martedì 10 dicembre 2019

Torcetti al burro - di regalini natalizi ed auguri anonimi

Ma ciao!
Come scrivevo nell'ultimo post, ci siamo. Il Natale è sempre più vicino.
Già pregusto il bello dello stare insieme, del condividere con i miei affetti non solo pasti luculliani ma anche e soprattuto il tempo. Essere in vacanza e poter godere della compagnia dei nostri familiari senza doverci preoccupare delle mille cose da fare, perché il giorno dopo ci attende l'ufficio od il lavoro, è un regalo preziosissimo.
Ma non sarà solo questo.
Arriveranno anche pacchi da scartare e gli auguri...magari plenari, scorrendo la home page di facebook, oppure via whatsapp...dagli amici di sempre ma anche da quelli che sentite solo "alle feste comandate", dai conoscenti e poi, in alcuni casi sparuti, anche da numeri che non avete in rubrica ^_^. Vi è mai capitato?
A me sì. Nel 2017, a voler essere precisi.
In circostanze di questo genere, la prima cosa che viene da pensare è un errore del mittente.
Non era quello il caso perché chi mi scriveva porgeva "tanti auguri" a "Gio' Gio'"...soprannome con cui ben poche persone hanno l'ardire di apostrofarmi (a me sto "Gio' Gio'" fa tanto "Yo-yo"...decidete voi se il gioco o la merendina).
I pochi coraggiosi in questione, però, si erano già fatti vivi.
Quindi chi poteva essere 'sto benedetto +39 che mi scriveva?!?!?
La cosa più sensata sarebbe stata chiederlo al diretto interessato (l'anonimo) ma io mi sono limitata a ricambiare gli auguri.
Nei giorni successivi alle feste, facendo "pulizia" dei messaggi, incappai nuovamente in questa chat dell'anonimo e decisi di conservarla per un secondo momento al grido di: "Al prossimo giro se questa/o tizia/o mi scrive di nuovo, io, 'Cu minkia sei??' glielo chiedo!".
Secondo voi com'è andata a finire?

...svariati mesi dopo...
Vibrazione del cellulare. Nuovo messaggio Whatsapp.
Apro e, sorpresa delle sorprese, è 'sto benedetto +39 che mi saluta e mi chiede come sto...a quel punto mi cospargo il capo di cenere e gli chiedo di identificarsi (non proprio "Chi siete? Dove andate? Cosa portate?" ma poco ci manca).
Lui - perché di lui trattavasi - si identifica. Un ex-collega mio coetaneo con cui tanti anni fa mi era capitato di andare a pranzo, insieme al gruppo di lavoro dell'epoca, e che nemmeno ricordavo potesse avere il mio numero di cellulare. In ogni caso una persona simpatica e gradevole (per quanto solita ad erudire gli altri sullo scibile umano...a 360°...quindi un tripudio di "io so come si fa", "ti spiego io come funziona...", etc...).
Ad ogni modo gli spiego che il suo numero era andato perduto anni prima con lo scippo del cellulare su cui era memorizzato e bon.
Dopo qualche scambio di convenevoli, mi scrive che gli è venuta voglia di sentirmi perché il giorno prima,recandosi in auto al lavoro, gli è capitato di incrociare una ragazza molto somigliante a me.
Dopo una breve indagine un botta e risposta del tipo:
LaGio': "Ma dove lavori?"
'sto benedetto +39: "@#  yy!xzm?ndr"

Emerge che lavoriamo ad un tiro di schioppo e che probabilmente quella che aveva visto il giorno prima non era una che somigliava a me ma ERA me cioè ERO me insomma ERO IO(ehm).
Tutto molto bello ma... insomma stavo anche a lavora'... faccio per accomiatarmi e lui:
'sto benedetto +39:"Beh dai allora, dato che lavoriamo così vicini, qualche volta potremmo pranzare insieme!"
LaGio': "Volentieri, magari estendo anche agli altri così rimettiamo insieme la vecchia combriccola! Buon proseguimento! Ciao.".

Invio.
Accanto a 'sto benedetto +39 vedo comparire la scritta verde "sta scrivendo..." subito sostituita da "online".
Ed ecco lì che arriva la frase di chiusura di lui...la frase che in un certo senso mi ha fatto realizzare perché la perdita del suo numero di cellulare non mi aveva fatto strappar via i ricci dalla disperazione:
'sto benedetto +39:"Ho un buon ricordo di te. Non farmene pentire."

Silenzio (mio).
(Avreste dovuto vedere la mia faccia)

Rileggo il messaggio.

Avevo letto bene.
EEEEHHHHHHH????
Cos'avrà voluto dire?!?!?!?! Una cosa del tipo: "non fare come quelli che dicono 'sì, sì organizziamo e poi non lo fa mai' perché rovineresti il bel ricordo che ho di te"?
Ma soprattutto...questo tono...velatamente "intimidatorio"?!?!?! Che cosa mi voleva significare???
Comunque, proprio in virtù di quel suo "buon ricordo" ho replicato con una faccina col sorriso (tiratissimo, vi assicuro) della serie "assecondalo" - come si fa con i matti (perché l'alternativa del fingermi morta non era percorribile) -  ma che suonava un po' come la scena in Chiesa di  "Non ci resta che piangere":
"con lo sguardo le devi far capire che hai capito!"
"Sì, sì ho capito"
ed ho evitato di rispondergli cose del tipo:
"beh...il ricordo che hai tu di me è solo un problema tuo" oppure
"il tuo ricordo è sbagliato perché sono una pessima persona e, rispetto a quando andavamo a pranzo, adesso non solo lo dò a vedere ma anche a sentire" oppure - e vi assicuro che ero nell'animo di propendere per questa opzione - un catartico
"Ma VAFF...ULO vaaaaaaaaaaa!".

Vi chiederete: "Si sarà fatto vivo di nuovo?". La risposta è: sì. Motivo: aggiornarmi sulla sua vita professionale ^_^. Boh?!
Perplessità.

Ma torniamo alle vere ragioni del post: mostrarvi una delle opzioni che a Natale andranno a riempire i sacchettini di cellophane per le persone che mi stanno più a cuore.
Quest'anno (qui potete vedere le scelte degli scorsi anni) ho deciso di provare a cimentarmi nei torcetti al burro.
I torcetti sono un dolce tipico di Lanzo (TO).
Se cercate in rete ne troverete di diversi tipi ma quelli che io sono solita vedere quando bazzico nelle pasticcerie di Lanzo sono sostanzialmente di due tipologie: al miele - più sottili e croccanti e dal colore più caramellato - ed al burro - più cicciotti, friabili e chiari (questi ultimi prodotti nel Biellese).
Io li trovo ottimi entrambi!!!
La ricetta che vi propongo proviene da un numero della rivista "Ci piace". Vi dico subito che, rispetto ai torcetti cui sono abituata, questi sono croccanti fuori e morbidi dentro mentre quelli che mi è capitato di acquistare (confezionati o di pasticceria) sono friabili.
Il sapore è proprio identico, invece.

Riporto qui la mia versione della ricetta perché, come al solito, ho fatto una variazione: ho raddoppiato le dosi degli ingredienti per avere più torcetti ma lasciato invariate le dosi di lievito di birra (quindi, rispetto alla ricetta originale, ho dimezzato le dosi di l.d.b.).
Altra piccola variazione nella lavorazione: la ricetta indicava di ricavare dei bastoncini di 10 cm di lunghezza ed 1 cm di diametro. Per ottenere un torcetto con l'occhio bello aperto, ho fatto dei bastoncini lunghi 15-20 cm. In questo modo il buco rimane bello largo e quindi non si chiude in cottura (a causa della lievitazione del torcetto).

INGREDIENTI per una 50na di torcetti:
  • 500gr. di farina 00 + per il piano di lavoro
  • 200gr. di zucchero di canna
  • 160gr. di burro a temperatura ambiente
  • 200ml. acqua
  • 100gr. di zucchero semolato
  • 3gr. di lievito di birra
  • un pizzico abbondante di sale
STRUMENTI:
  • planetaria
  • spianatoia
  • leccarda
  • carta forno 
  • teglia o piatto in cui versare lo zucchero per "impanare" i torcetti
PREPARAZIONE dei torcetti:
Ho spezzettato il lievito nella ciotola della planetaria, vi ho versato l'acqua tiepida e l'ho fatto sciogliere.
Ho aggiunto la farina setacciata e lo zucchero semolato.
Ho azionato la planetaria a velocità media, con il gancio, ed ho fatto lavorare l'impasto fino a quando non si è staccato dalle pareti della ciotola.
Ho poi aggiunto il sale ed il burro a tocchetti (quest'ultimo in più riprese aggiungendo un secondo pezzo solo al completo assorbimento del primo).
Ho fatto lavorare la planetaria fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico. Vi confesso che la tentazione è stata troppo forte: ho preso l'impasto e l'ho ribaltato alcune volte nella ciotola. Gli ho fatto anche delle pieghe di tipo 2 perché era davvero una gioia maneggiarlo!
Ho poi formato una palla, coperto con pellicola alimentare e lasciato lievitare al caldo e lontano da correnti fino al raddoppio (3 orette e mezza circa).
Ho messo lo zucchero di canna dentro una teglia rettangolare bassa.
Ho acceso il forno impostando la temperatura di 200°C.
Ho poi ripreso l'impasto, l'ho lavorato sulla spianatoia infarinata. Ho staccato dei pezzetti di impasto e ricavato dei cilindretti lunghi 15-20 cm e di 1 cm di diametro, li ho passati nello zucchero di canna e li ho chiusi dando la tipica forma del torcetto (ho pinzato le estremità ottenendo una sorta di goccia).
Li ho messi sulla leccarda rivestita di carta da forno ed infornato per 15 minuti.
Li ho sfornati e messi a freddare sulla gratella.


Indovinate a chi sono andati i torcetti nelle scatole di latta??? ...ai colleghi, sì... ^_^


Questi torcetti, riposti in un barattolo di vetro a chiusura ermetica, si sono conservati ben 2 settimane (solo perché io continuo ad essere a dieta altrimenti non avrebbero visto nemmeno la luce del giorno dopo ^_^).


Alla prossima...
LaGio' Riccia

lunedì 2 dicembre 2019

Fiocchi di neve - i lunedì, quelli dolci.

Siamo a dicembre.
Incredibile!
E dire che, di rientro dalle vacanze estive (non so voi ma in genere finite delle vacanze la mia mente vola subito alle successive), questo traguardo mi sembrava così lontano...! Tanto lontano da non spingermi nemmeno a fare il conto dei giorni per la paura di quel numero così grande.
Invece, eccolo qua, dicembre... che poi per me è sinonimo di "Natale", diciamocelo, sebbene provino ad anticiparlo sempre di più iniziando già in novembre a mettere in vendita pandori e panettoni ed alcuni più avvenieristi, ad addobbare i negozi.
Oltre ad essere sinonimo di "Natale", o forse proprio per questo, per me dicembre vuol dire anche freddo e NEVE.
Fare brioches e provare nuovi impasti mi dà molta soddisfazione perciò quando incappo in ricette interessanti mi segno il link in attesa di riuscire a provarle, prima o poi.
In certi periodi dell'anno, poi (tipo questo), il passaggio da "piove" a "fa freddo" a "stiamo a casa" ad "accendo il forno" è praticamente immediato.
Così pensando al freddo ed alla neve, ecco che mi sono venuti in mente questi...pasticcini? bocconcini? Di pasta brioche pieni pieni di crema soffice detti "fiocchi di neve".
La prima volta che vidi questa ricetta e scoprii della sua esistenza fu qui, dalle dolcissime condomine.
La ricetta che ho rifatto, però, proviene da qui.
Ho raddoppiato le dosi di impasto, quindi raddoppiato le dosi di tutti gli ingredienti, fatta eccezione per quelle di lievito, perché mi sembrava già sufficiente.

Quando poi ho realizzato che, nell'ordine:
a. stavo impastando una cosa come 40 brioches
b. per giunta ripiene quindi non congelabili
c. quelle 40 brioches se le sarebbe smazzate LoveOfMyLife (che, come ben sapete, in questo è il mio complemento: è magro, non è goloso e mangia per puro sostentamento) perché io sono a dieta (leggete la parentesi di LoveOfMyLife e fatene l'opposto), ho pensato di fare la dose normale di crema di latte per farcire le brioches e quindi ricavare il numero di fiocchi di neve previsti dalla ricetta e, col restante impasto, fare delle altre briochine da congelare e da lasciare (a scaldare sul termosifone) per colazione a LoveOfMyLife.

Per cui quelli che trovate di seguito sono gli ingredienti per 20 FIOCCHI DI NEVE e 9 brioches vuote.
Direte:
"Ok le brioches vuote... ma i fiocchi di neve sono 20!!! Alla faccia del 'mangia solo per sostentamento'"...

ok ok...i restanti Fiocchi di neve sono andati ai miei colleghi: se è vero che il lunedì mattina è il momento più difficile della settimana, allora val la pena renderlo un po' più dolce.

Altre note
Ho utilizzato gli ingredienti provenienti dal frigorifero (lievito compresso, burro, acqua e latte) a temperatura ambiente per cui li ho tirati fuori già la sera prima.
Inoltre ho fatto sciogliere il lievito spezzettato nel latte tiepido.
Dopo una lievitazione di due ore, ho messo l'impasto a maturare nel frigorifero per 3 ore. Ho poi estratto la ciotola dal frigo, formato i fiocchi e le brioches e lasciato lievitare fino al raddoppio (per me un'oretta circa).

INGREDIENTI per l'impasto di 20 fiocchi farciti e 9 brioches vuote:
  • 250 gr. di farina 00
  • 200 gr. di farina Manitoba
  • 80 gr. di burro (a temperatura ambiente)
  • 80 gr. di zucchero semolato
  • 8 gr. di lievito di birra fresco (a temperatura ambiente)
  • 170 gr. di latte intero (tiepido)
  • 80 gr. di acqua (a temperatura ambiente)
  • 1 pizzico abbondante di sale fino
  • 1 bacca vaniglia (i semini)
  • latte per spennellare
  • zucchero a velo q.b. per decorare a farcitura ultimata
INGREDIENTI per la farcia (per 20 fiocchi):
  • 250 gr. di latte intero
  • 50 gr. di zucchero semolato
  • 20 gr. di amido di mais
  • 300 ml. di panna fresca
  • 20 gr. di zucchero a velo
  • 1/2 bacca vaniglia (i semini)
STRUMENTI:
  • 2 pentolini 
  • planetaria con gancio ad uncino
  • pellicola per alimenti
  • ciotola
  • frusta a mano
  • fruste elettriche 
  • sac à poche con bocchetta liscia
  • tarocco
  • 2 leccarde 
  • carta da forno 
  • pennello per spennellare
PREPARAZIONE delle brioches:
Ho intiepidito il latte intero e vi ho sciolto il lievito di birra spezzettato.
Nella ciotola della planetaria ho messo gli ingredienti secchi: le due farine, lo zucchero semolato, il sale e la polpa della bacca di vaniglia e li ho mescolati.
Ho poi versato l'acqua ed il latte con il lievito.
Ho avviato la planetaria con il gancio ad uncino e fatto lavorare fino a che l'impasto non si staccava dalla ciotola lasciandola bella pulita.
A questo punto ho incorporato il burro a pezzetti ed in più riprese aggiungendo un nuovo pezzo solo al completo assorbimento del precedente.
Assorbito tutto il burro ho lavorato l'impasto con le mani (una goduria) e fatto anche qualche piega di tipo 2.
Quando l'impasto è diventato bello morbido ed elastico, ho fatto una palla e l'ho messa a riposare nella ciotola coperta con pellicola per alimenti ed avvolta dalla mia copertina per impasti.
Ho lasciato lievitare per 3 ore poi ho preso l'impasto, l'ho sgonfiato a mano, l'ho impastato un po', l'ho messo a maturare in frigorifero (ponendolo nella ciotola coperta di pellicola).
Ho messo la ciotola in cui montare la panna e le fruste nel freezer.

PREPARAZIONE della crema di latte:
Ho intiepidito il latte con i semini della mezza bacca di vaniglia. In un pentolino a parte ho mescolato amido e zucchero e vi ho aggiunto il latte intiepidito.
Ho messo il composto sul fuoco e mescolato con una frusta a mano fino ad addensamento.
Ho tolto dal fuoco e messo a raffreddare con pellicola a contatto.
Nel frattempo ho montato la panna a neve ben ferma con lo zucchero a velo (che ho aggiunto solo quando ho visto che le fruste lasciavano la traccia del loro passaggio sulla panna).
Ho messo la panna in frigorifero.
Quando anche la crema al latte era fredda, l'ho aggiunta alla panna montata ed usato le fruste elettriche per amalgamarle.
Ho inserito la crema ottenuta in una sac à poche con bocca liscia e messo in frigorifero in attesa del suo utilizzo.

DOPO LA MATURAZIONE dell'impasto:
Trascorse 3 ore di maturazione (l'impasto era molto gonfio e teso) ho estratto la ciotola dal frigorifero e, sul piano di lavoro, ho staccato:
- 20 pezzetti da 20 gr. ciascuno a cui ho dato la forma di palline (i fiocchi)
- 9 pezzetti da circa 50 gr.. Da ciascun pezzo ho ricavato una treccia (quindi ho diviso il pezzo in tre, ho creato 3 salami che ho intrecciato) che ho chiuso arrotolandola a spirale su se stessa.
Ho messo a lievitare per un'oretta circa.

Ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C. Raggiunta la temperatura, ho spennellato i fiocchi con il latte e li ho fatti cuocere per 10-12 minuti (non devono dorare troppo).
Ho spennellato anche le brioches che però, in quanto più grandi, ho fatto cuocere 20 minuti.

A cottura ultimata ho sfornato i fiocchi, ho aspettato 2 minuti di orologio e poi li ho farciti subito (vanno farciti caldi in modo tale che l'impasto ceda ed accolga la maggiore quantità di crema possibile) praticando un buco nella parte inferiore ed inserendovi la sac à poche (vi accorgerete che il fiocco si riempirà e sarà bello ciccio).
Ho atteso un'ora prima di farli assaggiare a LoveOfMyLife.
Il suo verdetto "Sono proprio buoni!"... ed io sono andata in brodo di giuggiole.






Qui vedete una brioche con le gocce di cioccolato perché ero partita con le migliori intenzioni...poi quando ho visto che le gocce scappavano ovunque mi sono detta...o meglio, ho detto loro:
 "Scappate? Allora tornatevene nel barattolo!".




Alla prossima...
LaGio' Riccia

lunedì 4 novembre 2019

Cantucci con farina di castagne, gocce di cioccolato fondente e mandorle

Qui vi scrivevo del mio sconfinato amore per le castagne. Caldarroste, per la precisione...tanto da far credere - e giustamente, aggiungerei - che la ricetta in esso trattata vedesse questo meraviglioso frutto tra i suoi ingredienti.

INIZIO PARENTESI: 
Tra l'altro - e sti ca##i, direte voi - in quanto a caldarroste io ho già dato! Per il mio compleanno anziché concedermi una fetta di questa torta, ho diviso con mia sorella un preziosissimo cartoccio di caldarroste.
Ho anche scoperto che un prestigioso marchio di frutta secca ha messo in commercio delle confezioni di caldarroste già pulite e pronte alla consumazione dopo un breve passaggio nel microonde o nel forno tradizionale. Inutile dirvi che ho provato pure quelle ^__^
FINE PARENTESI

Mi rifaccio con questo post novembrino e, chissà, magari prima della fine del mese riesco a pubblicarne un altro!
Se da piccina alla parola "castagna" associavo subito le caldarroste perché in casa questo era il modo classico di consumarle, crescendo ho imparato ad apprezzarle anche lessate.
Sapevo dell'impiego della farina di castagne nel "castagnaccio" (che, però, non ho mai provato) ma poi, anni fa, ad un mercatino agroalimentare, ho trovato dei deliziosi biscotti con la farina di castagne e mi si è aperto un mondo!
Chissà perché non avevo mai guardato alla farina di castagne come ad una qualsiasi farina, quindi, al suo utilizzo nelle paste ma soprattutto nei prodotti da forno quali pani, biscotti e torte.
Avendo una confezione di farina di castagne da smaltire e volendo domandarvi scusa per il depistaggio del post che vi ho citato nel mio incipit, ho pensato di preparare questi cantucci con farina di castagne, gocce di cioccolato fondente e mandorle.
Anche perché la loro preparazione è molto più semplice e veloce del cospargermi il capo di cenere (no, dico, ma ve la immaginate la camurrìa con 'sti ricci?!?!?!).

Questi cantucci hanno riscosso molto successo. Spero possano piacere anche a voi!

INGREDIENTI per una 50na di cantucci:
  • 180gr. di zucchero di canna
  • 230gr. di farina di castagne
  • 120gr. di farina di riso
  • 50gr. di farina 0 (ma solo perché avevo terminato la farina di riso)
  • 3 uova
  • 1 cucchiaino di lievito istantaneo x torte salate(va bene anche quello classico per dolci ma io cerco di evitarlo per la presenza di vanillina)
  • 2 cucchiai di latte parzialmente scremato
  • 100gr. di gocce di cioccolato fondente
  • 100gr. di mandorle sgusciate
STRUMENTI:
  • ciotola
  • fruste elettriche
  • setaccio
  • spianatoia
  • leccarda
  • carta forno 
  • coltello
PREPARAZIONE dei cantucci:
Ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C.
In una terrina con l'ausilio delle fruste elettriche ho montato le uova con lo zucchero fino a sciogliere quest'ultimo.
Ho setacciato sul composto di uova e zucchero le tre farine con il lievito alternando con il latte.
In ultimo ho aggiunto le gocce di cioccolato e le mandorle.
Ho lavorato il composto sulla spianatoia e creato 2 rotoli alti 2 cm e larghi 5 cm che sono poi andata a posizionare, distanziati, sulla leccarda
rivestita di carta forno ed ho infornato.
Trascorsi 25 minuti ho sfornato i salamoni, ho atteso 5 minuti (i cantucci sono molto friabili perciò questa attesa è necessaria per evitare che si sbriciolino al taglio), e li ho tagliati a fettine oblique di 2 cm.
Ho appoggiato nuovamente sulla teglia ogni cantuccio (li ho adagiati su un lato) e fatto cuocere altri per altri 5 minuti ( x biscottarli).
Li ho sfornati e messi a freddare sulla gratella.

Si conservano in una scatola di latta anche una decina di giorni (ci sono miracolosamente arrivati solo perché io sono a dieta e LoveOfMyLife, che mi è "modella dentro", se ne concedeva non più di due a sera...ad onor del vero poi richiudeva la scatola e la metteva via per fermarsi appunto a due).




Alla prossima...
LaGio' Riccia

giovedì 17 ottobre 2019

Torta paradiso al cioccolato con crema al latte - CENTO! CENTO! CENTO!

Ma ciao a tutti!!!
Eccomi tornata eccezionalmente per la seconda volta nello stesso mese (il MIO mese) per festeggiare con voi!
Dovete sapere che i battenti di questo mio piccolo angolino, aprivano ben sei anni e mezzo fa.

Un'età mica da poco?! Per dire...io che facevo a 6 anni e mezzo?
Stavo per finire la prima elementare a Diano Castello.
Il gesso al braccio destro lo avevo ormai tolto ed avevo reimparato a scrivere con la destra (in attesa che mi togliessero il gesso, avevo dovuto imparare a scrivere con la sinistra).
Trascorrevo i pomeriggi a fare i compiti, disegnare cornicette, giocare con le Barbie.
Avevo una miriade di Puffi.
Appena trovavo una superficie liscia, la decoravo con i miei preziosissimi timbri di Poochie.
Speravo ardentemente che la mamma mi comprasse un Popple (che arrivò...ma qualche anno dopo).

Ma torniamo ai giorni nostri...

Giustamente direte "beh...d'accordo che sei anni e mezzo sono una bella età...ma è un po' strana da festeggiare, o no?!".
LaGio' Riccia: "avete ragione anche voi ma dovete sapere che quello che voglio festeggiare con voi è il mio 100-esimo post!"



Il 100-esimo post, ad onor del vero, era il precedente, quello dei biscotti alla crema spalmabile di pata-pim e pata-pem.
Per festeggiarlo ho scelto di postare quella che è la torta che ho scelto di regalarmi per il mio compleanno (che è stato il 15)...o meglio...di portare in ufficio ai miei colleghi in occasione del mio 42-esimo compleanno.
Al solito io sto a dieta (da due giorni ho anche un violento mal di denti) perciò non l'ho assaggiata ma i miei colleghi hanno apprezzato (tra l'altro sono ancora vivi).

Torta paradiso al cioccolato farcita. La ricetta proviene dal blog "Ho voglia di dolce".
Al solito ho fatto qualche variazione (ho sostituito l'olio di semi con l'olio di cocco modificandone leggermente la quantità, ho realizzato una bagna al Grand Marnier ed usato uno zucchero a velo fatto da me e che non si scioglie).
Quella che riporto è la mia versione.


INGREDIENTI per uno stampo da 24 cm:
  • 200 gr. di farina 00
  • 50 gr. di fecola di patate
  • 20 gr. di cacao amaro
  • 3 uova medie a temperatura ambiente
  • 175 gr. di zucchero semolato
  • 95 ml. di olio di cocco
  • 125 gr. di yogurt bianco 0,1% di grassi a temperatura ambiente
  • 100 ml di latte parzialmente scremato a temperatura ambiente
  • 2 cucchiaini di estratto di vaniglia 
  • 1 bustina di lievito per dolci ( 16 g)
  • 1 pizzico di sale
per la bagna al Grand Marnier:
  • 60 g di acqua
  • 40 g di Grand Marnier
  • 45 g di zucchero
per la farcia:
  • 200 gr. di panna da montare vegetale zuccherata fredda
  • 100 gr. di panna da montare non zuccherata (vaccina, che si trova nel banco frigo) fredda
  • 90 gr. di latte condensato freddo
  • crema spalmabile al cioccolato fondente 
per zucchero a velo che non si scioglie:
  • 200 gr. di zucchero semolato
  • 28 gr. di cioccolato bianco
  • 8 gr. di amido di mais o maizena
STRUMENTI:
  • coltello
  • mixer
  • ciotola
  • fruste elettriche
  • leccapentole
  • setaccio
  • stampo a cerniera da 24 cm 
  • carta forno 
  • pentolino
  • sac à poche con beccuccio liscio e largo 
  • pennello
PREPARAZIONE della torta:
Ho preparato lo stampo: ho applicato un foglio di carta da forno sul fondo l'ho fissato chiudendo l'anello. Ho unto con l'olio di cocco i bordi ed applicato delle strisce di carta forno.

Ho acceso il forno impostando la temperatura di 170°C.

Ho rotto le uova in una ciotola e le ho montate (usando le fruste elettriche) con lo zucchero e l'estratto di vaniglia.
Ho poi aggiunto lo yogurt a temperatura ambiente e successivamente l'olio di cocco (io l'ho messo in una ciotolina sul termosifone in modo che tornasse allo stato liquido. L'olio di cocco, infatti, a temperature inferiori ai 25°C si solidifica).
Ho continuato a mescolare ed ho aggiunto gradualmente, alternando con il latte a temperatura ambiente, la farina setacciata con la fecola, il cacao ed il lievito.
In ultimo ho aggiunto il pizzico di sale. Ho mescolato per bene e versato nello stampo a cerniera.
L'impasto risultava abbastanza liquido per cui non è stato necessario "battere" la teglia per togliere eventuale aria.
Ho infornato per 40 minuti (controllate la cottura con lo stecchino).
Ho poi sfornato e messo a freddare sulla gratella per dolci.

Io ho decorato la torta il giorno dopo (ma voi potete procedere quando la torta è FREDDA..diciamo dopo 3-4 ore dacché l'avete sfornata).
Ho quindi predisposto le varie preparazioni per l'assemblaggio:
- ho messo la ciotola e le fruste per montare la panna in freezer
- mi sono dedicata alla preparazione della bagna al Grand Marnier che copio para para dal mio post della torta di carote desnuda
- ho preparato la crema per la farcia
- ho preparato lo zucchero a velo che non si scioglie

PREPARAZIONE della bagna:
In un pentolino ho mescolato l'acqua con lo zucchero ed ho fatto sobbollire per 3 minuti.
Una volta freddo ho aggiunto il Grand Marnier. Se volete diminuire il grado alcolico, aggiungete il liquore quando acqua e zucchero sono ancora caldi in modo tale che l'alcool evapori.

PREPARAZIONE della crema:
Un'ora prima della preparazione della crema ho messo la ciotola da usare per montare la panna e le fruste nel freezer.
Ho montato a neve ben ferma la panna vegetale fredda unita a quella vaccina (io non avevo i 300 gr. di panna vegetale per cui mi sono arrangiata così. Voi potete usare tutta panna vaccina o tutta vegetale).
Ho poi aggiunto il latte condensato freddo ed ho amalgamato.
Ho riposto la ciotola con la crema in frigorifero.

PREPARAZIONE dello zucchero a velo che non si scioglie:
Questo zucchero a velo mi è tornato molto utile perché, dovendo portare la torta in ufficio, non volevo essere obbligata a portarmi dietro zucchero a velo e colino per dover rispolverare la torta.
L'amido ed il cioccolato bianco assorbono l'umidità e fanno sì che lo zucchero non si sciolga.
Ho versato in un mixer lo zucchero, l'amido di mais ed il cioccolato bianco ridotto a pezzetti e frullato a piccoli colpetti.
Ho utilizzato un colino a maglie strette per capire se lo zucchero era sufficientemente fine.
Una volta pronto, ho riposto lo zucchero in un barattolo di vetro. 

ASSEMBLAGGIO E DECORAZIONE della torta:
Se non volete lasciar riposare la torta tutta la notte, lasciate almeno trascorrere le 3-4 ore di riposo prima di decorarla.
Ho messo la torta sul piatto di servizio (io ho usato un centrino in plastica rigida) e l'ho tagliata in due.
Ho bagnato abbondantemente il bordo inferiore con la bagna (io ho utilizzato un pennello...se avete uno spruzzino ancora meglio!).
Ho applicato il bordo dello stampo a cerniera attorno alla torta e l'ho chiuso.
Ho spalmato uno strato generoso di crema spalmabile al cioccolato ed ho livellato bene.
Ho inserito la crema al latte nella sac à poche ed ho applicato uno strato bello generoso (di circa 2 cm) su tutta la superficie.
Ho adagiato l'altro strato di torta e riposto in frigorifero per almeno 2-3 orette.
Trascorso il tempo di riposo, ho aperto il cerchio e l'ho tolto.
Con una spatola ho cercato di uniformare "lisciare" la crema lungo i bordi della torta.

Ho spolverato la superficie della torta con lo zucchero a velo che non si scioglie.



Questi i poveri resti...




Alla prossima...
LaGio' Riccia

martedì 1 ottobre 2019

Biscotti di crema spalmabile di pata-pim e pata-pem

Adoro le caldarroste.
Se possedete un blog ed avete pubblicato un post con cui date il benvenuto all'autunno, in cui vi rallegrate del ritorno del fresco, del poter sorseggiare una bella tazza di tè magari accompagnata da una fetta di torta o da un biscottino, etc... allora sicuramente vi sarete ritrovate con un mio commento nel quale manifesto lo stesso entusiasmo per il ritorno delle caldarroste.

Le adoro.
Lo so, l'ho già scritto ma è più forte di me.
Il profumo, la consistenza, il sapore mi mandano in brodo di giuggiole. Riesco anche a sopportare le screpolature che mi provoco alle dita nel cercare di scalfirne il guscio (seconde, in quanto a rognosità, solo ai tagli provocati dalla carta).
Riesco a desistere dal comprarle quando le vedo sui banchi del mercato perché prepararle è un po' noioso.
Non sempre le acquisto dai banchetti che popolano le strade del centro perché, va bene che mi piacciono, ma spendere 5€ per sei castagne in croce che magari nascondono al loro interno un ospite mi sembra una follia (e poi sono pur sempre ligure, belìn!).
Ma quando la mia mamma me le fa trovare belle arrostite, solo da sgusciare...beh...è la fine. Potrei non avere un fondo.

E' accaduto sabato, dopo pranzo.
Io: "sento profumo di caldarroste" (che fa tanto "Oh oh! Mi è semblato di vedele un gatto!", ne sono consapevole)
Mamma, con sguardo di intesa: "vai a vedere dietro il cuscino sul divano..."

Con l'entusiasmo della gagna che la mattina del 25 Dicembre corre a controllare se nella notte si sono materializzati i pacchi infiocchettati, mi fiondo in salotto, con estrema cautela sposto il cuscino e scorgo un fagotto fatto con un plaid. Lo apro ed ecco comparire un sacchetto del pane con dentro le caldarroste tiepide.

Il mio tesssorooooo!!!!

Viste le premesse penserete me le sia mangiate tutte. No. Le ho sbucciate tutte, questo sì, ma le sto centellinando. Ne mangio due a pasto per togliermi la voglia, prolungare il piacere e non avere sensi di colpa (ehm....pare uno spot di articoli erotici...sono consapevole anche di questo).
E mentre sono lì che me le gusto mi ritrovo a pensare "Ma non potrebbero piacermi allo stesso modo, che so?! i gambi di sedano?" (n.d.R.: tanto per citare un qualcosa di poco calorico e salutare).
Da lì, sulla scia del vittimismo più sfrenato, mi ritrovo a pensare che le cose che mi piacciono di più sono quasi sempre killer della perfetta silhouette (n.d.R.: il pane, le focacce, le brioches, etc...).
Poi, per distrarmi dall'elenco estremamente popoloso, inizio a pensare che, incredibilmente, sono immune al fascino di altri alimenti altrettanto pericolosi e per cui altre persone stravedono.
Uno fra tutti?
La nutella crema spalmabile di pata-pim e pata-pem (nome di fantasia per tutelarne la privacy).
Ebbene sì, proprio lei.
Per carità: ne riconosco il fascino (soprattutto spalmata su una fetta di pane...anche se preferisco dieci volte tanto pane e salame) ma ne faccio tranquillamente a meno.
E non è una questione di "avercela sotto mano" perché anche quando me ne capita un barattolo per casa, o me lo dimentico (LoveOfMyLife mi è testimone: ne ho fatto scadere uno ancora sigillato) o lo guardo con lo stesso interesse con cui la mucca guarda il treno che passa.
Sempre sabato (ma guarda un po' che giornata pregna di avvenimenti...tra gli altri sono andata dal parrucchiere e mi ritrovo di nuovo con i capelli corti, dannazione) ho ricevuto la bomboniera per il Battesimo del figlio di miei conoscenti.
Che cos'era?
Indovinate un po'?? Un bel barattolo di crema spalmabile di pata-pim e pata-pem!
"E mo' che ci faccio con questa???", ho pensato.
(Non essendone una grande consumatrice, non la impiego nemmeno molto in ricette...sebbene sia comparsa nel mio precedente post... porca miseria...due ricette di fila con sta crema...pensa se non ne eri immune!)
Risposta? I nutellotti Biscotti di pata-pim e pata-pem!!
Facili da fare, veloci e, mi dice la regia, buoni (che ci crediate o no, io non li ho nemmeno assaggiati).
Non sono in grado di citare la fonte perché credo di aver visto la stessa ricetta in almeno una ventina di blog diversi.
Rispetto alla classica ricetta io ho raddoppiato le dosi perché il barattolo che mi è arrivato tra capo e collo era da 450 gr. (le 750 ricette che ho visto ne prevedono 180 gr).
Ho ottenuto circa una quarantina di biscotti da 20 gr. ciascuno (le 750 ricette che ho visto prevedono pallette di 25 gr. l'una).


Ingredienti per circa 40 biscotti:
  • 360 gr. di crema spalmabile di pata-pim e pata-pem
  • 300 gr. di farina 00
  • 2 uova
Per decorare:
  • crema spalmabile di pata-pim e pata-pem
Strumenti:
  • ciotola
  • forchetta 
  • coppetta
  • leccapentole
  • 2 leccarde  
  • carta da forno 
  • cucchiaio di legno
  • sac à poche con bocchetta a stella
  • gratella per dolci
Ho rotto le uova in una coppetta e le ho sbattute con una forchetta (la rima è casuale).
Ho versato la crema (morbida ma non troppo sciolta) in una ciotola (santo leccapentole!!!), aggiunto le uova e mescolato affinché i due ingredienti si amalgamassero.
Ho poi aggiunto la farina e mescolato fino ad ottenere un panetto lucido, compatto e non appiccicoso.
Ho foderato le leccarde con carta da forno ed ho acceso il forno impostando la temperatura di 150°C.
Senza tempi di riposo in frigorifero ho iniziato a staccare pezzetti di impasto del peso di 20 gr. ciascuno ed a ricavare da ciascuno tante palline che
a mano a mano ho messo sulla leccarda.
Completata la prima teglia ho praticato un incavo in ciascun biscotto utilizzando la base del manico del cucchiaio di legno ed ho infornato per 15 minuti.
Nel frattempo ho preparato la seconda teglia ed infornato appena potuto.

Passato il tempo di cottura, ho estratto la teglia dal forno e rimarcato gli incavi dei biscotti eventualmente rigonfiati (caldi i biscotti sono morbidi e lavorabili).
Ho lasciato raffreddare i biscotti nella teglia e li ho messi poi su una gratella.
Ho riempito la sac à poche con altra crema e l'ho messa a riposare in frigorifero per una mezz'oretta. Trascorso il tempo, l'ho estratta ed ho decorato i
biscotti con dei ciuffetti di crema nell'incavo.



Un abbraccio,
a presto!
LaGio' Riccia.

mercoledì 11 settembre 2019

Torta gelato Millefoglie... per IL buon proposito

Ma ben trovat* tutt*!!!
Come state? Avete trascorso delle buone vacanze?
Vi siete riposat*?
Io sì, sono riuscita a staccare e soprattutto a dimenticare la password di accesso al mio pc (se non è un reset questo...).
Forse perché durante le vacanze ho fatto tante cose nuove (nuotato con le pinne, fucile ed occhiali pinne, maschera e boccaglio), visitato posti che nemmeno pensavo esistessero in Italia - dei veri e propri paradisi naturali - assistito ad eventi legati alla tradizione popolare...tutte cose che mi hanno regalato momenti di stupore, incredulità, gioia ma anche commozione.
Come scritto nel post di commiato pre-ferie, siamo tornati a Palmi (in provincia di Reggio Calabria) perché quest'anno si svolgeva la Varia: una festa della tradizione popolare che, a detta di LoveOfMyLife (e, cappero se aveva ragione) "una volta nella vita devi vederla".
Non aggiungo altro sulle mie vacanze solo perché mi rendo conto che l'argomento richiederebbe un post a parte e, chissà, magari prima o poi riuscirò a scriverlo. Ciò che mi fa desistere è solo il fatto che non scatto quasi mai foto e quelle poche sono di dubbia fattura, per cui scrivere una spatasciata di parole senza neanche staccare con un'immagine mi pare troppo.
Insomma, non posso farvi questo: vi voglio bene!
Se però avete problemi di insonnia e non avete più pecorelle da contare allora parliamone: un mio post "fiume" potrebbe effettivamente venirvi in soccorso! ^_^

A Palmi eravamo stati già nell'estate del 2016, la stessa estate, cioè, in cui è successo l'irreparabile: sono venuta meno al proposito che vi citavo qui ovvero festeggiare il compleanno di LoveOfMyLife con un dolce preparato da me. A mia discolpa posso dire che in quel periodo il lavoro mi assorbiva completamente e mi teneva fuori casa dalle 12 alle 13 ore al giorno.
Arrivavo a casa, la sera, distrutta, arrabbiata, demoralizzata con sulle spalle i problemi lavorativi che non mi mollavano un attimo e con il pensiero delle faccende che mi attendevano.
Così quell'anno abbiamo festeggiato con una coppetta di macedonia e gelato. Gelato acquistato in una gelateria (almeno quello...) che aveva aperto da poco vicino casa nostra.
Ricordo ancora i gusti: fior di latte, malaga e stracciatella. Tre nomi diversi che però corrispondevano... allo stesso sapore!!!!
Che pacco, ragazz*! Tutto avrei pensato fuorché che tutti i gusti, mangiati ad occhi chiusi, fossero indistinguibili!
(N.d.R.: nell'arco di un anno la suddetta gelateria ha chiuso)
Ero mortificata. Un po' sì, lo ammetto, anche per non essere riuscita a fare nulla con le mie manine ma soprattutto per essere incappata in un gelato...che definir tale era davvero un complimento immeritato.
Ogni anno, quindi, quando si avvicina "l'evento", il fantasma del compleanno del 2015 viene a bussare alla mia porta.

Cosa posso preparare per LoveOfMyLife???
La risposta alla suddetta domanda è arrivata con questo post  di "Fatto in casa da Benedetta"! Mi è sembrato che fosse proprio la scelta ideale per diversi motivi:

1. Non possiedo la gelatiera ma in rete avevo già visto circolare diverse ricette di gelato che non ne prevedono l'utilizzo, ricette che mi hanno sempre incuriosito ma che non ho mai provato.
Quale occasione migliore, quindi, per scoperchiare questo vaso di Pandora e trovare una nuova dipendenza?!?
2. Il caldo infernale faceva guardare il forno con terrore
3. La ricetta non presentava grosse difficoltà e poteva essere preparata anche in più giorni, cosa che ho fatto perché volevo "tramare nell'ombra" cioè tenere LoveOfMyLife all'oscuro di tutto.

Rispetto alla ricetta originale ho utilizzato:
- per la decorazione:  dei mini wafer alla nocciola (al posto delle nocciole) che fortunatamente anche nei giorni a seguire hanno conservato la loro fragranza (senza ammollarsi, per intenderci).
ed oltre alla panna ho aggiunto anche il mascarpone avanzato dalla confezione acquistata.
- al posto della vanillina, l'estratto di vaniglia fatto da me



Ingredienti per uno stampo di 18cm di diametro:
  • 500 ml. di panna fresca non zuccherata
  • 350 gr. crema spalmabile alle nocciole
  • 170 gr. latte condensato
  • 170 gr. wafer alla nocciola 
  • 50 gr. mascarpone
  • 40 gr. zucchero a velo
  • un cucchiaino di estratto di vaniglia
Per decorare:
  • 100 ml. di panna da montare non zuccherata
  • 100 gr. di mascarpone 
  • un cucchiaino di zucchero a velo 
  • mini wafer alla nocciola
Strumenti:
  • carta da forno (per rivestire la teglia + 6 fogli per i dischi di crema spalmabile)
  • stampo a cerniera di 18 cm
  • matita 
  • ciotola di 12cm di diametro circa  (o comunque più piccola dello stampo)
  • spatola
  • vassoio
  • cucchiaio
  • trita-tutto
  • ciotola
  • fruste
  • sac à poche
  • coltello 
Ho suddiviso la lavorazione in 3 giorni e nel seguente modo:
- Giorno 1: preparazione dei dischi di crema alle nocciole + rivestimento della teglia con carta da forno
- Giorno 2: preparazione del fondo della torta, della crema ed assemblaggio della torta stessa
- Giorno 3: decorazione finale

Preparazione
Giorno 1:
Utilizzando la ciotola di 12cm ho disegnato con la matita 5 dischi - su altrettanti fogli di carta da forno - non al centro ma il più possibile vicino al bordo, così


E qua apro una parentesi. 
In genere tendo ad ottimizzare l'uso della carta da forno...in questo caso no.
Dato che i dischi vanno disegnati con la matita (o penna o quel che volete voi) e che i dischi vanno messi a congelare impilati uno sull'altro (non so il vostro freezer ma il mio
è piccino perciò non li ho potuti tenere separati) per evitare che la matita (o penna o quel che volete voi) entrasse in contatto con il cibo, non ho solo applicato la crema sul
foglio girato al contrario (quindi con il disegno a contatto del piano di lavoro) ma, dopo aver applicato la crema, ho ripiegato l'eccedenza del foglio sulla crema stessa 
(in questo modo la matita del cerchio da mettere sopra non entrava in contatto con il disco di crema su cui veniva impilato). Non so se mi sono capita?!
Fine parentesi.

Ho quindi spalmato con la spatola la crema di nocciole sul disco cercando di distribuirla il più uniformemente possibile.
Ho ripiegato la parte in eccedenza del foglio sopra il disco di crema.
Ho riposto il foglio sul vassoio e messo in freezer.
Ho ripetuto queste operazioni per ciascun disco.
I dischi (che, ricordo, sono cinque) devono riposare almeno un'ora (da tenere a mente se a differenza mia non suddividete la preparazione in più giorni).

Ho poi foderato lo stampo con la carta da forno sia sul fondo che sui bordi avendo cura di farla aderire bene.

Giorno 2:
Ho tritato i wafer con il tritatutto, ho versato il composto nella teglia e l'ho compattato con il dorso di un cucchiaio e, successivamente, con le mani (per appianare bene).
Ho riposto la teglia in freezer e mi sono dedicata alla crema.
Ho versato nella ciotola il mascarpone, lo zucchero a velo e l'estratto di vaniglia e li ho lavorati con le fruste. Ho poi aggiunto la panna e continuato a montare fino ad ottenere
una crema morbida. Infine ho aggiunto il latte condendato e lavorato con le fruste ancora qualche minuto in modo da amalgamare bene il tutto ed ottenere una crema liscia e morbida.
Ho inserito la crema nella sac à poche, estratto la teglia dal freezer ed applicato uno strato di crema sul fondo di biscotti (partendo dal centro l'ho distribuita in maniera circolare).
Ho estratto un disco di crema spalmabile dal freezer, l'ho staccato dalla carta da forno e l'ho applicato sulla crema.
Ho continuato in questo modo anche per altri 3 dischi e sull'ultimo (quindi il 4°! Insomma: ve ne dovrà avanzare uno) ho distribuito dell'altra crema.
Ho livellato bene la superficie della crema e sbattuto la teglia sul tavolo un po' di volte per far compattare bene il composto.
Ho riposto in freezer. La torta deve riposare almeno 6-7 ore.

Giorno 3 (ossia il giorno di servizio):
Ho montato insieme panna, zucchero a velo e mascarpone in modo da ottenere una crema soda.
Ho estratto la torta dal freezer, rimosso l'anello della teglia e la carta da forno (sia dai bordi che dal fondo) e messo la torta sul piatto di servizio.
Ho preso l'ultimo disco di crema di nocciole e l'ho applicato sulla torta e poi ho guarnito alternando ciuffetti di panna e mascarpone con i quadrotti di wafer
tagliati a metà per la diagonale (l'ipotenusa del triangolo ottenuto va messa a contatto della torta). Ho poi fatto un ultimo ciuffo di panna centrale e lì sopra ho messo un mini-wafer intero.
Ho poi messo in freezer.
La torta va estratta dal freezer almeno 20 minuti prima di tagliarla e servirla.



Veramente ottima! Una torta gelato con i contro c@##i!!! Ehm...
Un abbraccio,
a presto!
LaGio' Riccia.

giovedì 1 agosto 2019

Di Frisceu e di voglie estive

***Attenzione: POST ad alto CONTENUTO NOSTALGICO***

E fu così che il tanto desiderato agosto arrivò.
Finalmente è quasi giunto anche per me il tempo delle vacanze.
Voi dove andrete in vacanza o dove siete già stati?
Preferite il mare o la montagna?

Per me - credo di averlo già scritto altre volte e, con ogni probabilità, continuerò a farlo negli anni a venire - non è estate senza mare.
Sarà che ci sono nata.
Sarà che il profumo di salsedine misto ad olio solare mi fa sentire a casa.
Sarà che con i primi caldi il mio pensiero corre subito là...a quando vivevamo a Diano Castello.

...alle sere d'estate in cui andavamo al Valle Chiara - il bar con terrazza del paese - dove spendevamo gli spiccioli che ci dava la nonna a suon di gelati (per me immancabilmente il "Cremino"), di chewing-gum a forma di pallette dai colori sgargianti e dal sapore non meglio precisato (che nemmeno mi piacevano...ma che bello infilare la monetina nel dispenser, girare la manopola e sentirli scendere giù ),  di partite a Flipper e di selezione di canzoni dal juke-box.

...alle giornate interamente vissute sul terrazzo di casa.
Quanti giochi improvvisavamo Tata ed io!!!

Esempi di giochi improvvisati  

- La piscina delle Barbie ossia una bacinella (quella azzurra con due manici laterali dove da piccine la mamma ci faceva il bagno) piena d'acqua in cui facevamo fare alle nostre Barbie tuffi mirabolanti che Tania Cagnotto levate (e che rottura ogni volta tentare di districare i nodi ai loro capelli che, da bagnati,diventavano setosi quanto una scopa di saggina)
- La drogheria. In paese c'erano pochi negozi. Uno di questi era quello della Miluccia che era fornitissimo di tutto. Ricordo che aveva uno di quei bastoni che terminavano con la pinza per riuscire a prendere gli articoli piazzati in cima agli scaffali  senza dover salire sulla scala a pioli.
Per noi era il "negozio" per cui quando volevamo giocare a
"facciamo che io ho un negozio e tu vieni a fare la spesa?" 
immancabilmente pensavamo a quello.
Così la commessa improvvisata di turno si piazzava in casa, con le persiane chiuse, facendo capolino dall'antina centrale tirata su e sporgeva alla cliente di passaggio  banane e pomodori di plastica, brioches, biscotti in gomma (le mitiche sorpresine trovate nei pacchi di brioches di una nota marca), scatolette di tonno in plastica. Robe così. Il divertimento maggiore era usare il registratore di cassa con i soldi finti... proprio come facevano i grandi!
- La forza di gravità. Far passare dal buco di scolo del terrazzo ogni genere di oggetto: dalle palle magiche alle palline di carta o di stagnola...ché tanto lo scolo si affacciava sul cortile dei nonni e quindi poi tutto ciò che buttavamo giù, scendevamo a recuperarlo (anche perché altrimenti suscitavamo disappunto in nonna Laura... e per lei questo equivaleva a farsi venire i pomelli rossi alla Heidi, serrare le labbra, gonfiare le guance e dopo qualche minuto esplodere in un "Pè-pè-pè-pè-pè" tipo il "Pippo Pippo Pippo" del Tenerone ma con più turbamento).

(In verità rubavamo anche il sale grosso dai pomodori che la mamma metteva a seccare su un asse al sole...ma questa è un'altra storia e poi non è esattamente un gioco ma una marachella. Solo dopo molti anni Tata ed io abbiamo avuto il coraggio di dire alla mamma che dietro alla muffa delle sue conserve c'era il nostro zampino...)

...alle cene al tramonto a suon di panzanella, cundijun, insalata di riso, fave crude con salame e parmigiano, zucchine e milanesi in carpione, verdure (zucchine, pomodori, melanzane, cavolfiori, carciofi) impanate oppure ripiene e passate in forno o le FRISCEU di seùla o di sucùie ossia le frittelle di cipolla (o cipollotti freschi) o di zucchine (che per noi erano le mitiche trombette dell'orto di nonno).
Ebbene sì, il fritto andava molto in casa nostra.
Sarà per questo che, con l'arrivo dell'estate, a Tata sale su la voglia di fritto???
O forse è perché quando andavamo in spiaggia sentivamo un delizioso profumo di bomboloni provenire dai chioschi dei vari bagni ed ogni tanto la mamma ce li comprava?!?!?!?!

Fatto sta che in una delle scorse sere mi arriva il seguente whatsapp di Tata:



seguito da quello con il risultato... LE FRISCEU!!!!
Non vi dico come ho iniziato a salivare nel momento in cui ho visto quella foto...........
E siccome io non friggo mai, da bravo genio del male quale sono, ho pensato (e questo mi fa onore)
"... perché non pubblicare questa meraviglia sul blog come seconda ricettina frutto della collaborazione con Tata?!?"
Neanche finito di proporglielo, Tata si è subito detta entusiasta perciò eccoci qua!

La mamma, ad onor del vero, dice che nelle frisceu lei non metteva il lievito di birra...ma la birra molto fredda...ma tant'è...

Frisceu di Seùla e di Sucùie:
  • 300 gr. di farina Manitoba;
  • 300 gr. di acqua frizzante molto fredda;
  • mezzo cubetto di lievito di birra fresco;
  • sale fino;
  • cipollotti freschi;
  • zucchine (Tata ha usato le trombette)
  • olio di semi per friggere
Strumenti:
  • coltello
  • grattugia
  • due ciotole
  • una coppetta
  • tagliere
  • due cucchiai
  • una padella per friggere
  • carta da cucina assorbente
Preparazione
Per prima cosa lavare e mondare le zucchine ed i cipollotti.
Grattugiare con una grattugia a fori piccoli le zucchine.
Affettare sottilmente i cipollotti.
In una coppetta sbriciolare il lievito di birra e scioglierlo con un po' di acqua tiepida.
Versare la farina in una ciotola e mescolarla con il sale, praticarvi in mezzo un foro ed aggiungervi il lievito sciolto.
Aggiungere l'acqua frizzante molto fredda fino ad ottenere un composto morbido ed omogeneo (facendolo cadere da un cucchiaio deve scendere a blocchi e non colare).
A questo punto dividere l'impasto in due parti uguali. In una aggiungere le zucchine grattugiate, nell'altra i cipollotti affettati.
Mescolare.
Coprire con pellicola trasparente e far riposare l'impasto fino al raddoppio (Tata ha lasciato riposare un'ora).
Mettere a scaldare l'olio di semi nella padella e, quando caldo, prelevare l'impasto a cucchiaiate e farlo cadere nell'olio (aiutarsi con un secondo cucchiaio per far scendere meglio il composto).
Far cuocere le frisceu 2 minuti per lato (e comunque fino a doratura).
Prelevare le frisceu e metterle a scolare su un foglio di carta assorbente da cucina.


Et voilà, le Frisceu!



Buone vacanze!
Ci rileggiamo a Settembre.

LaGio' Riccia e Tata.

martedì 2 luglio 2019

Riso basmati con tagliatelle di verdure e pancetta

Negli ultimi anni ho sempre guardato con terrore alla famigerata estate del 2003: un'estate davvero COCENTE in cui ogni qualvolta uscivo di casa mi ritrovavo, dopo un po', la gocciolina di sudore fare capolino nel décolleté.
Sedici anni dopo, eccoci di nuovo qua a boccheggiare.
Si suda a respirare e, ahinoi, quello non si può proprio evitare di farlo!!
Ovunque ci si trovi - non so voi ma io sì - si suda come una bottiglia estratta dal frigorifero e messa sotto il sole.
E' un caldo arrabbiato, aggressivo.
Come contrastarlo?
Oltre ai consigli saggi (e, per i più, scontati...vi rimando qui [*] per dirvi cosa penso dei consigli "banali") dei telegiornali io ho tratto sollievo dal bagnare spesso i polsi sotto l'acqua fresca.

Ed a tavola?
Siete tra quelle persone fortunate cui il caldo chiude lo stomaco oppure, come la sottoscritta, appartenete a quella cerchia di individui la cui bocca dello stomaco è sempre inesorabilmente spalancata come quella di una nidiata di pulcini????

Io non perdo l'appetito praticamente mai e siccome non si può vivere di soli pomodoro e mozzarella, prosciutto e melone ed insalate, mi capita di scegliere pietanze che richiedono il meno possibile l'uso di fornelli o forni (e che peccato! I lievitati, con questo caldo verrebbero su che è una meraviglia!!).

E' da qui che nasce il piatto che voglio condividere con voi e con cui ho pranzato oggi in ufficio.
Un piatto unico veloce e fresco.
Il tempo di lessare il riso basmati e di cuocere le verdure che, ridotte a fettuccine, cuociono più in fretta, ed il gioco è fatto.
Le dosi, ovviamente, non le ho messe perché dipendono da quanto volete ricco il vostro riso (solo per quest'ultimo io ho dosato 50 gr. e vi assicuro che è più che sufficiente). Considerate, comunque, che le verdure tagliate così sottili hanno un'ottima resa.

[*I CONSIGLI DA SUPREMO IMPERATORE DELL'OVVIO:
Ogni anno ci sfracassano, per dirla alla Montalbano, i cabasisi con servizi che mostrano gente accaldata che puccia, nelle migliori delle ipotesi, mani, piedi e teste sotto le fontanelle cittadine - nelle peggiori delle ipotesi i "nostalgici felliniani" si fanno direttamente il bagno, più o meno vestiti, nelle fontane - alternati a servizi con suggerimenti su come contrastare il caldo senza ledere il comune senso del decoro e del pudore:
- indossare capi leggeri ed in tessuti naturali come cotone e lino
- idratarsi
- consumare bibite non ghiacciate
- preferire cibi freschi e leggeri
- prediligere il consumo di frutta e verdura
- evitare di uscire nelle ore più calde

Ogni anno a questi servizi seguono risate divertite della gente, ping-pong di vignette che ironizzano sulla banalità e scontatezza dei consigli in  essi elargiti.

Posso dirvi una cosa? Io sono dell'idea che certe cose vadano dette e ribadite perché la STUPIDITA' UMANA non ha confini!
Vi spiego perché.
Ieri con LoveOfMyLife siamo stati in un'agrigelateria poco fuori Torino.
(Sorvolo sulla bontà eccezionale del gelato: da lacrima!)
La lochescion - per rubare la pronuncia ad Alessandro Borghese - era eccezionale!
Un luogo bellissimo con un parco giochi attrezzato e grande. Recinti con caprette, pecore, mucche, vitellini e quant'altro. Gazebo sotto cui ripararsi dal sole.
Aiuole fiorite. Fontanelle e... decine di... cartelli di DIVIETO!!!
Non sto scherzando! Divieti in ogni dove:
 - sotto la tettoia con tavolini e sedie? --> divieto di prendere le sedie e portarle nel parco giochi (per altro già dotato di altre sedie più robuste ed adatte al terreno ghiaiato)
 - nei vari recinti degli animali? --> divieto di lanciare i sassi contro gli animali (con tanto di motivazione per cui non bisogna farlo...) alternati a cartelli con il divieto di dare agli animali bibite e cibo (normalmente consumato dagli esseri umani)
 - sopra le fontanelle? --> cartello che invita a chiudere il rubinetto una volta che ci si è serviti dell'acqua
 - sopra le aiuole fiorite? --> divieto di strappare i fiori
 insomma...credo di aver reso l'idea.
Ora. Se questi poveri gestori dell'agrigelateria sono stati obbligati ad affiggere cartelli in ogni dove (con divieti che sembrano assurdi: e che diamine! Dovrebbe essere normale NON fare certe cose!)
allora vuol dire che più di una volta si saranno imbattuti in persone che hanno fatto quanto vietato.
La gente è davvero stupida, ignorante e cafona.
Per cui merita di sorbirsi i vari servizi su come combattere il caldo... e ci scommettete che, poco dopo aver riso perché quei consigli sono degni della scoperta dell'acqua calda, sicuramente qualcuno che penserà di essere al di sopra di qualsiasi regola del buon senso e che, al grido di "tanto a me non capita!!!", si ostinerà a
- uscire nelle ore + calde
- indossare tessuti sintetici
- non bere per evitare di sudare (...) od a bere bibite ghiacciate
ci sarà sicuramente?!?!?

Ma ora basta con le polemiche! Ecco la ricetta!

Riso basmati con pancetta affumicata e tagliatelle di zucchine e carote.
Ingredienti per una porzione:
  • 50 gr. di riso basmati;
  • 1 pizzico di sale grosso;
  • zucchine verdi chiare piccole e sode;
  • carote non troppo grandi;
  • pancetta affumicata a dadini
  • 1 piccolo scalogno
  • olio evo
Strumenti:
  • coltello
  • pelapatate
  • pentola per lessare il riso
  • un colino a maglia fine per scolare il riso
  • tegame per cuocere le verdure
  • carta da cucina
  • 1 cucchiaio di legno
Preparazione
Per prima cosa mi sono dedicata al condimento.
Ho preso i dadini di pancetta e li ho messi a rosolare in un tegame caldo (senza olio).
Una volta rosolati, li ho messi da parte in una ciotolina, ho passato sul tegame un foglio di carta da cucina per togliere l'unto rilasciato dalla pancetta.
Ho mondato e lavato le carote e le zucchine e con un pelapatate le ho ridotte in fettuccine.
Ho affettato lo scalogno e l'ho fatto rosolare con un filino di olio evo. Ho aggiunto la pancetta e le fettuccine di verdure, ho mescolato con un cucchiaio di legno e coperto con un coperchio.
Ho fatto cuocere per pochi minuti a fuoco lento. Decidete voi quanto cuocere le verdure in base alla consistenza che preferite che abbiano.

Una volta pronto il condimento, ho fatto lessare il riso basmati in acqua leggermente salata (questo per evitare che il piatto finale risulti troppo sapido vista la presenza della pancetta nel condimento).
Dovendo consumare il piatto finito diverse ore dopo la sua preparazione (con conservazione in frigorifero), ho fatto cuocere il riso una trentina di secondi in meno rispetto al tempo di cottura riportato sulla
confezione. Ho versato il riso nel colino e prima di condirlo con le verdure e la pancetta, l'ho passato sotto l'acqua corrente fredda per fermare la cottura.
Ho scolato bene ed ho condito con la quantità di verdure desiderata.
In ultimo ho aggiunto un filino di olio piccante che può essere tranquillamente omesso o sostituito con altro olio.

Et voilà.



E dopo il riso una bella albicocca!
A presto!
LaGio' Riccia.

lunedì 10 giugno 2019

Brioches siciliane col tuppo

Qui a Torino il caldo ha iniziato a farsi sentire.
Con estrema convinzione, tra l'altro.
Il tg è tutto un susseguirsi di immagini di spiagge prese d'assalto da bagnanti in costume tutti felici al grido di "finalmente è arrivata l'estate!!!!!!!!!!!!".
D'accordo che "non esistono più le mezze stagioni" ma, cribbio, non dovremmo ancora essere in primavera?!?!?!?!
Capisco il desiderare temperature miti e non autunnali...ma perché puntare direttamente verso "l'estate"?
Mah?!
Penserete che sia un po' troppo "precisina" ("e va beh riccia...e sta a guarda' er capello!!!! Si dice 'estate' per dire 'caldo'"), in effetti noi della Bilancia un po' precisine le siamo...però vi assicuro che lavorare in ufficio con il rivolo di sudore che cola lungo la schiena  a causa dell'aria condizionata latitante non è per niente piacevole!!

Contenti o meno, il caldo è arrivato e con esso la voglia di gelato, granite, alimenti freschi!
Ma quando si parla di "gelato" o di "granite"...a voi non viene in mente subito l'accostamento con le brioches?!?!?! Quelle siciliane, col tuppo?
Uhhh a me sì! Sarà che conservo il ricordo di un fantastico pranzo a base di brioches col tuppo e gelato (vaniglia Bourbon e cioccolato belga fondente, in caso vi interessasse...a me interesserebbe) che LoveOfMyLife ed io ci concedemmo a seguito della visita al Museo Archeologico di Reggio Calabria nell'estate del 2016...sarà che quest'anno per le vacanze torneremo proprio in Calabria...

Perciò mi sembra di rimanere in argomento, postando questa ricetta (sebbene l'abbia realizzata diversi mesi fa quando mi ero fatta prendere dal trip e sfornavo brioches a manetta).

Di ricette in rete ne esistono tantissime. Anche su pinterest (ricordate cosa ne scrissi nel mio ultimo post?? ) se ne trovano un'infinità (io stessa ne ho salvate 4 versioni differenti). Quelle che ho provato a replicare, apportando dei cambiamenti, provengono da qui.

Come al solito qui di seguito troverete la mia versione con, racchiuso tra parentesi, ciò che era previsto nel post originale.

Ingredienti per 10 brioches:
  • 250 gr. di farina 00 
  • 250 gr. di farina Manitoba (la ricetta originale prevedeva l'utilizzo della sola Manitoba per cui 500 gr.)
  • 100 gr. di zucchero semolato 
  • 80 gr. di burro fuso 
  • 2 uova a pasta gialla (non precisato)
  • 10 gr. di sale
  • 12 gr. di lievito di birra (25 gr)
  • 175 ml. di latte
  • 2 cucchiaini di miele d'acacia (non precisato)
  • 1 cucchiaino da the di curcuma (1 bustina di zafferano. l'uso del colorante naturale è facoltativo)
  • la scorza grattugiata di un'arancia grossa (aroma all’arancia q.b.)
  • 1 tuorlo + latte per spennellare la superficie
Strumenti:
  • 1 pentola + 1 bastardella per il bagnomaria
  • planetaria
  • una coppetta in cui mettere a sciogliere lievito e miele nel latte
  • una ciotola
  • setaccio 
  • pellicola per alimenti
  • pennello
  • leccarda
  • carta da forno
Preparazione
Ho sciolto il burro a bagnomaria e l'ho lasciato raffreddare. Una volta freddo vi ho mescolato dentro la curcuma.
Nella ciotola della planetaria ho iniziato a sbattere le uova intere con la scorza dell'arancia finché le uova non sono diventate belle chiare e spumose (io le ho fatte andare per 20 minuti circa).
Nel frattempo ho messo a sciogliere nel latte a temperatura ambiente il lievito spezzettato ed il miele  e li ho aggiunti al composto di uova. Ho poi aggiunto lo zucchero, il burro con la curcuma ed ho amalgamato bene.
Ho avviato la planetaria ed ho aggiunto le farine setacciate a cucchiaiate. In ultimo ho aggiunto il sale. Ho fatto lavorare la planetaria per 15-20 minuti circa fino, cioè, ad ottenere una palla liscia ed omogenea (ogni tanto spegnevo e ribaltavo l'impasto).
Ho imburrato una seconda ciotola e vi ho messo a lievitare l'impasto, coperto con la pellicola per alimenti, per 4 ore buone (ora che fa caldo ve ne occorreranno di certo meno) o comunque fino al raddoppio.
A lievitazione ultimata ho rovesciato l'impasto sul piano di lavoro infarinato e l'ho sgonfiato. Ho poi proceduto a comporre le brioches.
Ho staccato dei pezzi di impasto da 80 gr (ossia la base della brioche) ed altrettanti pezzetti da 15 gr. per fare il tuppo.
Ho lavorato l'impasto da 80gr. roteandolo e pirlandolo in modo da ottenere una bella palletta che ho poi adagiato sulla leccarda rivestita di carta da forno.
Allo stesso modo ho lavorato il tuppo cui, però, sul finire ho dato la forma di una goccia.
Con 3 dita (pollice, indice e medio) ho praticato un foro nel centro del corpo della brioche e vi ho applicato all'interno il tuppo (la parte + stretta della goccia va inserita nel buco).
Ho spennellato con del latte e le ho messe a lievitare, coperte con pellicola, per altre 4 ore.
A lievitazione terminata ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°.
Mentre il forno entrava in temperatura, ho sbattuto il tuorlo con 3 cucchiai di latte ed ho spennellato le brioche.
Ho infornato per 15 minuti.

Queste brioches sono risultate sofficissime. La scorza dell'arancio ha donato un aroma agrumato/fruttato delizioso. La curcuma non si percepiva al palato ma solo alla vista.
Ho conservato le brioches avanzate nel freezer in un sacchetto di nylon. Tirandole fuori dal freezer la sera prima, LoveOfMyLife le ha potute gustare a colazione per diversi giorni.
Beato lui...io sempre a dieta!




Sicuramente le rifarò (anche perché devo riuscire a farle venir su dritte, dannazione)!
A presto.
LaGio' Riccia.

venerdì 17 maggio 2019

Brioches bouclettes - le brioches con i boccoli!

Avevo sentito nominare Pinterest alla lontana ma poi, dall'oggi al domani, mi è iniziato a sembrare che chi mi stava attoro parlasse solo di quello.

"L'ho trovato su Pinterest."
"Sai cosa mi ha suggerito Pinterest?"
"La mia bacheca su Pinterest piace a molti!"
"Ahhh se entro in Pinterest è la fine: ci passo le ore!"

cose così..
al che mi sono detta "Pinterest val bene una sbirciata?!" e così ho scaricato l'app e sono ceduta alle lusinghe di bacheche, pin che manco Ulisse con Scilla e Cariddi.
Chiaramente quando ti approcci ad una nuova avventura, tutto è nuovo, bello...poi dopo un po' di tempo (e di utilizzo) ti rendi conto dei limiti dello strumento o quanto meno dell'utilizzo che ne fai tu (magari sono io a non utilizzarlo al meglio).

Es.:
- Lo spam: vieni invaso da e-mail e notifiche app (viaggiano di pari passo, c'è poco da fare) nelle quali ti viene comunicato che "tu e caio siete siete gemelli di pin" oppure che "tizio ha iniziato a seguirti" (e se nella sua foto di profilo - non profilo come quello greco o egizio ma foto dell'account -
vedi che tizio indossa degli occhiali scuri, un cappello alla Bogart in Casablanca ed un soprabito, ti si smorza l'eventuale gioia )
- A volte ritornano: ti vengono proposti pin che hai già salvato. Non so voi ma, con la memoria da pesce rosso che mi ritrovo io, non importa che la foto proposta sia o meno uguale: io sulle mie bacheche c'ho già un fior fiore di doppioni!
Per carità: questo mi fa rivivere ricordi nostalgici risalenti a quando collezionavo gli album di figurine tipo "L'incantevole Creamy", "Kiss me Licia" o "la sirenetta" e, aprendo le bustine, incappavo in doppioni di figurine... però la nostalgia mi muore lì quando, andando a consultare, le bacheche alla ricerca di quella cosa che ti aveva colpito tanto, spulcia spulcia mi capita di aprire sempre lo stesso pin, e dopo il primo  minuto in cui penso "me so' rincojonitrullita e sto continuando ad aprire lo stesso link", i successivi 30 secondi in cui penso "è l'app che s'è incriccata e mi propone sempre lo stesso pin", alla fine realizzo che nel primo minuto c'avevo visto giusto: mi sono cmq rincojonitrullita ma quando ho salvato un pin che avevo già.

Nonostante questi difettucci che, ripeto, probabilmente sono causati da un mio errato utilizzo dello strumento, devo dire che mi piace. Mi piace avere una sorta di cassetto nel quale infilare tutti i pizzini digitali di mio interesse per consultarli nel momento del bisogno o quando si ha tempo/voglia.
Continuo a non capire l'entusiasmo di chi dice "è bello perché tanta gente salva quello che salvi tu"... perché, sì beh mi può far piacere avere gusti simili ad altri...ma francamente non mi dà un valore aggiunto.
Le mie bacheche sono per la maggior parte a tema cibo.
Ad esse attingo quando ho voglia di pasticciare ma non ho un'idea ben precisa.
Ed è così che sono incappata nella ricetta che vi propongo oggi.
E qui apro un'altra parentesi (perdonate la mia logorrea!!!).
Attratta dalla foto ho aperto il link, dato una scorsa velocissima e salvato. Quando si è poi trattato di provare la ricetta, ho iniziato a leggere cum grano salis ed ho notato delle incongruenze. I "cucchiai di" indicati negli ingredienti, durante la preparazione si trasformavano in "cucchiaini". L'italiano era un po' claudicante. La ricetta era per delle brioches ma poi si recitava:

"Coprire pentole crostata con carta da forno e luogo dei fiori 7 non troppo stretti"
giuro.
E perché non aggiungere uno "Io Tarzan, tu Jane"?!?!

Così mi sono un filo indispettita ed ho scatenato google e, sorpresa delle sorprese, ho trovato un sito francese che parlava di una "brioche bouclettes".
Insomma la faccio breve: l'articolo originario era, per carità, una rivisitazione di quello francese in quanto anziché un unico pan brioche, la ricetta era per delle deliziose briochine singole...
ma la ricetta era una traduzione approssimativa (della serie: copio il testo e lo incollo in un sito di traduzioni) di quella francese originale.
Ci sono rimasta di sale e, per citare una serie ("Cougar Town") forse non nota ai più, ho esclamato "Ma daaaaaaaaaaaaaai!!".
Tralascio le considerazioni polemiche che conservo intimamente, limitandomi a scrivere quella che vince su tutte "Ma ca##o, leggi prima di pubblicare il post, no?!".

Ed ecco qua la ricetta delle "Brioches bouclettes" con alcune mie piccole modifiche.

Ingredienti per 9 briochine:
  • 350 gr. di farina 00
  • 8 gr. di lievito di birra fresco (la ricetta originale ne indicava 12)
  • 80 gr. di burro morbido
  • 2 tuorli
  • 14 cl di latte parzialmente scremato tiepido
  • 3 cucchiai di zucchero
  • i semini di una bacca di vaniglia (la ricetta originale prevedeva la bustina di vanillina)
  • 1/2 cucchiaino da caffé di sale fino
  • scorza d'arancia (mia aggiunta)
  • latte per spennellare
Strumenti:
  • tazza
  • ciotola
  • setaccio
  • coltello
  • planetaria
  • mattarello 
  • pirottini larghi
  • stampi per crostatine (in cui inserire i pirottini)
  • pennello per spennellare
  • gratella per dolci
  • un coppapasta rotondo del diametro di 7 cm
Preparazione
In una tazza ho mischiato e fatto sciogliere lo zucchero ed il lievito nel latte tiepido, coperto con della pellicola trasparente e lasciato riposare una decina di minuti.
In una ciotola ho setacciato la farina e vi ho mischiato il sale ed i semini di una bacca di vaniglia, ho fatto un cratere nel centro e vi ho inserito i tuorli mischiati con una forchetta. Ho azionato la planetaria ed una volta assorbiti i tuorli, ho aggiunto il burro morbido a tocchetti in 4 riprese (aggiungendo il successivo solo ad assorbimento del precedente avvenuto).
Ho fatto lavorare la planetaria per una ventina di minuti. Fino ad incordatura.
Ho fatto una palla, l'ho messa nella ciotola, coperto con pellicola trasparente e fatto lievitare fino al raddoppio (a me sono volute 4h circa).
Passato il tempo di riposo ho rimpastato il panetto e l' ho diviso in 4 pezzi ed ho iniziato con il lavorarne uno (lasciando gli altri tre coperti).
Ho messo l'impasto sul piano di lavoro infarinato e con il mattarello l'ho steso finemente ed ho usato il coppapasta per ricavare i cerchi.
Ho preso 3 cerchi e li ho sovrapposti uno sull'altro (vedi fig. 1),

Fig. 1
ho arrotolato ottenendo un cilindro che poi ho tagliato a metà.
La parte tagliata corrisponde alla base del vostro fiorellino.
Ho disposto i fiori così ottenuti uno accanto all'altro (senza stringerli troppo) nel pirottino inserito nello stampino per crostatina (per ogni stampo sono occorsi 6-7 fiorellini).
Ho continuato così fino ad esaurimento dell'impasto.
Ho lasciato lievitare un'ora e mezza circa.
Ho acceso il forno impostando 180°C e quando è entrato in temperatura ho spennellato le brioches con del latte.
Ho infornato e fatto cuocere fino a doratura (15 minuti circa). Le briochine si staccano facilmente dal pirottino per cui, prima di sfornarle del tutto, vi consiglio di verificarne la doratura anche sotto.
A piacere potete decidere di spolverare le briochine con dello zucchero a velo.

Ed ecco qua le brioches con i boccoli!





A presto.
LaGio' Riccia.