martedì 29 aprile 2014

Maccheroni rigati al tonno e pomodori secchi

Se per i lievitati sto sviluppando una vera e propria dipendenza (uuhhh fioccheranno altre ricette, vedrete), la pasta è, soprattutto negli ultimi tempi, il mio tallone d'Achille.
Non che non mi piaccia, anzi! I piatti di trenette al pesto, spaghetti alla chitarra, carbonara, per non parlare poi della pasta ripiena, lasagne, timballi mi fanno letteralmente perdere la dignità.
Ma...riesco tranquillamente a farne a meno - fu così che il fulmine la colpì! ^_^ - e questa mia creatura (insomma 'sto blog) è una perfetta cartina al tornasole di questo.
Se spulciate tra le mie ricette vi accorgerete che di pasta... anche no ^_^.

Il pranzo della domenica - l'unico giorno della settimana in cui riesco a pranzare a casa - infatti
mi vede privilegiare risotti, zuppe, secondi piatti...ma quasi mai pasta.
A mia discolpa c'è da dire che ultimamente sono molto diminuiti i tipi di pasta che non mi provocano una sensazione come di "nausea"...un tempo mi capitava solo con la pasta liscia mentre ora mi capita con molti più tipi : orecchiette, troffie, tagliatelle fatte in casa, conchiglie...talvolta addirittura con le mie adorate penne rigate.

Pasta quasi mai, dunque...ma a volte capita che me ne "ciapa una voglia pazzesca"... tipo domenica scorsa!

Ingredienti per 2 piatti abbondanti:
  •  200 gr. di maccheroni rigati ai 6 sapori
  •  160 gr. di tonno all'olio di oliva evo
  •  8 pomodori secchi
  •  uno spicchio d'aglio
  •  origano
  •  a scelta aggiungere anche dei capperi sotto sale ben sciacquati (io li ho omessi perché erano già presenti nei pomodori secchi)

Strumenti:
  • una padella
  • una pentola
  • uno scolapasta

Preparazione:
Ho messo a lessare la pasta rispettandone il tempo di cottura e nel frattempo ho preparato il sughetto.
IMPORTANTE: nel cuocere la pasta mi sono volutamente tenuta bassa di sale visto che sia tonno che pomodori sono molto saporiti.
Ho sgocciolato il tonno e l'ho sbriciolato. Ho tritato i pomodori secchi (sgocciolando anch'essi) e li ho mescolati con il tonno.
Ho preso un po' d'olio (pochissimo!!) dei pomodori secchi e l'ho messo in una padellina con lo spicchio d'aglio e non appena ha iniziato a soffriggere ho tolto l'aglio e versato tonno e pomodori.
Ho fatto scaldare un po', ho aggiunto un po' di acqua di cottura della pasta ed ho continuato a far cuocere a fiamma bassa in modo tale da ammorbidire il tonno.
Quando la pasta è stata cotta l'ho scolata e l'ho condita con il mio sughetto.
Siccome i pomodori secchi di cui disponevo erano aromatizzati con origano e capperi, ho tenuto fede a questi sapori aggiungendo ancora un po' di origano.

Maccheroni spazzolati alla velocità della luce...in barba al mio "posso tranquillamente farne a meno" ^_^.

Ciau,
LaGio' riccia.


sabato 19 aprile 2014

Colombine soffici...AUGURIIIIII!!!!!

Nei primi 7 anni della mia vita la Pasqua era tutto un uovo di cioccolato.
I parenti, gli amici di famiglia, i conoscenti che venivano a trovarci portavano due uova di cioccolato, una per mia sorella ed una per me e la sala - luogo adibito a "contenerle" tutte - si trasformava in una sorta di pasticceria con tante uova colorate, galline di cioccolato e colombe.
Veniva poi il momento di aprirle, tutte quelle uova!! Una festa! Il divertimento di spaccare (mai al primo colpo) tutti quei gusci di cioccolato alla ricerca della tanto attesa sorpresa.
Rimanevano, poi, tante uova rotte e tante sorprese che magari fossero state come quelle che si trovavano nelle merendine del piccolo mugnaio...!!!
Passata la Pasqua mia mamma sembrava una macchina da guerra pronta a sconfiggere tutte quelle uova a suon di dolci di ogni forma e consistenza.
Crescendo le uova sono diminuite...fino a sparire.
Quest'anno al dolce penserò io. Niente cioccolato : sebbene io ne vada ghiottissima (adoro il fondente!!!)  ho deciso di continuare sull'onda dei lievitati.
Purtroppo il tempo a mia disposizione non è stato molto quindi anziché una colomba fatta a modo e cioè con lievito madre e con lunghi tempi di lievitazione, ho optato per delle colombine soffici.
Ho trovato la ricetta sul blog Menta e Cioccolato. La bravissima Morena è una garanzia in fatto di lievitati e, beh, per il mio primissimo esperimento con le colombe, ho voluto andare sul sicuro.
Tra l'altro usando sempre la stessa ricetta ho fatto anche altre due colombe grandi: una senza canditi ed una pere e cioccolato...(cercherò di postarvele quanto prima)!
Insomma...negli ultimi tre giorni ho colombato tantissimo!!!
Detto questo...qui di seguito trovate la ricetta con le dosi che ho utilizzato io e gli aromi scelti da me.
Vi consiglio di fare un salto qui, alla ricetta originale, perché troverete anche le foto dei vari passaggi della lavorazione.
Prima della ricetta, però, mi preme  farvi i miei più cari auguri per una Pasqua serena a voi ed a tutte le persone che vi stanno più a cuore!


Ingredienti per 9 colombine:
  •  500 gr. di farina Manitoba
  •  20 gr. di lievito di birra fresco
  •  100 gr. di zucchero semolato
  •  100 gr. di burro a dadini (a temperatura ambiente)
  •  2 uova intere + 1 tuorlo (a temperatura ambiente)
  •  130 gr. di acqua
  •  2 pizzichi di sale
  •  3 cucchiai di Rhum
  •  4 gocce di olio essenziale ai fiori d'arancio
  •  la scorza grattugiata di un'arancia
  •  un chucchiaino di aroma limone
  •  un cucchiaino abbondante di aroma mandorla
  •  i semini di una bacca di vaniglia
Per la glassa:
  •  25 gr. di farina
  •  50 gr. di zucchero
  •  acqua q.b.

  • Per la decorazione:
  •  zucchero a velo
  •  mandorle a lamelle

  • Strumenti:
    • una ciotola grande
    • due coppette
    • un cucchiaio di legno
    • un colino
    • una forchetta
    • un cucchiaio
    • un coltello
    • un pennello in silicone
    • pellicola trasparente
    • una leccarda rivestita con carta da forno
    • una gratella per dolci
    Preparazione:

    In una coppetta ho sciolto il lievito in metà dell'acqua prevista dalla ricetta.
    In una seconda coppetta ho mischiato lo zucchero con la buccia grattugiata dell'arancia ed i semini estratti incidendo una bacca di vaniglia.
    Nella ciotola grande ho versato la farina, il burro tagliato a dadini. Ho poi aggiunto lo zucchero (con scorza e vaniglia), l'acqua con il lievito, le uova sbattute con il tuorlo e tutti gli altri aromi (rhum, limone, fiori d'arancio, mandorla). 
    Ho amalgamato ed ho poi aggiunto la rimanente acqua.
    Ho impastato per una quarantina di minuti (evidentemente non ho la forza di 100 braccia...) e quando l'impasto risultava bello incordato l' ho messo a riposare in una ciotola coperta con della pellicola trasparente per un'ora (trascorsi i primi 10 minuti di quest'ora ho girato sotto sopra la pasta e dopo altri 10 minuti ho ripetuto).
    Dopo il riposo ho preso l'impasto e l'ho suddiviso in 9 palline di 100 gr. l'una (a me ne sono venute 9 ma la ricetta originale ne prevedeva 10).
    Ho preso una pallina e l'ho arrotolata su se stessa. Ho poi girato di 90° l'impasto ed arrotolato di nuovo.
    Ho tagliato l'impasto in due parti uguali, ho appoggiato la pasta sulla parte tagliata e l'ho arrotolata su se stessa ottenendo un cilindretto. Ho fatto la stessa cosa con l'altro cilindretto.
    Queste operazioni sono da effettuarsi per ciascuna pallina.
    Mi sono così ritrovata con 18 cilindretti (2 per 9 colombine).
    Ho preso un cilindretto e l'ho steso ottenendo un rotolino (le ali) che ho disposto a ferro di cavallo sulla leccarda ricoperta di carta da forno. Ho lavorato il secondo cilindretto (il corpo) in modo tale da ottenere un altro rotolino ma con due parti più sottili (una per la testa, una per la coda e la centrale più grossa che rappresenta il corpo), l'ho appoggiato sulle ali avendo cura di far sì che la testa andasse ben oltre le ali.
    Ho ripetuto queste operazioni per le altre colombine.
    Mi raccomando : distanziate bene le colombine l'una dall'altra.
    Ho messo a riposare per 2 ore in un luogo caldo ed asciutto.
    Trascorse le due ore ho preparato la glassa mescolando la farina e lo zucchero aggiungendo un po' di acqua pian pianino, in modo tale da ottenere un composto che non colasse.
    Ho acceso il forno impostando la temperatura di 220°C.
    Ho spennellato le colombine con la glassa, ho spolverato con lo zucchero semolato e ricoperto con abbondante zucchero a velo. Ho poi aggiunto delle mandorle a lamelle (non temete: anche se non sembra, le mandorle con la cottura rimarranno attaccate alla colomba...io pensavo di no e così le ho messe su una sola colombina ED HO FATTO MALE!!! :-( ).
    Quando il forno è andato in temperatura, ho infornato le colombine per 10 minuti.
    Ho usato uno stecchino per controllare che all'interno fossero cotte.

    Che dire? Sofficissime, profumatissime...golose!!! 
    AUGURIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!
    Ciau,
    LaGio' riccia.


    martedì 15 aprile 2014

    Challah per la mia felicità e la salvaguardia del mio prossimo ^_^

    Come più volte ho scritto, per me la colazione è fondamentale e, vi assicuro, lo è anche per il bene di chi mi circonda. Sono davvero intrattabile il mattino a stomaco vuoto.
    Ovviamente riesco a toccare picchi di intrattabilità anche durante la giornata :-P ma al mattino è proprio una questione di "chimica"...insomma non è imputabile al mio caratteraccio ;-).
    La mia colazione ideale è composta da pane e marmellata. Ho provato tantissimi tipi di colazioni diverse: caffelatte e brioches, latte e cereali, yogurt con frutta, toast salato e spremuta d'arancia...ma pane e marmellata mi soddisfano di più.
    In genere acquisto del pane in cassetta perché non ho sempre tempo di farmelo con le mie manine.
    Ma ultimamente...non so...quando apro il pacchetto confezionato...ci sento odore di alcool...non che ambisca a sentire il profumo di pane di panetteria ma almeno un qualcosa che me lo ricordi ;-)
    Così...essendo incappata più volte nella ricetta dello "Challah" (si pronuncia "Hollah") ho deciso di provare a farmelo.
    Lo Challah è un pane ebraico. E' il "pane del venerdì" perché viene appunto fatto per essere mangiato durante lo Shabbat (venerdì sera, sabato a pranzo e sabato a merenda).
    Questo pane simboleggerebbe la manna scesa dal cielo mentre gli israeliti vagavano nel deserto dopo l'esodo dall'Egitto.In genere vengono fatti 2 pani composti ciascuno da sei fili intrecciati...in modo tale che i fili totali siano 12 come le tribù di Israele (fonte wikipedia).
    Vagando in internet ho trovato più ricette...in alcune di esse è presente il burro, in altre lo yogurt o il latte.
    Il vero Challah, invece, prevede l'uso dell'olio e non prevede, nella maniera più assoluta, l'uso dei derivati del latte. Questo perché è vietato mescolare i derivati del latte con la carne e durante lo Shabbath gli ebrei mangiano carne (fonte www.labna.it).
    La ricetta alla quale mi sono ispirata è questa.
    Rispetto alla ricetta originale ho dimezzato le dosi perché due filoni di pane del peso di 850 gr l'uno sono un po' troppi! Qui di seguito, come sempre, trovate dosi e procedimento che ho utilizzato io. Per la ricetta originale vi rimando al link sopra.
    Vi assicuro che lo rifarò perché è delizioso. Ricorda un pan brioches sofficissimo, ideale per la colazione, insomma!



    Ingredienti per un pane da 850 gr. circa:
    •  375 gr. di farina 00 + 100 per impastare
    •  10 gr. di lievito di birra fresco
    •  2 uova piccole a temperatura ambiente
    •  200 ml di acqua tiepida
    •  60 gr. di zucchero
    •  10 gr. di sale 
    •  40 ml. di olio di riso
    •  1 uovo per spennellare
    •  semi di sesamo
    Strumenti:
    • una ciotola grande
    • un setaccio
    • un cucchiaio di legno
    • una coppettina
    • una forchetta
    • una spatola
    • una bilancia
    • un tappetino in silicone
    • un pennello in silicone
    • pellicola trasparente
    • una leccarda rivestita con carta da forno
    • una gratella per dolci
    Preparazione:

    Dentro la ciotola ho sciolto il lievito nell'acqua tiepida ed ho lasciato riposare per 5 minuti.
    In una ciotolina ho sbattuto le uova con il sale.
    Trascorsi i 5 minuti di riposo, al lievito ho aggiunto la farina setacciata, lo zucchero, l'olio e le uova sbattute con il sale ed ho amalgamato il tutto con un cucchiaio di legno. Si ottiene un composto grumoso.
    Ho capovolto la ciotola su un piano infarinato ed ho fatto riposare per 20 minuti.
    Trascorsi questi minuti ho infarinato abbondantemente l'impasto ed ho impastato (io per 15 minuti circa) fino ad ottenere un composto liscio e setoso. A me sono bastati 100 gr. di farina.
    Ho unto la ciotola, vi ho trasferito l'impasto e l'ho rotolato nell'olio per evitare che la superficie si seccasse.
    Ho sigillato la ciotola con della pellicola trasparente (la ricetta originale prevedeva un panno umido) ed ho lasciato riposare 2 ore. Il composto deve raddoppiare il suo volume.
    Trascorso questo tempo con l'aiuto della spatola ho sgonfiato l'impasto e l'ho raccolto al centro della ciotola. Ho lavorato ancora 5 minuti.
    Ho formato sei palline di egual peso e da esse ho ricavato sei cilindri che ho messo sul tappetino infarinato.
    Ho unito i sei cilindri in cima ed ho iniziato a comporre la treccia. Guardando il piano di lavoro, quindi, avevo i 6 cilindri uniti in alto e messi in verticale.
    Procedendo da sinistra verso destra chiamerò i cilindri A, B, C, D, E ed F.
    Ho preso il cilindro all'estrema sinistra (A) e l'ho sovrapposto agli altri portandolo verso destra.
    Ho preso il cilindro all'estrema sinistra (F) e l'ho sovrapposto agli altri portandolo verso sinistra. Ho ripreso A e l'ho portato in basso nel centro dei 4 cilindri non ancora mossi (quindi tra C e D).
    A questo punto ho preso C e l'ho portato all'estrema destra, ho preso F e l'ho messo al centro.
    E sono andata avanti così.
    Una volta finiti gli intrecci ho saldato le estremità e le ho nascoste sotto la treccia.
    Ho sbattutto l'uovo con un cucchiaino di acqua tiepida e con l'aiuto del pennello in silicone ho spennellato per bene tutta la treccia abbondando negli interstizi.
    Ho lasciato riposare per altri venti minuti.
    Dieci minuti prima dello scadere dei venti di riposo della treccia, ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C.
    Dopo i venti minuti di riposo ho di nuovo spennellato con l'uovo la treccia, ho intinto il dito medio dell'uovo, l'ho pasato nei semini di sesamo e l'ho pressato sulle gobbe dello Challah.
    Ho infornato per 35 minuti (il pane deve essere bello dorato).
    Affettato e gustato con la marmellata è una delizia!!!


    Ciau!
    LaGio' riccia






    Con questa ricetta partecipo al contest: IL PIACERE DI FAR COLAZIONE del blog:



    mercoledì 9 aprile 2014

    I cornetti salati del riciclo (con wurstel e formaggio)

    Ed ecco una ricettina veloce veloce nata dalla necessità di smaltire la pasta brisè che avevo avanzato dalla ricetta della torta verde della mia mamma.
    Grazie al mio nuovissimo tappetino in silicone con tanto di misurazioni e sagome, sono riuscita a stendere la pasta in modo tale da ottenere un cerchio del diametro di 30 cm e dello spessore di 2 mm.
    Che meraviglia...non pensavo fosse possibile questo miracolo! Non che ambissi a diventare Giotto...ma quanto meno avvicinarmici con un ovale od un'ellissi. Ho sempre steso l'impasto e con rassegnazione constatato che in quanto a forme ci sono ampi margini di miglioramento.
    Ad ogni buon conto cerchiamo di non divagare...
    Ho cavalcato l'onda della prima idea che mi è venuta in testa (l'ora del pranzo si stava approssimando troppo per potermi concedere voli pindarici tra le n e più ricette che prima o poi proverò) ossia ricavarne dei cornettini salati sfruttando delle "giacenze" del frigorifero: wurstel e formaggio a fette.
    Ovviamente con la pasta sfoglia rimangono molto + belli e cicci...ma la croccantezza della pasta brisè li rende sfiziosi ed adatti ad un bell'aperitivo o anche ad una bella merenda.
    Il segreto della croccantezza di questa sfoglia sta nell'utilizzo dell'acqua di cottura del riso che avevo utilizzato per il ripieno della torta già citata.
    Con le dosi riportate qui sotto ho ottenuto 12 cornetti. Il consiglio è quello di fare un ripieno saporito (per questo motivo ai mini wurstel ho aggiunto del formaggio a fette) in quanto la pasta è priva di sale...accortezza che la rende perfettamente utilizzabile sia per il dolce che per il salato.

    Ingredienti per la pasta brisè:
    •  200 gr. di farina 00 
    •  2 cucchiai di olio evo
    •  100 ml di acqua di cottura del riso (io carnaroli)

    Ingredienti per il ripieno:
    •  12 mini wurstel di pollo
    •  3 fette di formaggio 
    •  un po' di olio per spennellare i cornetti
    •  sesamo

    Strumenti:
    • una forchetta
    • un cucchiaio
    • un mattarello
    • un coltello
    • una tazzina
    • un pennello in silicone
    • una leccarda rivestita di carta da forno
    Preparazione:

    Sulla spianatoia ho versato la farina a fontana, ho praticato un buco al centro ed ho versato i cucchiai di olio.
    Ho iniziato a lavorare gli ingredienti con una forchetta per poi passare all'uso delle mani. Per aiutarmi nell'amalgamare l'impasto ho aggiunto l'acqua di cottura del riso ancora tiepida (che aiuta l'olio a scaldarsi un po' e quindi facilita l'impasto)  a cucchiai, un po' per volta. 

    Ho lavorato fino ad ottenere un impasto liscio e compatto (ci sono voluti 10 minuti buoni).
    Con l'aiuto di un mattarello ho steso il disco di pasta fino ad ottenere un disco del diametro di 30 cm e circa 2 mm di spessore.
    Ho poi diviso il cerchio in 12 triangoli, ne ho spennellato i bordi interni con un po' di olio evo, ho preso un quarto di fetta di formaggio (ho diviso ogni fetta in quattro quadratini) e l'ho posizionata alla base del triangolo di pasta. Ho messo sopra un mini wurstel ed ho arrotolato il tutto verso il vertice del triangolo.
    Ho seguito lo stesso procedimento per gli altri cornetti.
    Ho poi spennellato ciascun cornetto con dell'olio e cosparso con dei semini di sesamo.
    Ho posizionato ciascun cornetto sulla leccarda rivestita di carta da forno ed ho infornato per 20 minuti a 200 °C.






    Ciau!

    LaGio' riccia.

    Con questa ricetta partecipo per la categoria "Salati" al Contest:






    In collaborazione con Peroni:




    lunedì 7 aprile 2014

    La torta verde della mamma e tanti ricordi

    Che bella domenica di sole...fin troppo calda - per essere primavera - per i miei gusti, ma con un bel cielo azzurro (seppur non troppo intenso) e quel profumo nell'aria...profumo frizzantino che in un attimo mi riporta indietro nel tempo. Io sono convinta che esista una memoria olfattiva! Così come accade quando ascolti una canzone che all'improvviso risveglia sensazioni passate e ricordi accantonati, allo stesso modo i profumi (ma anche i sapori) sono in grado di far tornare indietro nel tempo ad una situazione, a momenti ben precisi.
    Con la mente, dicevo, sono tornata a quella lontana domenica di tanti anni fa... abitavamo ancora a Diano Castello, c'era ancora papà. Avrò avuto 4 o 5 anni (beh quindi tutto questo non accadeva tantissimi anni fa ^_^).
    La primavera era arrivata con la sua esplosione di colori, di fiori e di profumi.
    Mia sorella ed io ci eravamo alzate tutte elettrizzate perché saremmo andate ai "Mandrun" - un appezzamento di terreno che all'epoca apparteneva alla mia famiglia - a fare il pic-nic.
    A me e Laura, mia sorella, il compito di scegliere i 2 massimo 3 giocattoli da portarci dietro. La mamma, invece, come un'ape operosa preparava tutto l'occorrente: il plaid, le bibite, il thermos di caffé (per lei e papà, ovviamente) e poi quello che caratterizzava i pic-nic di casa nostra:
    il cundiùn (ovvero un'insalatona mista con dentro ogni ben di Dio) e la fantastica torta verde della mamma.
    Mi sembra di sentirne ancora il sapore...una torta salata con un ripieno di spinaci, biete, uova, ricotta, parmigiano, sale, pepe, noce moscata, carciofi, piselli ed un pugnetto di riso lesso. La pasta, ovviamente fatta a mano, era una brisé molto leggera ottenuta lavorando farina, olio evo (1 cucchiaio per ogni 100 gr. di farina) e l'acqua di cottura del pugnetto di riso usato per il ripieno in quanto, ricca di amido, conferisce alla pasta una fragranza unica.
    Una volta pronto tutto si saliva sul 127, papà alla guida, mamma accanto a lui e Laura ed io dietro.
    Prima di partire il papà affidava un compito IMPORTANTISSIMO! Ci dava il mangianastri ed un po' di cassette da alternare durante il viaggio...schiacciato il tasto "PLAI" (lo pronunciavo proprio così)  ecco diffondersi la voce di Freddie Mercury e David Bowie in "Under Pressure", oppure di Kate Bush in "Wuthering Heigths" o di Annie Lennox degli Eurythmics in "Sweet dreams".
    Ricordi colorati, profumati, saporiti e musicali.
    Di tutto un po'. Ricordi di quella spensieratezza, seppur già segnata da momenti difficili e purtroppo traumatici ma, in fondo, meglio ricordare quello che di bello c'è stato...perché è in essi che vedo il germoglio di quella che sono adesso..è da lì che riscopro le origini della mia passione per il cibo e per la musica.
    Un saluto, dunque, alla primavera con la torta verde della mamma... un po' impoverita nella farcia perché il mio Amore non può mangiare i carciofi e, a dirla tutta, a me il dolce dei piselli non è mai piaciuto. La noce moscata, invece, non pervenuta : DEVO COMPRARLA!!!!! :-D


    Ingredienti per la pasta brisè:
    •  400 gr. di farina 00 
    •  4 cucchiai di olio evo
    •  200 ml di acqua di cottura del riso

    Ingredienti per il ripieno:
    •  500 gr. di spinaci
    •  1 pugnetto di riso carnaroli lessato
    •  1 uovo
    •  100 gr. di ricotta vaccina
    •  parmigiano grattugiato q.b.
    •  aglio
    •  sale
    •  pepe
    •  olio ed acqua per spennellare  

    Strumenti:
    • una mezzaluna
    • un tagliere
    • una ciotola
    • un pentolino
    • una pentola per lessare gli spinaci
    • una padella per far insaporire gli spinaci
    • un piano di lavoro
    • una teglia rotonda del diametro di 20 cm
    • un coltello
    • un mattarello
    • un pennello in silicon
    • una forchetta
    Preparazione:

    Innanzitutto mi sono occupata degli ingredienti della farcia che vanno cotti in quanto il ripieno va fatto a freddo.
    Ho messo a lessare gli spinaci in poca acqua salata ed una volta freddi li ho strizzati, tritati con la mezzaluna e li ho fatti saltare in padella con un po' di olio ed uno spicchio di aglio.
    Una volta cotto il riso l'ho scolato avendo cura di conservare l'acqua di cottura che servirà per l'impasto della brisé.
    In attesa che il riso e gli spinaci insaporiti si freddassero, sono passata all'impasto.
    Su una spianatoia ho versato la farina a fontana, ho praticato un buco al centro ed ho versato i cucchiai di olio.
    Ho iniziato a lavorare gli ingredienti con una forchetta per poi passare all'uso delle mani. Per aiutarmi nell'amalgamare l'impasto ho aggiunto l'acqua di cottura del riso ancora tiepida (che aiuta l'olio a scaldarsi un po' e quindi facilita l'impasto)  a cucchiai, un po' per volta. 

    Ho lavorato fino ad ottenere un impasto liscio e compatto (ci sono voluti 10 minuti buoni).
    Ho diviso in due parti l'impasto per produrre 2 dischi (uno per contenere il ripieno e l'altro per coprirlo).
    Ho steso il primo disco (mi raccomando: coprite la pasta che non lavorate in due piatti in modo da non farle prendere aria perché si secca molto facilmente) fino ad ottenere una sfoglia non molto spessa (1-2 mm al massimo) e l'ho poi stesa nella teglia che avevo precedentemente oliato. Ovviamente potete anche foderare la teglia con della carta da forno se non volete ricorrere all'olio.
    Ho preso il secondo pezzo di impasto e ne ho ricavato un disco di 20 cm  e sempre 1-2 mm di spessore. 
    L'ho adagiato sul ripieno, ho arrotolato il bordi, ho bucherellato la pasta con i rebbi della forchetta ed ho spennellato la pasta con un'emulsione di olio ed acqua (un cucchiaio da minestra di olio e 1 cucchiaino da caffé di acqua) in modo tale da rendere l'impasto dorato.

    Ho infornato per 15 minuti a 180 °C e poi per 30 minuti a 200 °C. La torta deve risultare dorata sia sopra che sotto.


    Ciau!
    LaGio' riccia.








    martedì 1 aprile 2014

    Biscotti friabili con i tuorli sodi

    Ho sentito spesso parlare dell'utilizzo del tuorlo sodo nella preparazione della frolla.
    Quando sono incappata nel numero di MARZO 2013 della rivista "In tavola" ed ho letto la ricetta dei
    "Biscotti friabili con i tuorli sodi" mi sono detta: "Perché no?!"
    Il risultato è stato davvero sorprendente: la frolla è davvero molto friabile (ma guarda...sarà per quello che si chiamano così?!?!?! ^_^) - ricorda la consistenza dei canestrelli del Sassello, per intenderci - il sapore è molto aromatico (un profumo quando impastavo...!!!) e devo dire che sono biscotti molto leggeri...che non "stancano" ma questa, ahimé, è un'arma a doppio taglio ^_^  decidete voi se questo è catalogabile alla voce "pro" od alla voce "contro".

    Ingredienti
    •  150 gr. di farina 00
    •  120 gr. di burro freddo a dadini
    •  60 gr. di zucchero a velo
    •  30 gr. di mandorle in polvere
    •  2 tuorli d'uovo sodi
    •  3 cucchiai di Rhum
    •  i semini di un baccello di vaniglia Bourbon
    •  un pizzico di sale
    •  un pizzico di lievito per dolci
    Strumenti:
    • un colino a maglie strette
    • una ciotola
    • un pentolino
    • un coltello
    • pellicola per alimenti
    • gratella per dolci
    Preparazione:

    Ho messo le uova in un pentolino e le ho coperte di acqua fredda e, dopo l'ebollizione, le ho fatte cuocere 8 minuti. Le ho sgocciolate, picchiettato i gusci, le ho messe a raffreddare in una ciotola di acqua fredda. Dopo averle sgusciate ho eliminato l'albume ed ho passato i tuorli in un colino a maglie strette.
    Ho setacciato sulla spianatoia la farina con il lievito, ho aggiunto lo zucchero a velo, il pizzico di sale, i tuorli sodi, il burro freddo a dadini e le mandorle in polvere.
    Ho poi prelevato i semini dalla bacca di vaniglia incidendola longitudinalmente e li ho uniti agli altri ingredienti ed ho impastato velocemente fino ad ottenere un composto sabbioso.
    Ho aggiunto il rhum ed ho lavorato per qualche minuto in modo tale da ottenere un impasto liscio.
    Ho diviso la pasta a metà, ho formato due cilindri di circa 3 cm di diametro e li ho avvolti nella pellicola.
    Ho messo i cilindri a riposare in frigorifero. Nella ricetta viene specificato di far riposare l'impasto per almento un'ora...io li ho lasciati dal pomeriggio del sabato fino alla domenica mattina.

    Ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C.
    Ho estratto i cilindri dal frigorifero (eliminando la pellicola) e li ho tagliati a fette dello spessore di 1cm circa. Li ho disposti, distanziati l'uno dall'altro, sulla leccarda rivestita di carta da forno. Li ho infornati per 20 minuti circa e poi li ho messi a raffreddare su una gratella per dolci.

    I biscottini si conservano fino a 10 giorni in una scatola di latta.
    Sono deliziosi sia con il thé che con il latte.