la versione + "nature" di me ossia:
pinzettone in mezzo ai ricci e viso struccato, dall' altra  possono ringraziarmi perché cotanta mia visione ha permesso loro di constatare che i loro cuori reggono bene gli spaventi :-D!!!) e, per ora almeno una volta a settimana, tornerò ad una pseudo-normalità lavorativa.

Lavorare da casa è sicuramente una gran comodità: riduce lo stress generato dal viaggio per andare e tornare, consente di sapere esattamente quando si inizia e quando poi si finirà di lavorare (salvo imprevisti), limita le distrazioni date dalla condivisione di spazi comuni (io ho sempre lavorato in open-space) e permette di essere molto più produttivi (ho completamente eliminato le pause caffè, salvo qualche pausa virtuale con i colleghi). Per me, poi, è stato proprio provvidenziale perché mi ha consentito di riuscire a fornire la dovuta assistenza a mia mamma a seguito degli interventi cui si è dovuta sottoporre proprio ad inizio pandemia (quando ancora non era obbligatorio l' uso delle mascherine, per intenderci).
Tanti i vantaggi, insomma, ma non dover uscire di casa ogni giorno per raggiungere la sede di lavoro ha comportato, almeno per me, una sorta di chiusura verso il mondo esterno. Ho trascorso interi periodi nei quali rincasavo a casa la domenica per poi riuscirne il sabato mattina della settimana successiva. 
Un po' sento la mancanza dell' andare in ufficio, condividere con i colleghi le pause caffè ed avere con loro un rapporto più "reale". 

Settimana prossima, quindi, si rientrerà in ufficio per 2gg ed i restanti 3 si lavorerà da casa e credo che questa soluzione sia, almeno sulla carta, davvero ottima perché, come dicevano gli antichi, "in media stat virtus".

Riparto anche qui e quindi riapro questo mio angolino domandandovi scusa se, alla fine, non sono riuscita a continuare ad essere presente da voi come immaginavo e come avrei voluto.

La ricetta della ripartenza è la torta che ho preparato in occasione del compleanno di LoveOfMyLife, circostanza che casca a fine luglio. Il caldo che, personalmente, mi ha piallata in questa estate (e mi ha fatto scoprire di poter sudare in punti del corpo in cui non pensavo di poter sudare) mi ha fatta desistere dall' accendere il forno per cui quando su instagram ho visto la ricetta di questa bellissima e semplicissima Cheesecake Oreo, mi sono detta: "Eccola! E' lei la prescelta!". La ricetta, come vedete, proviene dal sito Lucake. Io ho adeguato le dosi degli ingredienti al mio stampo di 18cm di diametro e, per sciogliere la colla di pesce, anziché il latte ho usato la quantità di panna che altrimenti avrei avanzato.

INGREDIENTI per la BASE:

  • 200gr di biscotti oreo (senza crema bianca)
  • 100gr di burro

INGREDIENTI per la CREMA:

  • (crema tolta dall’interno degli oreo)
  • 300gr di formaggio spalmabile (per me "Riccotta" spalmabile)
  • 190gr di mascarpone
  • 68gr di zucchero a velo
  • 20gr di panna (la ricetta originale prevedeva l'uso del latte)
  • 4gr di colla di pesce
  • 225gr di panna fresca
  • 8 oreo a pezzetti

INGREDIENTI per DECORARE:

  • 150gr di panna fresca
  • 1,5 cucchiaini di zucchero a velo
  • 4 oreo divisi a metà
STRUMENTI:

  • mixer
  • pentolino
  • 2 ciotole
  • stampo apribile del diametro di 18cm
  • carta forno
  • fruste elettriche
  • coltello
  • leccapentole
  • sac à poche con bocchetta a stella

PREPARAZIONE

Per prima cosa ho foderato lo stampo con la carta forno e poi mi sono dedicata alla preparazione della base per cui ho messo il burro a fondere in un pentolino e nel mentre ho separato gli Oreo e raccolto la loro crema nella ciotola atta alla preparazione della crema.
Ho frullato i biscotti, li ho mischiati con il burro fuso e versato il composto all' interno dello stampo. Ho appiattito e compattato con un cucchiaio e messo in frigorifero per almeno mezz'ora.
Mi sono poi dedicata alla crema.
Ho messo in ammollo in acqua fredda la colla di pesce.
Ho aggiunto il mascarpone, il formaggio spalmabile e lo zucchero a velo alla crema tolta dagli Oreo ed ho lavorato con le fruste fino ad ottenere un composto ben amalgamato.
In un' altra ciotola ho semi-montato la panna e l' ho aggiunta con delicatezza e mescolando dal basso verso l' altro alla crema di formaggi di cui sopra.
Ho messo a scaldare i 20gr di panna liquida in un pentolino. Ho strizzato la colla di pesce e l'ho fatta sciogliere nella panna calda.
Ho aggiunto a filo la panna con la colla di pesce al composto di panna e formaggi ed ho amalgamato con le fruste a bassa velocità fino ad ottenere una crema priva di grumi. 
Ho tagliato in due 4 Oreo per ricavare i semicerchi con cui decorare la torta e li ho messi da parte. Ho tritato i biscotti rimanenti a pezzetti e li ho aggiunti alla crema della farcia.
Ho versato la crema nello stampo, livellato bene il composto e riposto in frigorifero per 8 ore. La ricetta originale indica un riposo di almeno 4 ore o comunque sufficiente a far rassodare la crema io l'ho lasciata 8 ore per esigenze di ordine pratico.
Passato il tempo del riposo ho montato la panna ben ferma con lo zucchero a velo, l' ho inserita in una sac à poche con bocchetta a stella e l'ho utilizzata per guarnire la torta alternando una rosa di panna ad una metà di Oreo. 
Ecco la torta del festeggiato!





Questa torta è di facilissima esecuzione ed è davvero golosa! 
Al festeggiato è piaciuta molto!!! <3
A presto!
LaGio' Riccia

domenica 26 giugno 2022

Barbabietole e cipolla di Tropea saltate

Interrompo la serie di ricette che richiedono il forno perché nun ja fo' proprio ad accenderlo!
Depongo le armi, almeno finché le temperature non torneranno ad essere "ragionevoli".
Non so come "butta" da voi ma qui, in quel di Torino, si annaspa.
Il rivolo di sudore che scorre lungo la mia colonna vertebrale è diventato mio compagno inseparabile. Trascorro più tempo con lui che con LoveOfMyLife -_-.
Ad esso, poi, si aggiunge anche la novità dell' interno coscia pezzato (come se le fantastiche ascelle non fossero sufficienti). Ma si può?!? Io che non mollavo mai i miei fedelissimi jeans (*), quest' anno mi sono convertita a vestitini, gonnelline e bermuda.
E chi se ne frega se metto in mostra gambe che non hanno nulla da invidiare ai tronchi di pino o ad un terzino della nazionale. Posso sempre dare la colpa alla ritenzione idrica data dalla calura.

(*) Nemmeno a Granada, nel lontano 2013, quando riuscimmo a tirare un sospiro di sollievo ed a metter piede fuori dall' hotel solo alle h. 21 perché i 37°C ci parevano una benedizione rispetto alla canicola che ci accolse al nostro arrivo attorno alle h. 15 (la receptionist dell' hotel la definì "ora mala" ossia brutto momento).

Ricetta che non richiede forno, dunque, ma solo un passaggio in padella.

Ho scoperto da pochi mesi le barbabietole. Nonostante la mia riluttanza iniziale, sono stata convinta ad assaggiarle e..beh..le ho adorate a tal punto da decidere di acquistarle al mercato e cucinarmele a casa.
Il contadino di fiducia della mia mamma vendeva le barbabietole già cotte alla brace per cui, una volta pulite (dalla mia mamma che mi vizia tanto, lo so!) è stato sufficiente tagliarle a listarelle sottili ma non troppo e farle soffriggere insieme ad una bella e grossa cipolla di Tropea, erbe aromatiche e via, il gioco è fatto! In un attimo si può gustare un piatto delizioso e... coloratissimo!

Con questo piatto, salvo colpi di scena, credo proprio che vi saluterò a dopo le vacanze. 
Come lo scorso, anche quest' anno non andremo da nessuna parte fatta eccezione per qualche gitarella in montagna. Vedremo.

Ci rileggiamo a settembre!

INGREDIENTI:

  • barbabietole precotte e pulite 
  • 1 cipolla di Tropea grande
  • olio extravergine di oliva 
  • aglio a sentimento 
  • sale
  • mix aromatico (io: origano, timo, menta, rosmarino)
  • pepe a piacere 

STRUMENTI:

  • tagliere
  • coltello
  • padella
  • cucchiaio

PREPARAZIONE

Ho tagliato a listarelle le barbabietole. Ho mondato e lavato una cipolla di Tropea e l' ho tagliata alla julienne e l' ho messa a soffriggere in un tegame con un giro d'olio evo ed uno spicchio d'aglio in camicia. Quando la cipolla cominciava ad appassire, ho aggiunto la barbabietola, ho salato, aggiunto il mix aromatico e fatto cuocere. Decidete voi il grado di cottura. A me piacciono un po' più abbrustolite per cui le ho fatte cuocere a fuoco vivace.





Mamma che bontà! 
A presto!
LaGio' Riccia

mercoledì 1 giugno 2022

Biscotti morbidi alle mandorle e pistacchi

E niente, la fatina dei biscotti che si è impossessata di me, non accenna a volermi abbandonare -_-.
Che poi non è che in casa si consumino solo biscotti homemade o che di biscotti confezionati non ne entrino, eh?!  Sia chiaro!

Come più volte scritto su queste frequenze, quando LoveOfMyLife era un giovane virgulto single, soleva far colazione con tè e frollini alla panna per cui, da brava compagna che non vuole fargli capire che bella gatta da pelare si è preso proponendomi la convivenza (o quanto meno vuole distrarlo dalla sua presa di coscienza della dura realtà), in linea generale cerco di attenermi a questa usanza.
Salvo fare qualche leggera deviazione di percorso quando proprio non riesco a non rispondere al richiamo del piccolo mugnaio e mi metto a sfornare brioches, torte o grandi lievitati. 
Zona franca è comunque sempre quella dei biscotti fatti in casa che proprio non riesco ad esimermi dal fare ma che temo sempre gli facciano rimpiangere i suoi amati frollini.

Devo dire che LoveOfMyLife accetta sempre tutto con grande entusiasmo ma non ho ancora capito se la sua è una tattica (un po' come certi animali che si fingono morti per sfuggire al pericolo) o se davvero non preferirebbe mangiare i suoi dodici biscotti a forma di ciambella. Scommetterei sulla sua sincerità per diversi motivi:
- LoveOfMyLife ha la memoria di un pesce rosso per cui si guarda bene dal mentire perché le bugie non se le ricorderebbe (nel suo caso le bugie non è che hanno le gambe corte. Non le hanno proprio)
- la mitragliata di domande alla J.B.Fletcher sull' indice di gradimento dei miei "manufatti" gliela sparo a tradimento mentre fa colazione (dopo, per quanto scritto al punto precedente, credo che nemmeno ricorderebbe se gli sono piaciuti o meno) per cui è ancora in quello stato di "mi sono svegliato da poco, non vorrei averlo fatto e cerco di tenere gli occhi aperti". Insomma: ha le difese abbassate.
- quando risponde non noto tremolii sospetti alle palpebre (alla Scrat de "L'era glaciale" quando pianta la ghianda nel ghiaccio dando origine a tutto l' ambaradan noto).

Quindi i biscotti confezionati entrano in casa per LoveOfMyLife ma anche perché mia mamma ogniqualvolta si imbatte in una novità, la compra per farcela assaggiare (vanificando tutti i miei sforzi di aggirarmi come un ninja nello scaffale dei biscotti tenendo un occhio aperto ed uno chiuso per limitarmi a prendere il pacco interessato, ignorando tutte le altre confezioni ammiccanti).

Ad ogni buon conto, quando mi acchiappa la voglia di pasticciare o quando, invece, DEVO, io mi metto a produrre e sfornare.

Questi biscotti sono nati dall' esigenza di placare il mio grido di dolore nel vedere che un pacchetto di farina di pistacchio conservato in dispensa era scaduto da un giorno. Buttarlo?!? Giammai...con quel che è costato! -_-

Sono biscotti morbidi e, lasciatemelo dire, davvero ottimi. Sono del peso di 20gr. ciascuno e quindi danno molta soddisfazione. In quanto morbidi vanno conservati in una scatola a chiusura ermetica.
Sono ottimi sia pucciati nel tè, sia nel caffè ma anche gustati così, soli soletti.

INGREDIENTI per circa 55 biscotti:
  • 150  gr. di farina tipo1 
  • 50 gr. di farina di riso integrale
  • 175 gr. di farina di mandorle 
  • 100 gr. di farina di pistacchio di Bronte
  • 60 gr. di zucchero semolato
  • 60 gr. di zucchero di canna integrale
  • la scorza di un limone biologico
  • 25 gr. di miele millefiori
  • un pizzico di sale
  • 130 ml di latte intero
  • 7 gr. di lievito per dolci
  • 2 cucchiaini di estratto di vaniglia Bourbon
  • 100 gr. di burro morbido a temperatura ambiente

STRUMENTI:

  • ciotola
  • setaccio
  • bilancia
  • carta da forno o tappetino microforato
  • leccarda
  • gratella per dolci

PREPARAZIONE

In una ciotola ho setacciato la farina di tipo 1 e quella di riso con il lievito e poi ho aggiunto la farina di mandorle e quella di pistacchio.
Ho aggiunto alle farine lo zucchero di canna, il sale, la scorza di limone ed il burro morbido.
Ho impastato fino ad ottenere un composto a grosse briciole. A parte ho mescolato il miele con il latte e l'estratto di vaniglia e poi ho aggiunto il tutto al composto.
Ho lavorato il composto prima in ciotola e poi sul piano di lavoro fino ad ottenere un panetto omogeneo.
Con le mani leggermente inumidite, ho formato delle palline del peso di 20 grammi ciascuna e le ho messe, distanziandole, sulla leccarda ribaltata e ricoperta con un tappetino microforato (va bene anche un foglio di carta forno).
Ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C e nel mentre andava in temperatura ho messo le teglie di biscotti in frigorifero (questo passaggio non è necessario). Ho fatto cuocere i biscotti per 15-20 minuti o comunque fino a leggera doratura.
Una volta sfornati li ho messi a raffreddare su una gratella.




Vi assicuro che sono davvero buoni! 
A presto!
LaGio' Riccia

domenica 1 maggio 2022

Biscotti con crusca d'avena, arancia candita e gocce di cioccolato

Questi biscotti nascono come mia rivisitazione della ricetta che vi avevo presentato qui qualche mese fa. Sono nati dalla necessità di ultimare delle scorze di arancia candita e dalla voglia di provare a giocare con zuccheri e grassi differenti.

Ho scelto di sostituire: 

- parte dello zucchero di canna con lo zucchero di cocco per mitigare un po' la dolcezza data dalla scorza d' arancia candita 

- parte del burro con l' olio di cocco per ridurre un po' i grassi animali e, per contro, perché l' utilizzo del solo olio di cocco non mi fa impazzire. 

Li ho ripetuti più volte perché hanno riscosso davvero molto successo in famiglia. La prima versione, per cambiare un po' rispetto alla ricetta a cui si ispiravano (appunto quella dei biscotti con crusca d'avena e cioccolato), non prevedeva l'utilizzo delle gocce di cioccolato ma quando ho provato ad aggiungerle nei tentativi successivi non le ho più abbandonate. Il cioccolato in questi biscotti ci sta da Dio!

INGREDIENTI per 30 biscotti:
  • 200 gr. di crusca d' avena
  • 200 gr. di farina 0
  • 60 gr. di zucchero di canna
  • 60 gr. di zucchero di cocco
  • 90 gr. di burro
  • 90 gr. di olio di cocco
  • 2 cucchiaini di bicarbonato di sodio
  • 45 gr. di latte parzialmente scremato
  • 2 cucchiaini di estratto di vaniglia
  • arancia candita a sentimento
  • gocce di cioccolato a sentimento ma facoltative 

STRUMENTI:

  • mixer
  • timbro per biscotti
  • coppa pasta del diametro di 5cm
  • pellicola per alimenti
  • bilancia
  • carta da forno
  • leccarda
  • gratella per dolci

PREPARAZIONE

Ho frullato nel mixer i cubetti di arancia candita con la crusca d'avena fino ad ottenere uno sfarinato.
Sempre nel mixer ho poi aggiunto farina, burro, olio di cocco ed i due tipi di zucchero ed ho frullato ancora.
Ho aggiunto bicarbonato, acqua, latte, estratto e frullato nuovamente fino ad ottenere una palla.
Se decidete di utilizzare le gocce di cioccolato, è questo il momento e poi date qualche colpetto di mixer per amalgamare.
Ho poi compattato brevemente il composto sul tavolo, ho coperto con pellicola trasparente e messo in frigorifero per mezz' ora.
Passato il tempo del riposo ho acceso il forno impostando la temperatura di 200°C, ho foderato due teglie con carta da forno ed ho iniziato a formare i biscotti.
Ho staccato porzioni di impasto di 30gr. l' una e creato una pallina che ho poi pressato con il timbro. 
Ho coppato il biscotto ottenuto con il coppa pasta ed ho adagiato il biscotto sulla leccarda. Ho proceduto così fino a terminare l' impasto. I biscotti vanno distanziati un poco ma non crescono molto in cottura.
Ho infornato e cotto i biscotti per 15-17 minuti. Regolatevi voi con i tempi. I biscotti devono essere belli dorati.
Far freddare su una gratella prima di gustare.




Qui nella versione senza gocce di cioccolato

Qui con l'aggiunta di gocce di cioccolato




Un grande abbraccio e...
a presto!
LaGio' Riccia


lunedì 11 aprile 2022

E' Pasqua? Allora Pan di Neve!

Capita di farsi delle domande.
Domande cui non si può rispondere con un binario-spiccio "Sì/No" e che non hanno necessariamente una risposta  giusta o sbagliata. Domande che nascono così e che trovano risposta più in là nel tempo o anche più risposte diverse perché ci capita di vivere esperienze diverse che ci aprono a nuove interpretazioni.

Rivedevo mio papà dopo 11 anni. Era molto cambiato. Nei miei ricordi di bambina 9enne era un gigante sia in altezza che in fatto di mole. Quello che avevo davanti, da ventenne, era un uomo logorato ed anche sfigurato dalla malattia. Un omino  che pesava la metà dell' ultima volta che lo avevo visto e che poi così alto non era.
Il tipo di domanda di cui vi parlavo poco sopra ha fatto capolino proprio in quella circostanza. Nel parlarmi della sua malattia e di tutte le terapie provate: forti e meno forti, destabilizzanti, invalidanti ed invasive (che lo avevano sfigurato per sempre)  ma rivelatesi fallimentari, quando mi accennò all' ennesimo tentativo che si accingeva a fare non potei non chiedermi:
"Ma come fa a trovare la forza di continuare???"
Non gli posi mai quella domanda. Non volevo che leggesse in questo mio quesito un incentivo a smetterla perché di fatto quella mia domanda nascondeva l' ammissione, o quanto meno il sospetto, che io mi sarei fermata prima, ecco.
Quella domanda mi rimase in testa per tutto il viaggio del ritorno in Piemonte da Diano Castello. 
Pian piano quella domanda assunse i contorni di una risposta perché si trasformò in "Come fa ad avere ancora tutta quella speranza?" e mi convinsi che forse la risposta era questa: la forza derivava dalla speranza.
Vent' anni dopo, vedendo anche mia mamma combattere contro un male la cui prima terapia si è rivelata invalidante a vita, vedendo il suo modo di agire e reagire mi sono detta che forse il "carburante" per andare avanti, era la disperazione.
Ventidue anni dopo, osservando sempre la mia mamma che continua a lottare, ormai da due anni, ed a cercare un equilibrio in tutto ciò che le è successo, equilibrio che, purtroppo, ogni mese è messo in discussione dal piano terapeutico cui è sottoposta, penso di aver trovato la risposta "giusta"... quella che mi convince di più... Una risposta che mi ha trafitto per la sua semplicità. Non vi so dire se è universalmente vera, so solo che quando l' ho trovata mi sono sentita sollevata ed ho pianto. Tanto. Ho pianto tutte le lacrime che ho ricacciato indietro ogni volta che il magone mi saliva su ma mi dicevo "Non ora. Non è il momento. Ora devi essere forte".
La risposta è semplicemente "Io voglio solo stare bene". Tutto ciò che muove chi sta male è "solo" riottenere ciò che magari fino a che si era in salute si dava per scontato e cioè lo stare bene.

La Pasqua si avvicina a grandi passi ed io ho deciso di condividere con voi la ricetta del Pan di Neve di Sonia Peronaci perché, che ci crediate o no, la settimana scorsa in Piemonte (ad alta quota, ehhh) è nevicato ed anche perché la deliziosa glassa che lo ricopre (vi prego FATELA e non ve ne pentirete) è di una goduria pazzesca e ricorda la glassa delle colombe per cui potrete preparare questo golosissimo lievitato e spacciarlo per un dolce pasquale -_-.

INGREDIENTI per la GLASSA:
  • 30 gr. di farina di mandorle
  • 8 gr. di farina di nocciole
  • 7 gr. di farina di mais bramata
  • 7 gr. di farina di semola rimacinata di grano duro
  • 50 gr. di zucchero semolato
  • 25 gr. di miele millefiori
  • 25 gr. di albume
  • 6 gr. di olio di semi di girasole (la ricetta originale prevede olio di mais)
  • 4 gr. di burro fuso
  • 1 cucchiaino di estratto di Vaniglia Bourbon
INGREDIENTI per il LIEVITINO:
  • 100 gr. di farina manitoba
  • 100 gr. di latte fresco parzialmente scremato (la ricetta originale prevede latte intero)
  • 12 gr. di lievito di birra fresco
INGREDIENTI per l' IMPASTO:
  • 300 gr. di farina manitoba
  • 60 gr. di zucchero semolato
  • 60 gr. di miele millefiori
  • 180 gr. di latte fresco parzialmente scremato (la ricetta originale prevede latte intero)
  • 50 gr. di burro
  • 1 uovo medio
  • scorza di un' arancia grattugiata
  • 70 gr. di arancia candita
  • 6 gr. di sale fino
Per decorare:
  • 80 gr. di zucchero in granella
STRUMENTI:
  • robot da cucina con lame
  • sac à poche
  • ciotolina
  • forchetta
  • pellicola per alimenti
  • planetaria 
  • caraffa
  • cucchiaio
  • pirottino in cartoncino alto 11cm e del diametro di 18 cm
  • ferri per maglia

PREPARAZIONE

La sera precedente "l' inizio dei lavori" ho preparato la glassa inserendo tutti gli ingredienti previsti nel robot da cucina ed azionandolo per mezzo minuto. Ho poi messo il composto denso ottenuto nella sac à poche.

Il giorno successivo ho preparato il lievitino in una ciotolina sciogliendo il lievito nel latte, aggiungendo la farina e mescolando con un cucchiaio. Ho poi coperto con pellicola e lasciato riposare nel forno spento per un' ora.
In una caraffa ho mescolato uovo, latte, zucchero e miele ed ho mescolato con una forchetta.
In una ciotola ho mescolato la scorza d'arancia, l'arancia candita e tritata ed il sale.
Trascorso il tempo del riposo, ho messo il lievitino nella ciotola della planetaria ed ho unito la farina, ho avviato la planetaria a velocità media ed unito a filo il composto liquido contenuto nella caraffa ed aggiungendo poi la scorza grattugiata, l' arancia candita tritata ed il sale. Ho fatto andare la planetaria fino ad incordatura dell' impasto.
Ho poi iniziato ad aggiungere in più volte il burro tagliato a tocchetti ed attendendo il completo assorbimento ogni volta.
Ho poi ribaltato l' impasto sul piano di lavoro imburrato ed ho dato dei giri di pieghe prendendo lembi di impasto e portandoli al centro. Ho pirlato l' impasto e l' ho inserito in una ciotola imburrata, coperto con pellicola e lasciato lievitare fino al raddoppio (circa due ore).

Passato il tempo della lievitazione, ho ribaltato l' impasto sul piano imburrato, l' ho pirlato e l'ho inserito al centro del pirottino con la chiusura verso il basso e fatto lievitare fino al raddoppio quando cioè l' impasto è arrivato a circa due dita dal bordo del pirottino (un' oretta circa). 
A lievitazione quasi ultimata, ho acceso il forno impostando la temperatura di 170°C.
Ho spremuto sul pan di neve la glassa formando una chiocciola e spolverizzato con la granella di zucchero. Ho infornato in forno statico per 50 minuti nella parte più bassa del forno. Trascorsi i primi 40 minuti ho coperto il pan di neve con un foglio di alluminio ed ultimato la cottura (per gli ultimi 10 minuti).
A cottura ultimata (vale la prova stecchino) ho infilzato con due ferri da maglia il pan di neve e l'ho messo capovolto a testa in giù in una pentola capiente.
Io ho deciso di non spolverizzarlo di zucchero a velo perché l'ho trovato già delizioso così.

Una vera bontà!









Tanti cari auguri di buona Pasqua a voi ed ai vostri affetti!
A presto!
LaGio' Riccia

martedì 8 marzo 2022

Zuppa di zucca e riso basmati integrale - La mia coccola

Chi frequenta questo "angolino" sa che non sono molto prolifica nelle mie pubblicazioni.

Da un po' di tempo a questa parte, infatti, ho realizzato che la pubblicazione di un post al mese, generalmente nella sua parte iniziale, è un ritmo che riesco a tenere ed a conciliare con ciò che è al di fuori della websphere.
Salvo poi riservarmi il piacere di pubblicare anche di più se tempo e "botta di ispirazione" me lo consentono.

Ci sono, però, quei mesi - tipo questo, guarda un po' - in cui l' ispirazione, lo slancio, il tempo ma soprattutto l' umore mi frenano.  

Mi piace quando passate a trovarmi e mi scrivete che vi ho strappato una risata, per me questo è un complimento bellissimo perché farvi ridere o mettervi allegria è un modo che ho di coccolarvi, ecco. Quando ho l' umore a terra, quindi, mi interrogo sempre sullo scrivere o meno un nuovo post perché vorrei che qui trovaste sempre spensieratezza ed allegria. 

Capita quindi che mi dica:
"E' già quasi il 10 del mese e non hai ancora steso due righe, porca paletta! Che vogliamo fare?!?!?" 

E così ci penso e mi dico che beh... questo posticino l' ho creato non solo per chi passa a leggere ma anche per me che pubblico e, che, in fondo, scrivere, sebbene sottotono (rispetto ad esempio al post scorso, quello dei baci di dama) può far del bene a me per prima.

Lasciate quindi che condivida con voi una ricetta che per me è una vera e propria coccola - decisamente adatta alla giornata grigia e fredda là fuori - e che mi sono sparata proprio oggi a pranzo.

Una bella zuppa veloce e con pochi ingredienti. Corroborante, calda e che fa anche tanto bene al cuoricino ed allo spirito.

Per questa ricetta ho utilizzato la zucca Hokkaido (ne avevo fatto scorta, in freezer, quando ancora se ne trovavano in giro), in assoluto la mia preferita perché ha un sapore delizioso, quasi di castagna, e perché è anche molto pratica dato che se ne mangia anche la buccia (che lavo utilizzando uno spazzolino, tipo quello da unghie, dedicato a soli scopi culinari) ma ovviamente potete scegliere la qualità che più preferite o che trovate ancora dal vostro verduriere di fiducia.

Io l' ho gustata con del riso basmati integrale (cotto "alla vera maniera", come indicato sulla confezione), un filo di olio evo a crudo (unico condimento usato) e del pepe. 

INGREDIENTI per la zuppa (3 porzioni abbondanti):
  • 450 gr. di zucca a dadini mondata e lavata (io ho usato la mia zucca preferita: la Hokkaido)
  • 1 finocchio di medie dimensioni
  • 2 carote piccole
  • 1 zucchina chiara di quelle grosse, siciliane
  • acqua 
  • 1 rametto di rosmarino
  • qualche foglia di salvia
  • sale grosso
  • peperoncino in fiocchi (si può omettere)
  • olio evo
  • pepe
  • riso basmati integrale (a piacere) ottima anche con il riso Venere

STRUMENTI per la zuppa:
  • pentola capiente
  • coperchio
  • spago da cucina
  • cucchiaio grande 
  • mestolo
  • tagliere
  • coltello
  • pelapatate
  • frullatore o minipimer
STRUMENTI per la cottura del "VERO BASMATI" (come viene definito sulla confezione):
  • colino 
  • carta assorbente 
  • pentola 
  • cucchiaio
  • alluminio 
  • coperchio

PREPARAZIONE

Per prima cosa ho lavato il rametto di rosmarino, la salvia e li ho legati con lo spago da cucina.
Ho riempito la pentola d' acqua e vi ho aggiunto rosmarino e salvia ed ho messo a bollire. 
Nel frattempo ho mondato e lavato la verdura. La zucca era già pulita e tagliata a dadini di circa 2,5cm per cui mi sono dedicata alle carote (pelate con il pelapatate) che ho tagliato a rondelle non troppo spesse,
alla zucchina (spuntata) che ho diviso in due e poi affettato non troppo spessa ed infine il finocchio che ho diviso in quattro spicchi ed affettato ottenendo delle sfoglie abbastanza sottili.
Quando l' acqua ha raggiunto il bollore, ho tuffato le verdure, dato un giro con il cucchiaio e coperto con il coperchio.
A bollore di nuovo raggiunto, ho tolto il coperchio, girato ed atteso la cottura delle varie verdure. A me sono occorsi una quindicina di minuti scarsa.
A cottura ultimata ho rimosso il rametto di rosmarino e salvia e con l' aiuto di un mestolo ho messo la minestra nel frullatore, ho aggiunto del sale grosso e dei fiocchi di peperoncino, ho azionato ed atteso che il minestrone raggiungesse la consistenza desiderata (ossia l' ho lasciato agire, settato su velocità 2, fintantoché non ho finito di lavare la pentola di cottura).
Arrivati a questo punto la zuppa è pronta per essere conservata o consumata!

Come anticipato prima, io ho cotto il riso basmati integrale a parte seguendo le indicazioni sulla confezione per la cottura del "vero basmati" ma nulla vi vieta di lessarlo semplicemente in acqua bollente.
Riporto beceramente le indicazioni. Il riso che ho usato se lessato normalmente in acqua bollente  cuoce in 10 minuti, per cui regolatevi voi con le tempistiche della cottura del "vero basmati".
Ho messo il riso nel colino e l' ho passato sotto l' acqua corrente. Ho scolato, versato il riso su doppi fogli di carta da cucina e l' ho tamponato.
Ho poi versato un filo d'olio d'oliva nella pentola, fatto scaldare e messo a tostare il riso.
Ho poi coperto con l'acqua sufficiente a coprire tutto il riso e pareggiato con il cucchiaio.
Ho chiuso la pentola con un foglio di alluminio, coperto con il coperchio e fatto cuocere per 10 minuti.
Le indicazioni non riportano il sale. Sappiate che io ho provato a metterlo, grosso, prima dell' aggiunta dell' acqua ed ho notato che ogni volta che l' ho fatto il riso risultava troppo al dente per i miei gusti. 
Consiglio, quindi, di salare, con sale fino, a cottura ultimata. 
Passati i 10 minuti ho spento il fuoco e lasciato riposare per 5 minuti.
Ho poi scolato il riso dall' acqua in eccesso e l'ho aggiunto alla mia zuppa. 
Un filo d'olio ed una macinata di pepe nero in grani et voilà!






A presto!
LaGio' Riccia

martedì 1 febbraio 2022

Baci di dama del Maestro Massari

Sono stata a lungo incerta su quale ricetta pubblicare. 
Ho davvero tante foto di torte, biscotti, grandi lievitati, brioches che avrei il piacere di condividere con voi ma alla fine la scelta è caduta su questa ricetta... un po' per raccontarvi un aneddoto ad essa legato ed un po' per ricollegarmi al post precedente che riguardava anch' esso la ricetta di un grande maestro.

Questa volta è toccato ai baci di dama del maestro Iginio Massari.
Nei "tristi" cabaret di pasticceria secca, erano sempre loro, i baci di dama, i miei preferiti. 
Sento già i cori di disappunto per l' utilizzo del termine "tristi" ma dovete capire che per quella paffuta bimba ricciuta i vassoi di paste secche erano l' unione di ciò che (incredibilmente!!!) lei non amava ossia: biscottini secchi con granella di nocciole, biscottini secchi con granella di zucchero,  biscottini secchi con granella di canditi oppure meringhe (che per lei avevano senso d'esistere solo quando ricoperte di cioccolato..ma anche lì...mica poteva ciucciare via il cioccolato e poi sputare la meringa?! Se così avesse fatto, essa non sarebbe qua a scrivere in quanto incenerita dallo sguardo della madre). Volete mettere l' allegria, la bellezza e la bontà di un buon cabaret di pasticcini alla panna, bignè, cannoncini, crostatine di frutta ed anche i vietatissimi - in quanto alcoolici - babà?!?!?
Dal mio punto di vista, i baci di dama davano un senso all' esistenza della pasticceria secca. Se erano buoni facevano toccare il cielo con un dito!!!
Ma trovarne di buoni era impresa ardua. Innumerevoli le delusioni subite nell' assaggiare pasticcini stantii oppure "gnecchi", "gommosi"... con gusto di burro passato a miglior vita. Baci che più che "baci" parevano "schiaffi" tanto erano cattivi. Ma nonostante tutto, ogniqualvolta ne vedevo una torretta in qualche negozio, la voglia di una tazza di thé fumante accompagnata da quei bei pasticcini mi veniva eccome... ed eccome se vi cedevo!

Questi baci, invece, sono di tutt' altra pasta. Baci croccanti che hanno conservato la loro fragranza fino alla fine dei loro giorni. Mia madre è riuscita a farli durare 2 settimane. Non so come abbia fatto. Alla veneranda età di 44 anni inizio a sospettare di essere stata adottata. Quasi come la nota scena di Star Wars ma alla rovescia "Tu non sei mia madre!".

Ma cappero, l' aneddoto!!!! SCUSATE!! Eccolo:

Periodo natalizio. Come ogni anno decido di preparare dei biscottini da regalare a tutto il cucuzzaro (famiglia mia e di LoveOfMyLife)... mi imbatto nella ricetta dei baci di dama del Maestro Massari

Nota: da qui in poi tutto ciò che è scritto in corsivo è rimasto nella mia testa

Ma è facilissima e poi è del Maestro! Una garanzia! E guarda che carini che sono! Così piccini!!!! Un ammmore! Mica come questi? Prepari l' impasto, lo lasci in frigorifero e poi con calma fai le pallette!
Sì ma la ricetta è per 125 baci. Sono 250 palle! Quando la trovi la voglia di impallettare 250 porzioni di impasto????
Ma sì che poi la voglia ti viene, vedrai!!

Preparo l' impasto. Lo metto in frigorifero e decido allora di andare in giro per regali. Entro in profumeria con la missione di acquistare il regalo per mia cognata. Vado dritta verso il reparto make-up di un noto marchio francese con le idee chiare: un balsamo per le labbra e magari un primer viso da usare come base per il trucco ma anche no (cioè che potesse essere utilizzato anche da solo). Aggancio una commessa. Molto giovane, filiforme, capelli lunghissimi, occhi da cerbiatto ed unghie da grande felino che avrebbero spaventato pure un T-Rex.

LaRiccia: "Buongiorno signorina, mi scusi, posso chiedere a lei?"

Bambi/Simba: "Mi dica"

Ma dimmelo un buongiorno di rimando, no?!? Va beh...

LaRiccia: "Avrei bisogno del Baume à levres della XXXXXX" 

Bambi/Simba: "Glielo cerco subito".
Si guarda attorno, apre un cassetto, pieno di scatolotti di varie dimensioni ma tutte dello stesso colore, nero lucente, con quelle scrittine piccine picciò bianche e tanto eleganti. Ne apre un altro, stessa scena. Insomma apre e chiude con stizza tutti e sei i cassetti ma del baume nessuna traccia. Che quasi quasi volevo mettermi a cercare pure io ma non mi osavo (quelle unghie spaventavano pure me oltre T-Rex).
Bambi/Simba: "Provo a chiedere al collega".

Arriva un ragazzo. Apre un cassetto. Lo chiude. Apre il secondo cassetto. Estrae uno scatolino nero lucente con scritta bianca e lo porge alla collega. Dieci secondi di orologio.

Bambi/Simba: "Eccolo. Le serviva altro?"

LaRiccia: "Sì, guardi, sempre della stessa marca ho visto questa base" gliela indico. "Può essere usata anche senza fondotinta? E' leggera? Mi fa l' effetto mascherone che manco Sbirulino...?"

Bambi/Simba: (che ovviamente non coglie perché all' epoca di Sbirulino probabilmente sua mamma giocava, come me, con le Barbie) "E' leggera. Si stende con facilità. Mi faccia vedere: la sua pelle non è grassa, va benissimo"

LaRiccia: "Mah in verità la mia pelle è mista" ed intanto Machissené della mia pelle?!? Il regalo non è per me!

Al chè, non contenta di essere stata contraddetta, Bambi/Simba se ne esce con 

e qua mi sono sentita proprio Bridget Jones alle prese con quella sua conoscente soprannominata Medusa

Scar/Medusa: "Lei non ha la pelle grassa". 

Scar/Medusa: "La pelle grassa è più un problema delle giovani" 

Scar/Medusa: "Vede?" (e qui è stata dura non cedere alla tentazione di arretrare per metterla meglio a fuoco...perché tanto ormai datata inizio ad esserlo, c'è poco da fare, ed anche il mio fisico inizia a dare i primi segni di cedimento, la presbiopìa prima fra tutti) "La mia pelle tende al grasso."

Accuso il colpo.

LaRiccia: "Lo prendo" Anche solo per romperti le palle con la ricerca

E di nuovo, stessa scena (ahhhhh la saggezza delle persone anziane...)... apre un cassetto, cerca, non trova e chiude seccamente. Ne apre un altro, idem. E così con il terzo ed il quarto. Al quinto si amminchia su scatolotti tutti uguali e con sopra la stessa scritta "Les beiges" (per la cronaca a me serviva "Le blanc de XXXXXX"). Ne apre uno ed il tubetto in esso contenuto era decisamente diverso (guarda caso conteneva un fluido beige e non bianco...). Niente. Chiude il quinto. Riapre il secondo. Apre il sesto. Lo sbatte. Torna sul quinto e si riamminchia sugli stessi scatolotti di prima, ne riapre uno ma guarda caso il risultato è lo stesso: il fluido continua ad essere beige 

Sono prodotti per il trucco mica trasformisti come Arturo Brachetti?!? Non è che perché li hai scossi sbattendo  chiudendo il cassetto mo' so' diventati artro?! 

Cede e va nuovamente alla ricerca del collega di prima che, come prima, arriva, apre un cassetto, lo chiude, apre il secondo ed estrae l' oggetto del desiderio. Lo sporge a Scar che lo prende, me lo allunga ed un po' umiliata dalla rapidità del collega, mi guarda ed esclama "Ehhh... questa marca è tremenda. Le confezioni sono tutte uguali!" 

E qui, mi scuserete, ma non ho proprio potuto evitare 

LaRiccia: "Già... è per quello che mettono le scritte. Basterebbe leggerle."

Bambi muta.

LaRiccia: "Grazie. Auguri di buone feste."

Tornata a casa, animata dalla furia da uno spirito nuovo mi sono messa a fare i baci di dama. Ne sono venuti 147 (di quelli belli e tondi tondi... perché poi ne sono usciti anche alcuni piatti...forse li avevo scaldati troppo con le mani nel formarli)... per cui ho fatto almeno 294 pallette. Tutte uguali perché, come dice il sommo, per una cottura uniforme l' ideale sono 4 gr. a sfera -_-.


INGREDIENTI per 147 baci di dama:

  • 300 gr. di farina 00
  • 150 gr. di farina di mandorle 
  • 150 gr. di farina di nocciole (il maestro utilizza solo farina di mandorle ma accenna al fatto che si può decidere di usare tutta nocciole tenendo presente che queste ultime hanno un sapore più deciso, Io ho optato per un inclusivo mix delle due)
  • 300 gr. di burro
  • 300 gr. di zucchero semolato
  • 50 gr. di albume
  • 3 gr. di sale
  • 375 gr. di cioccolato fondente per farcire

STRUMENTI:

  • planetaria con scudo
  • setaccio 
  • ciotolina
  • marisa
  • bilancia
  • leccarda
  • carta da forno
  • gratella per dolci
  • pentolino per fondere il cioccolato

PREPARAZIONE

Nella ciotola della planetaria ho versato il burro e lo zucchero. Ho azionato la planetaria con il gancio a scudo ed ho fatto lavorare il composto a bassa velocità per qualche secondo. Ho aggiunto la farina di mandorle e di nocciole e riavviato la planetaria. Nel frattempo ho sciolto il sale in una ciotolina con l' albume e l'ho aggiunto al composto. Ho poi aggiunto la farina 00 setacciata e fatto andare la planetaria fino a completa amalgama. 
Ho spolverato il piano di lavoro con un po' di farina, aiutandomi con una marisa ho versato l' impasto sul piano e l' ho spolverato di farina a sua volta. Ho lavorato brevemente per ottenere un rettangolo e l' ho avvolto in pellicola trasparente. Ho messo a riposare in frigorifero per due ore (il tempo dello shopping, in verità).
Ho estratto l' impasto dal frigorifero, acceso il forno impostando la temperatura a 180°C e...mentre il maestro ha creato dei cubetti...io ho staccato pezzetti di impasto di 4 gr. l'uno ed ho creato le pallette che, mano a mano, ho riposto sulla teglia ricoperta di carta da forno.
Ho continuato così fino ad ultimare l' impasto. Le teglie in attesa di essere cotte hanno stazionato in frigorifero.
Ho infornato per 12 minuti e comunque fino a doratura. Ho sfornato le semisfere su una gratella per dolci.
A biscotti freddi, ho sciolto il cioccolato a bagnomaria, ne ho messo un po' su una semisfera, l' ho appoggiata sulla gratella ed ho coperto con un' altra semisfera.

Alla fine ero stanca, soddisfattissima del risultato ma soprattutto molto più calma!!!
Provateli perché questi baci di dama sono una vera delizia.




A presto!
LaGio' Riccia

lunedì 10 gennaio 2022

Frollini solo tuorli del Maestro Montersino

Buon 2022 a tutt*!!!
In questi giorni di festa avrei tanto voluto essere più presente qui, nel mio angolino, ed anche sui vostri blog ma purtroppo il primo giorno di vacanza per me effettivo (quindi successivo a tutti i preparativi nonché festeggiamenti del Natale) mi è accaduta una cosa che... beh... mi ha chiuso un po'.

Il 27 di dicembre, infatti, avevo a piano nella mia personalissima tabella di marcia, tutta una serie di attività volte allo smaltimento dei tuorli pastorizzati avanzati dalla preparazione di un importantissimo dolce che ho regalato il 16 dicembre (ve ne parlerò di sicuro prossimamente). Tali attività riguardavano la produzione di krumiri (un' ennesima ricetta che ricorda ancor di + i krumiri di cui vi parlavo qui sia nel gusto che nella consistenza e che presto condividerò con voi), una frolla di soli tuorli del maestro Montersino e poi magari anche un grande lievitato.

Ma cos'è accaduto? 
Ero presa dalle attività di cui sopra: avevo già sfornato tutte le varie teglie di krumiri, pavevo reparato la frolla di soli tuori (con la quale intendevo provare il mio bellissimo mattarello intagliato a tema natalizio che mi ero regalata nei giorni precedenti) e, in attesa che passasse il tempo di riposo in frigorifero, mi stavo dedicando alla preparazione delle verdure per il pranzo. Il forno era spento con lo sportello socchiuso.
N.d.R.: nella mia cucina accanto al forno c'è la dispensa (un mobiletto angolare).
Nel riporre la bottiglia di olio in dispensa, ho "ciuccato le quote" ossia ho "preso male le misure" ed ho fatto sbattere il fondo della bottiglia dell' olio contro lo spigolo (in vetro) della porta del forno. 
A quel colpo è seguito uno spaventoso rumore di cocci infranti. Il mio primo pensiero è volato ai 7 anni di sfiga che ho visto incrementare sulla mia capoccia (un po' come il numero di vite in un videogioco) e che mi ero appena aggiudicata grazie alla rottura della bottiglia di olio. Ma poi, realizzando che quello a terra era un mosaico di vetri troppo chiari per essere della bottiglia di olio evo, ecco che mi sono dovuta scontrare con l' amara realtà: bottiglia 1 - vetro forno 0. Ad andare in frantumi era stato il vetro del forno!
Potrei tranquillamente fermarmi qui perché sono certa che immaginerete benissimo quello che può essere stato il mio travaglio emotivo. Aggiungo solo che ho pianto ininterrottamente (ma proprio con i singhiozzi, eh?!) per mezz' ora con somma disperazione di LoveOfMyLife che non sapeva più cosa inventare per tranquillizzarmi e per farmi tornare in me (fortunatamente ha evitato di prendermi a schiaffi al grido di "Si calmi! Si calmi!" come in quella scena de "L' aereo più pazzo del mondo").

Io, dal mio canto, ho smesso di piangere (salvo singhiozzare ogni volta che il mio sguardo si posava sul forno) proprio solo per LoveOfMyLife il cui livello di scoramento stava raggiungendo il mio.

Tutti i miei "bellicosi intenti" di produrre teglie su teglie di biscotti vari ed unità di lievitati erano miseramente naufragati in un mare di pezzetti di vetro (che non vi dico per quanti giorni ho continuato a pescare in giro).  Ma poi, a parte questo... la rottura di cabbassisi di dover andare da Ikea (io non amo proprio andarci) ad acquistare un nuovo forno (perché la sostituzione della porta ovviamente era + cara del forno in sé che è uno dei modelli base di Ikea), portarlo a casa, installarlo, etc... dove la mettiamo??? 

Inutile dirvi che finché non sono rientrata in possesso di un forno e finché non l' ho rimesso in pista... per me è stato come non essere in vacanza, ecco. 

Poi però il forno è arrivato e da lì è stato tutto in discesa!

Ecco dunque i frollini solo tuorli e con pochi grassi del maestro Montersino. Che dirvi? Una ricetta di un grande maestro non può che essere garanzia di successo per cui vi potrà sembrare scontato che io la trovi eccezionale. E' una frolla setosa, che non appiccica e che si stende come fosse una plastilina. Essendo al mio primo tentativo con i mattarelli intagliati, non ero certa che potesse essere adatta a questo impiego ma essendo priva di lieviti ho pensato di poter fare un tentativo e...beh... ho fatto bene!!

Ho scoperto questa frolla qui, nel bellissimo blog di Alice. Io ho raddoppiato le dosi ed ho utilizzato lo zucchero a velo (un mix di canna e bianco... ma solo per smaltire la rimanenza di quello di canna che avevo in dispensa) al posto di quello semolato perché l' autrice del post aveva specificato che la ricetta originale prevedeva l' uso dello zucchero a velo.
Ho ottenuto una sessantina di biscotti.

INGREDIENTI per 60 biscotti:

  • 500 gr. di farina 0
  • 120 gr. di zucchero a velo
  • 50 gr. di zucchero a velo di canna
  • 170 gr. di burro
  • 170 gr. di tuorli pastorizzati 
  • i semi di una bacca di vaniglia Bourbon
  • 2 pizzichi di sale

STRUMENTI:

  • ciotola
  • setaccio
  • ciotolina
  • forchetta
  • pellicola per alimenti
  • bacchette in legno dello spessore di 5mm
  • mattarello
  • mattarello decorato
  • coppapasta tondo
  • tappetino microforato in silicone
  • leccarda

PREPARAZIONE

In una ciotola ho setacciato la farina e l' ho mescolata con i due tipi di zucchero a velo e con i semini della bacca di vaniglia. Ho aggiunto il burro tagliato a tocchetti ed ho lavorato con le mani fino ad ottenere un composto sabbioso. In una ciotolina ho sbattuto i tuorli con la forchetta ed i pizzichi di sale e li ho amalgamati al composto di farina, burro e zucchero lavorando brevemente il tutto.
Ho poi avvolto la frolla così ottenuta in pellicola trasparente e l' ho messa a riposare in frigorifero.
A seguito della rottura del forno, ho avvolto la frolla nella carta da forno, sigillato il pacchetto ottenuto in pellicola trasparente e riposto in freezer. 
La sera prima ho messo a scongelare la frolla nel frigorifero, il mattino successivo ho estratto la frolla dal frigorifero mezz'oretta prima di iniziare a lavorarla, ho messo il tappetino microforato sulla leccarda capovolta (in modo tale da evitare che il tappetino si sollevasse a causa dei bordi della teglia),  ho acceso il forno impostando la temperatura di 170°C e mi sono dedicata alla produzione dei biscotti. 

Ho prelevato delle porzioni di impasto e le ho stese su un foglio di carta da forno con il mattarello e le bacchette di legno per creare una sfoglia dallo spessore uniforme di 5mm. Ho poi passato il mio mattarello intagliato e poi ho usato il coppapasta per ottenere i biscotti. 
La frolla si stende perfettamente e non appiccica per cui non necessita di farina per lo spolvero (nemmeno sul mattarello intagliato!).
Ho disposto i frollini ottenuti a mano a mano sulla leccarda.
Ho fatto cuocere per 12 minuti e comunque fino a doratura dei biscotti.






Belli - grazie al mattarello - e buonissimi - grazie alla ricetta infallibile!
Un grande abbraccio e... tanti cari auguri di buon anno a tutti voi! Che questo nuovo anno porti un po' di normalità, salute e serenità in più a tutti.
A presto!
LaGio' Riccia