venerdì 21 dicembre 2018

Natale 2018 - Sablée

Ieri. H. 12:20 circa.
Vibrazione del telefono (quando sono in ufficio preferisco mettere il mio smartphone in modalità "trattore" piuttosto che melodica). Guardo il display e realizzo che quello che vi campeggiava sopra  era proprio lo stesso numero di telefono che da un po' di gg aveva tentato di contattarmi in diverse fasce orarie.
Io, gasatissima, "edddai che così scopro chi è!!".

L.G.R.: "Pronto?"
Silenzio. Sorta di "Tuuuuuuuuu" (che già mi indispone perché si sa che all'altro capo del telefono c'è un operatore di call center).
O.C.C.: "Sono Tizio..."
 - senza un minimo di "Buongiorno", "Ciao", "Era ora che ti decidessi a rispondere!", "Crepa!" - 
O.C.C.: "... di il nome di un' azienda fornitrice di energia elettrica. Posso riferire?"
C'è da dire che il fatto che fosse italiano mi ha stupito così come la sua scelta del predicato verbale... ma nonostante ciò...
L.G.R.: "No grazie. Buone feste!" ed ho riattaccato.

A Natale sono tutti più buoni? Mah...io ci provo! E quel "Buone feste" (seppur proferito al pari di un "ma vedi d'annattene a fare...") ne è la prova ^__^.
Però nonostante il mio caratteraccio, vi assicuro che nulla mi dà la stessa soddisfazione del donare un pensierino, fatto con le mie manine, a chi mi sta più a cuore.

Questi i biscottini che ho preparato per i miei amici, quest'anno.


Ingredienti per una cinquantina di biscotti:
  • 220 gr. di farina 00
  • 180 gr. di burro leggermente salato freddo a tocchetti
  • 90 gr. di zucchero a velo
  • 60 gr. di farina di mandorle
  • 20 gr. di farina di nocciole
  • 50 gr. di fecola di patate
  • semi di mezza bacca di vaniglia Bourbon
  • zucchero semolato

Strumenti:
  • un mixer
  • una ciotola
  • pellicola trasparente per alimenti
  • un coltello affilato a lama liscia
  • carta da forno
  • più teglie
Preparazione
Nel mixer ho frullato il burro freddo a tocchetti con lo zucchero a velo fino ad ottenere un composto omogeneo cui poi ho aggiunto in un sol colpo le polveri (farine, fecola, semini di vaniglia) precedentemente mischiate tra di loro. Ho lavorato il tutto fino ad ottenere un panetto che poi ho diviso in tre parti ricavando dei salami non troppo grandi.
Ho avvolto i tre salami in pellicola per alimenti e li ho messi a riposare in frigorifero per tutto un giorno ma già solo un'ora è sufficiente.

Trascorso il tempo del riposo ho acceso il forno a 180°C, rivestito due teglie con della carta da forno, tolto i salami dal frigorifero (ovviamente ho rimosso la pellicola trasparente...) e li ho passati nello zucchero semolato. Li ho affettati dello spessore di almeno mezzo centimetro, li ho disposti sulla teglia (in cottura non aumentano di volume perciò non è necessario distanziarli troppo l'uno dall'altro) ed ho infornato per 13-15 minuti.
Io ho infornato una teglia per volta quindi quando la prima era in forno, ho messo la seconda in frigorifero.

Il contrasto "leggermente salato" con il dolce ed in più il buon sapore di burro ci hanno conquistati!
Conservateli in una scatola di latta a chiusura ermetica e dureranno...beh...non ne ho idea! Ditemelo voi se riuscite a farceli stazionare più di un giorno!!!! ^__^



Tanti auguri di buone feste a tutti Voi ed ai Vostri affetti!

Un abbraccio.
LaGio'Riccia

mercoledì 5 dicembre 2018

Biscotti latte condensato, farina di nocciole e mandorle

Qualche giorno fa guardavo in tv l'ennesima replica di un film che mi piace molto: "Maschi contro femmine".
A parte le risate varie ed eventuali ed il fatto che è ambientato proprio nella città in cui vivo: Torino, davanti alla scena in cui a Carla Signoris viene ceduto il posto sull'autobus da una ragazza giovane e bella e suo (della Signoris) conseguente turbamento, ho riflettuto.
Ho 41 anni e non me li sento. Mi rendo conto che, sulla carta, quella decina inizia ad essere "importante" ma, niente, è più forte di me: io quell'età non me la sento o meglio...io mi sento quella di sempre.
Noto un certo...inacidimento del mio carattere ma più che attribuirlo all'età lo imputo alle persone che incrocio alle esperienze di vita che mi trovo o mi sono trovata ad affrontare (chiaramente + sono gli anni e + sono le esperienze collezionate...ma voi concedetemi questa mia illusione: non è per l'età, cribbio!).
Così ho pensato: è capitato, ultimamente, che mi abbiano ceduto il posto? No.
Ma questo non significa che i ragazzetti con cui prendo metro/bus non mi reputino una vecchia carampana...semplicemente non cedono il posto (nemmeno ai settantenni...)!
Ciò che è capitato, però, è che una collega delle nuove generazioni (che, per intenderci, Freddie Mercury ci lasciava e lei manco era nata) nel tentativo di schivarmi quando si è accorta che mi stava tagliando la strada in corridoio, si sia fermata di colpo e mi abbia detto: "Prego, signora!".
Ora... in un ambiente informale come quello in cui lavoro (nel quale ci si dà tendenzialmente tutti del "tu") e considerando che lo bazzico da ormai quasi 22 anni (da quando, cioè, la "pischella" ero io e stazionavo in un ufficio affettuosamente denominato "nursery") sentirsi apostrofare con "signora" ha il peso di un macigno.
Com'è andata a finire?
Io le ho risposto con un garbato "grazie"... vero quanto una banconota da quattro euro.
Lei, dal suo canto, non si è accorta di aver rischiato la vita ;-).
Ma che dire? Crescerà, capiterà anche a lei e...capirà :-).

Che dite? Il mio orgoglio ferito aveva proprio bisogno di leccarsi le ferite ma soprattutto i baffi gustando un buon biscotto!
Questi biscotti sono nati dall'esigenza di smaltire la farina di nocciole ed il latte condensato che stazionavano in dispensa.
Già qui vi raccontai di aver sdoganato il mio tabù sul latte condensato. Con questi biscotti gli dichiaro amore incondizionato!


Ingredienti per una sessantina di biscotti:
  • 170 gr di latte condensato
  • 170 gr di farina 00
  • 100 gr di farina di nocciole
  • 70 gr di mandorle sgusciate
  • 100 gr di burro ( a temperatura ambiente )
  • 80 gr di zucchero di canna demerara
  • un pizzico di sale
  • una bustina di lievito
  • una bustina di aroma vaniglia

Strumenti:
  • un mixer
  • una ciotola
  • una spatola
  • carta da forno
  • più teglie
Preparazione
Ho frullato le mandorle sgusciate nel mixer.
Nella ciotola ho lavorato il burro a temperatura ambiente con lo zucchero.
Ho poi aggiunto tutti gli altri ingredienti (latte condensato, sale, aroma, lievito e le varie farine) amalgamandoli velocemente con una spatola.
Ho formato una palla, l'ho avvolta con della carta da forno, ho schiacciato un po' e messo a riposare nel frigorifero per un'ora (ma anche più se volete).

Trascorso il tempo di riposo, ho acceso il forno impostando la temperatura di 170°C ed ho iniziato a formare i biscottini.
Ho prelevato delle porzioni di impasto (grandi quanto una noce), creato dei salsicciotti che ho curvato a mo' di ferro di cavallo e li ho
disposti, distanziati, sulla leccarda rivestita con carta da forno.
I biscotti sono cotti quando assumono una colorazione "tostata" ai miei sono occorsi circa 13 minuti.
A me sono venute due teglie che ho cotto separatamente (ho fatto sostare la seconda teglia in frigorifero in attesa di essere infornata).

Una volta trascorso il tempo li ho sfornati, li ho messi a raffreddare su una gratella e poi li ho chiusi in una scatola di latta.
Il profumo di questi biscotti è inebriante così come il loro sapore e la loro friabilità.
Mangiati freddi sono una delizia. Il giorno dopo sono ancora più irresistibili!!!






A presto!
LaGio' Riccia

martedì 6 novembre 2018

Torta Soffice al Cioccolato - Una coccola per il sollievo

Immaginate di, per un periodo di tempo abbastanza lungo (es. 13 anni, 4 mesi e 10 giorni), esservi dovuti difendere da una persona. Una persona anziana, vostra vicina di casa e quindi presente nel vostro quotidiano.
Una persona che vi ha fatto la guerra dal primo giorno che l'avete conosciuta, che vi ha inferto continui attacchi non fisici ma "psicologici", che per questo lasso di tempo lunghissimo, con la prospettiva di chissà quanto altro ancora, vi ha calunniati, vi ha fatto dispetti, vi ha preso a male parole e non vi ha mai rispettati.
Una presenza fissa, costante e tossica nella vostra vita. Un veleno neanche troppo silenzioso che piano piano vi stava segnando e con cui speravate di imparare, prima o poi, a convivere per evitare di lasciarvi sopraffare da esso.
Vostro malgrado avete provato ad essere comprensivi, concilianti, a farvi scivolare addosso quei continui episodi che vi hanno lentamente intossicato la vita.

Immaginate 13 anni, 4 mesi e 10 giorni dopo il vostro primo incontro con quella persona, di ricevere LA notizia.
Sì, proprio quella della dipartita della persona in questione.
Proprio quella notizia che non avete mai osato sperare di ricevere perché ad augurare la morte a qualcuno si corre il rischio di allungargli la vita.

Ebbene, voi come reagireste?

Vi dico com'è andata a me.
Non ho gioito. Nonostante tutto, era pur sempre un essere umano e la sua morte in completa solitudine, lontano da casa in un certo senso mi ha rattristato.
Alla fine forse è proprio vero: si raccoglie ciò che si semina.
Se dovessi tradurre in un' unica parola il carillon di sensazioni provate, userei questo termine: SOLLIEVO.
Come se, all'improvviso, vi togliessero dalle mani un peso che trasportavate da tanto tempo...

Un pensiero a quello che si è patito in tanti anni. Alle angherie subìte.
E poi... poi però basta!
13 anni, 4 mesi e 10 giorni sono già stati troppi. Inutile sprecarne altri.
Una sola priorità: archiviare quel brutto faldone!
E fare una torta. Di quelle alte alte. Al cioccolato, magari. E con il burro.
Da mangiare magari pucciata in una tazzina di caffè. Con la mamma, che ha condiviso con me quel peso e con chi, purtroppo, ne ha sentito troppo spesso parlare: LoveOfMyLife, la sorellona ed il cognato.
Una torta che è una coccola rassicurante. Per esclamare con un sospiro di sollievo "E' finita".

Una Torta soffice al cioccolato
Ho visto questa torta su pinterest. E' del blog "Allacciate il grembiule". Questo il link alla ricetta.
E' una torta molto semplice ed anche velocissima da fare ma gustosa ed appagante.
La ricetta era per uno stampo di 20/22 cm. Io ne ho usato uno da 19. La torta è venuta più alta ed ha richiesto qualche minuto in più di cottura.

Ingredienti per uno stampo apribile di 19 cm:
  • 250 gr. di farina 00 
  • 180 gr. di zucchero
  • 150 gr. di cioccolato fondente (per me al 75%)
  • 100 gr. di burro 
  • 4 uova
  • la scorza grattugiata di un'arancia
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • un pizzico di sale
  • zucchero a velo per guarnire

Strumenti:
  • pentolino + bastardella per il bagnomaria
  • spatola
  • ciotola
  • fruste 
  • setaccio
  • grattugia (per la scorza d'arancia)
  • stampo apribile di 19 cm di diametro
  • carta da forno
Preparazione
Per prima cosa ho foderato lo stampo con la carta da forno (ho bloccato sul fondo un pezzo di carta che ho chiuso nel cerchio mentre per i bordi ho tagliato una striscia alta 7 cm della circonferenza della teglia)

Ho spezzettato il cioccolato e l'ho messo a fondere a bagnomaria.
A cioccolato completamente fuso, ho tolto la bastardella dal bagnomaria ed ho aggiunto il burro tagliato a pezzetti ed ho mescolato finché non si è completamente sciolto.
Ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C.
Nel frattempo ho messo in una ciotola lo zucchero e le 4 uova ed ho azionato le fruste.
Ho montato il composto finché non è venuto bello gonfio, chiaro e spumoso (ci sono voluti circa 10 minuti).
Ho aggiunto la scorza di arancia ed il composto di cioccolato e burro ormai tiepidi  a quello di uova e zucchero ed ho amalgamato con una spatola con movimenti lenti dal basso verso l'alto.
In ultimo ho setacciato la farina con il lievito ed aggiunto il pizzico di sale.
Ho mescolato bene, versato nella teglia ed infornato.
La mia torta era cotta dopo 45 minuti (la ricetta originale prevedeva 35 minuti). Fate comunque la prova stecchino.

Ho poi sfornato e sformato in un piatto.
Prima di servire ho spolverato con abbondante zucchero a velo.
Buona coccola a tutti!





A presto!
LaGio' Riccia

lunedì 29 ottobre 2018

Pan Brioche integrale

La tendenza del tempo a scorrere veloce l'avevo già notata lo scorso anno quando, tra il tramortito e l'incredulo, sulla mia torta di compleanno si è avvicendato il cambio di decina.
C'è da dire, però, che il sospetto che il tempo c'abbia preso gusto ad andar giù secco col piede sull'acceleratore si sta pian piano (ma neanche tanto "piano") trasformando in una specie di certezza. Certezza avvalorata dal fatto che quest'ultimo mese è iniziato e finito in un amen.
Mi sembra ieri che ero al mare, in Portogallo, mentre adesso in giro si vedono già pandori e panettoni pericolosamente vicini a decorazioni stile Halloween.

Ottobre è stato un mese caldo, assolato, gradevolissimo e nel cedere il testimone a novembre ha invertito rotta portando pioggia (e chissà se il livello di smog riuscirà a calare) e temperature decisamente più autunnali...come è giusto che sia, del resto.
Il w.e. passato, perciò, guardando il paesaggio oltre i vetri della finestra sono stata assalita dalla voglia di mettere le mani in pasta... ma per fare che???
Risposta: un bel pan brioche con i rimasugli di farina manitoba integrale che languivano in dispensa...
Anche perché era da un pezzo che non ne facevo uno! Vi ricordate questo? E questo?

Ingredienti per uno stampo di 20x8 cm (quelli di alluminio usa e getta):
  • 250 gr. di farina manitoba integrale 
  • 100 gr. di latte parzialmente scremato + un cucchiaio per spennellare
  • 1 uovo + 1 per spennellare
  • 25 gr. di burro fuso a bagnomaria e freddo
  • 25 gr. di burro a temperatura ambiente + un po' per lo stampo
  • 40 gr. di zucchero semolato
  • 1 cucchiaino da caffè di sale
  • 1 cucchiaino da caffè di scorza d'arancia essiccata
  • 1/2 bacca di Vaniglia Bourbon
  • 1 gr. di lievito di birra disidratato
  • semi di sesamo (facoltativi)

Strumenti:
  • due pentolini
  • stampo di alluminio 20x8 cm
  • coltellino
  • forchetta
  • un cucchiaio
  • ciotola
  • tavola di legno
  • pennello per spennellare
Preparazione
Per prima cosa ho sciolto a bagnomaria il burro e messo a freddare.
Ho poi lavorato gli altri 25 gr di burro con la scorza d'arancia essiccata e buona parte della mezza bacca di vaniglia Bourbon.
Ho fatto intiepidire il latte con all'interno i semini della bacca di vaniglia avanzati.
Nella ciotola ho mischiato lo zucchero con l'uovo intero e poi ho aggiunto il latte. Ho continuato a mescolare finché lo zucchero non si è sciolto. Ho aggiunto il lievito di birra disidratato e poi, un cucchiaio alla volta la farina.
Quando l'impasto ha iniziato a stare insieme, ho aggiunto il sale ed il burro lavorato con scorza e vaniglia  a fiocchetti.
Per ultimo ho aggiunto a filo il burro sciolto ed ho lavorato fino ad incordatura.
A questo punto ho appallottolato l'impasto e l'ho messo a riposare coperto a campana per 40 minuti.
Trascorso il tempo ho effettuato delle pieghe e l'ho messo a riposare per altri 40 minuti.
Ho imburrato lo stampo.
Trascorsi gli ultimi 40 minuti ho divsio l'impasto risultante in 4 pezzi uguali ed ho formato delle palline che ho pirlato sul piano di lavoro.
Ho messo le palline nello stampo ed ho messo a riposare nel forno (precedentemente scaldato a 25° C) spento con lucina accesa per circa 4 ore (fino a che l'impasto non ha superato il bordo dello stampo).
A questo punto ho tolto lo stampo del forno, ho acceso impostando la temperatura di 165°C e mentre il forno si scaldava ho spennellato il pane con un'emulsione di uovo + un cucchiaio di latte.
Ho cosparso il pane di semini di sesamo ed ho infornato per 45 minuti o comunque fino a cottura.

Buono mangiato in purezza ma anche con una bella spalmate di crema di nocciole!!!!
Buona merenda a tutti!!




A presto!
LaGio' Riccia

mercoledì 3 ottobre 2018

Cheesecake al latte macchiato

E' il 3 di ottobre!!!!
Lo realizzo ora con sgomento perché mi sembra d'essere rientrata ieri dalle vacanze estive ed invece è già passato un mese esatto ^_^.
Ciò che più mi spiace è non aver pubblicato le varie ricette fatte nei mesi estivi e con ingredienti di stagione che, a questo punto, dovranno aspettare il prossimo anno per la loro pubblicazione.
Sono proprio un disastro.

La ricetta che vado a pubblicare oggi è quella di una torta di sicuro effetto, rapida nell'esecuzione e che non richiede cottura in forno.
Direte voi "gli ingredienti non di stagione non li pubblichi ma una torta che va mangiata col caldo, mo' che comincia a fare fresco, invece, sì?!"
Ebbene sì! Magari non fa freschetto ovunque...e poi una torta fredda ci può ancora stare sulle vostre tavole...o no?! Ehm...
La verità più vera è che se non ricomincio a pubblicare qualcosa...beh finisce che i mesi (di assenza dal blog) si trasformano in anni!!!

Ma non distraetemi! Torniamo alla torta!
E' una cheesecake al latte macchiato che ho visto qui e che mi ha subito conquistata per la sua semplicità.
L'ho fatta diverse volte (la prima riuscitissima, la seconda disastrosa - nella preparazione vi spiegherò perché - e l'ultima meravigliosa) trasformandola in torta di compleanno per LoveOfMyLife prima e per la sua mamma poi, proprio per la semplicità di realizzazione e perché è talmente buona che CHI MI VUOLE BENE DEVE POTERLA ASSAGGIARE!

L'unico scoglio che ho dovuto superare è stato quello del LATTE CONDENSATO: un ingrediente che per me è sempre stato tabù...un po' come il burro di arachidi, i marshmallows o lo strutto (per restare in ambito italiano, a riprova del fatto che i miei tabù non sono solo oltre confine).

Ma passiamo alla ricetta. Sono convinta che l'amerete al primo assaggio e che la consistenza della crema (che ricorda la panna cotta) vi conquisterà.
Una precisazione, e poi passo per davvero alla ricetta, io ho preparato la torta il pomeriggio precedente e l'ho decorata il giorno stesso di servizio.

Ingredienti per uno stampo di 20 cm:
Per la base:
  • 200 gr. di frollini al cioccolato 
  • 100 gr. di burro a temperatura ambiente
Per la crema:
  • 600 gr. di formaggio spalmabile
  • 470 gr. di latte condensato
  • mezza tazzina di caffè non zuccherato
  • 12 gr. (pari a 6 fogli) di colla di pesce
Per la decorazione:

  • 200 gr. panna fresca da montare
  • 1 cucchiaio da minestra di zucchero a velo
  • cacao amaro
Strumenti:
  • un mixer
  • stampo apribile da 20 cm
  • carta da forno
  • cucchiaio
  • fruste elettriche
  • ciotole
  • caffettiera 
  • una sac à poche con beccuccio a scelta
  • un colino per spolverare di cacao la superficie della torta
Preparazione
Per prima cosa ho ho foderato con carta da forno lo stampo bloccando un quadrato di carta nella parte inferiore della teglia. Ho anche tagliato una striscia alta quanto la teglia e di lunghezza pari alla sua circonferenza e l'ho bloccata sempre sul fondo dello stampo.
Ho tritato finemente i biscotti e li ho lavorati con il burro morbido fino a completo assorbimento.
Come biscotti ho utilizzato sia quelli a forma di cuore di una nota marca e poi, un'altra volta, quelli a forma di fiore...semplici semplici... vedete voi! Potete usare anche quelli con le stelle...a me, personalmente, infastidisce sentire lo zucchero semolato sotto i denti :-P.

Ho poi versato il composto sul fondo della teglia e l'ho livellato ed appiattito prima usando le mani e poi il fondo di un bicchiere.
Ho messo la teglia in frigorifero (deve restarci per almeno mezz'ora).
Ho preso i fogli di colla di pesce e li ho messi in ammollo in acqua fredda per 10 minuti.
Nel frattempo ho lavorato il formaggio spalmabile ed il latte condensato con le fruste. Il composto non va montato ma amalgamato bene.
Trascorsi i dieci minuti di ammollo, ho strizzato i fogli di colla di pesce, ho preparato il caffè e vi ho messo a sciogliere la gelatina (si è sciolta subito mescolando al liquido caldo).
A questo punto ho versato il caffè ancora caldo (ebbene sì perché altrimenti il caffè si addenserà creando un effetto stracciatella da cui non riuscirete a tornare indietro...l'ho sperimentato io nel mio secondo tentativo) nella crema di formaggio più latte condensato e mescolato.
Ho versato la crema sulla base di biscotto, livellato e messo la tortiera in frigorifero.

Il mattino successivo ho montato la panna ben fredda in una ciotola tenuta in frigorifero qualche ora (potete anche metterla in freezer per un quarto d'ora) con un cucchiaio di zucchero a velo che ho setacciato sulla panna nel momento in cui ho visto che le fruste iniziavano a lasciare la traccia del loro passaggio sulla panna.

Ho spolverato il centro della torta con del cacao amaro lasciando puliti 2 cm dal bordo ed ho fatto delle decorazioni in panna con la sac à poche (io ho usato una bocchetta a stella).

Et voilà!

Questa la torta per festeggiare LoveOfMyLife



E questa per festeggiare la mamma (di LoveOfMyLife)







A presto!


LaGio' Riccia

martedì 7 agosto 2018

Cuori di pasta sfoglia con fragole e panna... e sono 7!

Dovete sapere che, rispetto ad ora che sto scrivendo (non garantisco su quando pubblicherò), 7 anni fa o meglio 7 anni e 7 ore e mezza fa (giuro che questo pullulare di 7 è assolutamente casuale) succedeva il patatràc: il primo bacio tra LoveOfMyLife e la sottoscritta.

Sebbene il sottofondo musicale non fosse dei più graditi a quel capellone del mio amore, la canzone che aleggiava in quei dolci ed emozionanti minuti divenne la mia colonna sonora di ogni attimo di non so quanti giorni successivi.
Beh sì...quando mi amminchio su una canzone diciamo che la ascolto a ripetizione finché beh...ecco...non mi esce dalle orecchie (anziché entrarci ^__^).

Un bacio.
Una canzone.
Quella particolare sbavatura nella voce.
Quella combinazione di note.
Così come un profumo.
Un panorama.

Quanto riescono ad emozionare queste cose? A far battere forte il cuore. A far venire la pelle d'oca.
Non so a voi ma a me tantissimo!!
E sebbene le canzoni io le ascolti fino allo sfinimento/inflazionamento delle stesse...
spero di non abituarmi mai al batticuore dello stare insieme, del godere di panorami stupendi o anche solo di stare mano nella mano...un gesto così semplice ma che mi fa sentire a casa.

Quello con cui voglio festeggiare l'ingresso nell'ottavo anno di quella pazza e meravigliosa unione tra LoveOfMyLife e me è un dolcino semplice semplice ma delizioso!!!

Occorrono solo 5 ingredienti e si fa in un attimo.

Ingredienti per 4 Cuori di pasta sfoglia + qualche cuoricino:
  • 1 rotolo di pasta sfoglia
  • confettura di fragole
  • fragole tagliate a pezzetti
  • 125 ml di panna fresca da montare
  • un cucchiaino da thé di zucchero a velo se come me usate una panna non zuccherata
  • zucchero di canna + un po' di panna per decorare
Strumenti:
  • un coppa pasta a forma di cuore sui 10 cm
  • un coppa pasta a forma di cuore sui 5-6 cm
  • una ciotola
  • una ciotolina
  • un cucchiaino
  • fruste elettriche
  • un pennello
  • una sac à poche con beccuccio a scelta
Preparazione
Per prima cosa ho acceso il forno impostando la temperatura riportata sulla confezione della pasta sfoglia ossia 200 °C.
Ho poi riposto in freezer le fruste e la ciotola in cui montare la panna.
Ho mondato, lavato e tagliato a tocchetti le fragole e le ho messe da parte.
Con il coppapasta grande ho tagliato 8 cuori. 4 di questi li ho tagliati al centro con il coppapasta a forma di cuore più piccolo.
In una ciotola ho lavorato, con un cucchiaino, la confettura di fragole per amalgamarla un po' e renderla cremosa.
Ho steso un po' di confettura nel centro dei 4 cuori grandi avendo cura di lasciare libero un centimetro dal bordo. Ho spennellato i bordi dei cuori (attorno alla confettura, per intenderci) con un po' d'acqua e poi, sopra ciascun cuore, ho messo quelli "bucati".
Ho fatto aderire bene i bordi ho poi spennellato con un po' di panna liquida e spolverato con zucchero di canna.
Ho infornato per una ventina di minuti.

In attesa che i cuori si raffreddassero ho montato la panna.
Ho quindi prelevato fruste e ciotola dal freezer, versato la panna ed iniziato a montarla (suona malissimo). Quando le fruste iniziavano a lasciare delle striature sulla panna, ho setacciato il cucchiaino di zucchero a velo e ripreso a montare fino ad ottenere una panna bella soda e ferma.

Ho poi preso le fragole a tocchetti e ne ho messe un po' nel centro. Ho inserito sopra della panna utilizzando una sac à poche, ho messo un altro strato di fragole a tocchetti e finito di decorare con altri ciuffetti di panna.
Ho poi decorato con dei pezzi fragole tagliate a ricordare dei cuoricini <3.







Colgo l'occasione per augurare a tutte/i voi delle fantastiche vacanze.

A presto!


LaGio' Riccia

domenica 13 maggio 2018

Il purè di patate della mia mamma


Questo post è dedicato a lei: pistacchietta/fantasmino/formichina/Mamy: la mia mamma.

Il soprannome "Pistacchietta" deriva semplicemente dal fatto che la mia mamma è ghiotta di Pistacchio.
Il soprannome "Fantasmino", invece, nasce da una storia un po' più articolata.

- Storia un po' più articolata -

L'iter mattutino quando ero a casa con mamma' era generalmente il seguente:

- h. 4:30: sveglia biologica della mamma;
- dalle h. 4:45 alle 5:15 esecuzione, da parte della mia mamma, di tutta una serie di attività per tenersi occupata fino alla sveglia della sua balda figliola (io).
Di seguito le attività più gettonate:
  trascinamento di sedie varie; ramazzata di pavimenti con inevitabile urto di sedie, gambe di tavoli; sistemazione delle posate, lasciate a scolare la sera prima, nell'apposito cassetto;
  sistemazione di piatti vari.
  Un bordello allucinante.
- h. 5:20: preparazione della colazione per la sua balda figliola (io)
- h. 5:25: sveglia della pargola (che in realtà aveva già aperto gli occhi per via del bordello di cui sopra ma che trovava la forza di alzarsi solo a fronte dello squillo di trombe della sveglia)
- dalle h.5:25 alle h. 5:40: colazione della pargola con la mamma che ormai sveglia come un grillo raccontava la qualunque.
- h. 5:41: la preghiera della pargola nei seguenti termini "ne possiamo parlare stasera o quando ti chiamo in pausa? adesso non ce la posso fare"
- h. 5:41:30: silenzio (teso)
- h. 5:42: ripresa del frinire del grillo-mamma durante la permanenza in bagno della pargola (che quindi non sentiva una beata mazza)

Accadde un mattino che la sveglia biologica delle 4:30 di Pistacchietta non funzionò.
Funzionò però quella della di Lei figlia che alle 5:24 aprì gli occhi (probabilmente per l'assordante rumore del silenzio ^__^) giusto in tempo per bloccare la sveglia elettronica prima che suonasse.
Come andò a finire?
Andò a finire che la figlia si alzò e preparò la colazione che consumò nella quiete più assoluta.
La mamma si alzò sul finire e corse in cucina.

Tutta trafelata si produsse in uno "SCUSAMI! Non ho sentito la sveglia!!!".
La mamma era terribilmente dispiaciuta. Essendo rimasta addormentata, le sembrò di aver avuto una qualche mancanza nei miei riguardi!

La guardai: capelli spettinati, il segno del cuscino sul viso. Era tutta stropicciata nel suo pigiamino bianco! Mi fece una tenerezza infinita.
Pareva un fantasmino!

- Fine della Storia un po' più articolata -

Come avrete capito dai suffissi "-etta", "-ino", la mia mamy è piccina picciò... ma ha una forza incredibile. Fisica (da qui "formichina") ma anche d'animo. 
Ha sopportato tante brutture nella sua vita.
Prima che arrivassimo mia sorella ed io... ma anche dopo.
Ha fatto tanti sacrifici per crescerci in salute. Ha provveduto all'indispensabile ma anche al superfluo (avevamo una carovana di Barbie, Puffi e peluches imbarazzante).

La domenica si chiudeva in cucina, spalancava le finestre (in qualsiasi stagione, sia quando abitavamo a Diano Castello che dopo, quando eravamo a Torino!), e si metteva a cucinare.
Preparava manicaretti di ogni sorta ed io mi mettevo lì e la guardavo! Quanto mi piaceva!!
E così, senza accorgermene, ho imparato tante cose.
Una fra tutte? Il purè di patate.
Per me il procedimento era scontato: mettere a bollire le patate con la buccia. A cottura ultimata: sbucciarle, schiacciarle con un passaverdure o uno schiacciapatate direttamente in una pentola con
dei pezzi di burro, salare a dovere, sbattere ben bene il tutto e poi passare sul fuoco lento e aggiungere del latte tiepido...tanto quanto bastava per renderlo della consistenza giusta (non troppo sodo ma nemmeno troppo liquido).
Che sorpresa quando, invece, una delle mie care amiche mi diede la sua ricetta per il puré: acqua e fiocchi di patate disidratati ^__^.
La mia espressione fu davvero quella del coniglio accecato dai fari.
Quello non era purè!
Le scrissi la ricetta. La provò e mi disse che non aveva mai mangiato un purè così buono in vita sua.
Non avevo dubbi. Lei non aveva mai mangiato un vero purè! :-)

Scrivere questa ricetta che mi ha insegnato la mia mamma mi sembra il modo più adeguato per renderle omaggio nel giorno della sua festa.
Sono tante le cose che ho imparato GRAZIE a lei e DA lei.
Spesso le do per scontate. Altre volte, invece, mi rendo conto di essere fortunata ad avere una mamma che:
 mi ha dato tutto l'amore possibile ed anche di più 
 mi ha insegnato tanto
 mi ha sgridato quando, per citarla, "uscivo dal seminato"
 ha indossato il costume da "wonder super mamma" per aiutarmi nei momenti difficili...quelli in cui  dubitavo di poter tornare a sorridere
 quando vedeva i buchi in mezzo alle gambe dei miei pantaloni della tuta, alla mia affermazione "ho le cosce troppo cicce" rispondeva con convinzione "no. hai le gambe troppo dritte" :-D
si rivolge a me chiamandomi "Amore"

E voi? Cosa vi ha insegnato la vostra mamma?

Ingredienti per 4 persone(*):
  • 1,1 kg di patate di media grandezza
  • 40 gr di burro
  • sale q.b.
  • latte q.b.
(*) in realtà per quanto ne sono ghiotta io queste per me potrebbero benissimo essere le dosi per 2 persone ^_^

Strumenti:
  • una pentola per lessare le patate
  • uno schiacciapatate o passaverdure
  • una pentola in cui mettere le patate schiacciate 
  • un pentolino per scaldare il latte
  • un cucchiaio di legno
Preparazione
Per prima cosa ho lavato le patate (mi raccomando che siano integre!) con la buccia e le ho immerse in una pentola piena d'acqua (l'acqua deve ricoprirle interamente) e messo a lessare.
I tempi di cottura ovviamente dipendono dalla grandezza delle patate. A quelle scelte da me è occorsa una mezz'oretta dall'inizio del bollore.
A patate cotte (provate infilzando una forchetta. Se penetra senza difficoltà allora le patate sono cotte), ed ancora fumanti, le ho inserite ad una ad una nello schiacciapatate (SENZA SBUCCIARLE!!!) - se invece usate il passaverdure, mi raccomando, dovete obbligatoriamente sbucciarle ed è importante che siano bollenti quindi procuratevi dei guanti in lattice (^__^) - e le ho schiacciate direttamente dentro ad una pentola nella quale avevo messo dei pezzetti di burro (io 40gr ma voi sentitevi liberi di metterne quanto volete).
A patate finite ho salato ed iniziato a sbattere forte il tutto con il cucchiaio di legno.
Ho messo a scaldare un po' di latte (va anche bene a temperatura ambiente) e pian piano l'ho aggiunto al composto di patate e messo il tutto sul fuoco a fiamma dolce.
Ho amalgamato per bene.

Ma quant'è buono il purè?!?!?! :-)





Ora scappo che devo finire la torta per la mamma...ché gli auguri corro a farglieli di persona :-)
Auguri a tutte le mamme!!!

A presto!
LaGio' Riccia

lunedì 9 aprile 2018

Biscotti morbidi alle mele

FOLLOWER ADVISORY - DISPERSIVE CONTENTS ossia il corrispettivo del PARENTAL ADVISORY - EXPLICIT CONTENT che si trova sulle copertine dei supporti audio

Questo per specificare che la prenderò un po' larga (ma forse ci siete già abituati).
Le dita del piede hanno un nome. (Troppo larga??? Va beh capirete...)
Questa scoperta l'ho fatta oggi dopo che una mia collega mi ha raccontato la sua disavventura con un blocco da 1,5 kg di ragù congelato cadutole sul piede.
A seguito di questa "frana", una delle dita del suo piede destro è diventata nera come Calimero.
La domanda è sorta spontanea:
"Qual è il dito offeso??? L'alluce o......" 
"............."
"............."
quando mi sono resa conto di non essere in grado di continuare,
ho virato verso un

"...o uno degli altri 4????"

(un po' come "La cameriera secca dei signori Montagné" (se non sapete a cosa mi riferisco andate qui e se non ve lo volete sparare tutto...ascoltate dal minuto 4:15 al minuto 4:55...inutile dire che io vi consiglio di guardarvelo ed ascoltarvelo tutto)

Così dopo aver realizzato questa mia lacuna sono andata su (S.)Google ed ho digitato "nomi dita dei piedi" approdando qui e scoprendo, se non avete voglia di leggervelo tutto, che per gli esperti del settore (n.d.r.: ortopedici) le dita sono:
- primo dito (o hallux...alluce)
- secondo dito
- terzo dito
- quarto dito
- quinto dito

ma esistono anche degli elenchi apocrifi secondo cui i nomi sarebbero, oltre al riconosciuto e comune "alluce":
- illice o melluce o dilluce o dillice o polluce;
- trillice o trilluce;
- pondulo o pondo o pondolo o pìnolo o anulo;
- minolo o minulo o mellino; per quest'ultimo è invalso nell'uso anche il nome mignolino (del piede).

Inutile scrivervi che io ho già fatto mio il primo elenco di nomi perché quello apocrifo in testa non mi ci entra proprio!!!  ^__^

A questo punto vi starete chiedendo:
"Ma la Riccia dove vuole andare a para' con sta supercazzola????"
Ve lo dico subito.
Ho pensato (e questo mi fa onore!) a quanto sia diventato ormai semplice ed immediato colmare le nostre lacune grazie ad internet (per quanto questo si riveli spesso un'arma a doppio taglio vista la possibilità per chiunque di pubblicare qualcosa e visto che questo "chiunque" non sempre è una fonte accreditata od eticamente onesta).

E voi? Vi affidate ai motori di ricerca on-line per togliervi quella curiosità o per approfondire qualche argomento?

Da qui al ragionare su quanto lo stesso meccanismo di ricerca sia applicabile alle ricette è stato un attimo.
Molto spesso mi affido alla rete per cercare non solo ispirazione ma anche spiegazioni sul come, sul perché di una preparazione.

Ma prima dell'avvento del web... come facevamo???
Libri di ricette, ricettari... ma anche foglietti!! Chiedevamo ad una nostra fonte attendibile (mamma, nonna, conoscenti vari) e ci appuntavamo ingredienti e svolgimento su un pezzo di carta...il primo che ci capitava sotto mano.

La ricetta di questi biscotti mi è capitata tra le mani proprio così: in forma di "pizzino".

Cosa posso dirvi? Forse di parole ne ho già spese troppe e sarete stufi o forse a questo punto per voi sarà diventata una questione di principio arrivare alla fine per leggere la ricetta.
Questi biscotti sono morbidi...come dei bocconcini di torta. Hanno un profumo di limone indescrivibile ed un sapore delicato.

Io li ho conservati in una scatola di plastica a chiusura ermetica ma forse è meglio usare una scatola di latta perché il giorno dopo erano ancora più morbidi di quando sono stati sfornati.

Nella ricetta originale non era previsto l'estratto di vaniglia. Inoltre le palline di impasto andavano passate prima nello zucchero di canna e poi in quello a velo. Io ho optato solo per quest'ultimo.


Ingredienti  per circa una 30na di biscotti:
  • 250 gr di farina ’00 setacciata
  • 120 gr di burro
  • 100 gr di zucchero
  • 50 gr di fecola
  • 8 gr di lievito per dolci
  • 1 uovo piccolo intero
  • scorza di un limone bio
  • 1 mela tagliata a pezzettini 
  • un cucchiaino di estratto di vaniglia
  • zucchero a velo 
Strumenti:
  • coltello
  • grattugia
  • ciotola
  • coppetta
  • pellicola trasparente
  • setaccio
  • un piatto
  • una o più teglie da forno
  • carta da forno

Preparazione
Per prima cosa ho lavato e mondato la mela e l'ho ridotta in pezzi piccolissimi.
Ho grattugiato la scorza del limone.
In una ciotola ho lavorato il burro freddo a pezzetti con lo zucchero.
A parte in una coppetta ho mescolato l'uovo all'estratto di vaniglia ed ho unito il composto così ottenuto a quello di burro e zucchero.
Vi ho poi setacciato sopra la farina con il lievito e per ultimi ho aggiunto i pezzettini di mela.
Ho lavorato velocemente fino ad ottenere un composto che stesse insieme, ho coperto con pellicola ad uso alimentare e messo in frigorifero per almeno un'ora.

Trascorso il tempo del riposo (ma anche di più, se volete), ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C.
Ho rivestito la leccarda con un foglio di carta forno.
Ho prelevato un po' di impasto e fatto una pallina grande quanto una noce, l'ho passata nello zucchero a velo e l'ho posata sulla teglia.
Ho proceduto così fino a finire tutto il composto avendo cura di distanziare le palline l'una dall'altra.
Ho infornato e fatto cuocere per 15 minuti.

A me sono venute più teglie che ho cotto una alla volta. Quelle in attesa di essere infornate sono state messe al fresco (:-D) in frigorifero.

Ed eccoli qua:



Questo, invece, è il pizzino della signora Amalia (amica della mia mamma) che mi ha passato la ricetta.





A presto!
LaGio' Riccia

lunedì 5 marzo 2018

Voglia di torta - Torta mascarpone ed albumi

Far torte mi piace.
Tanto.
Quasi più di mangiarle.
Sia chiaro: se una bella fetta di torta ammicca al mio indirizzo, di certo non le dico di no.
L'occasione più gettonata per mettermi all'opera è un invito a casa di familiari, amici, etc...
Mi piace pensare alla torta giusta. Quella che può rispondere meglio ai gusti di coloro che la mangeranno.
La vedo come una coccola.
Qualche domenica fa, però, è successo l'impensabile: mi è venuta voglia di fare una torta per LoveOfMyLife e me.
Impensabile non perché non ne faccia mai, eh?! Ma perché avevo voglia di mangiare una bella fetta di torta.
Senza che ci fosse un'occasione particolare, senza una precisa ricorrenza.
Solo perché AVEVO VOGLIA DI TORTA e di una coccola.
Voglia di una torta di quelle che ci preparava la nonna...alta, soffice, con la crosticina croccante e profumata di limone.
Una di quelle torte che non si stanno a preoccupare del "troppo di questo" o del "meglio senza".
E, si sa, la voglia aguzza l'ingegno.
Ci potrei mettere quegli albumi da smaltire...
...e quel mascarpone che alla fine non ho più utilizzato (anche perché, diciamocelo, se non lo usi per guarnire quella torta...quando lo usi???)...
...ed anche il succo di quel limone spelacchiato -povero limone- che hai privato delle zeste in settimana.

E così è nata la torta di cui AVEVO VOGLIA. 
Alta alta.
Soffice.
Profumata.
Che si scioglieva in bocca.
E, soprattutto, che il giorno dopo era ancora più buona!!!
Per enfatizzare l'aroma di limone vi consiglio, se disponete di un limone intero (non spelacchiato come il mio), di aggiungere al composto anche la scorza grattugiata.


Ingredienti uno stampo di 18 cm:
  • 270 gr. di farina 0
  • 150 gr. di zucchero
  • 250 gr. di mascarpone
  • 150 gr. di albumi
  • 40 gr. di burro fuso
  • il succo di un limone
  • mezza bustina di lievito per dolci
  • un cucchiaino da thé di estratto di vaniglia
  • zucchero a velo per decorare
Strumenti:
  • un pentolino per fondere il burro
  • fruste elettriche
  • due ciotole 
  • setaccio
  • un leccapentole
  • uno stampo a cerniera del diametro di 18 cm
  • carta da forno
  • colino per spolverare la torta con zucchero a velo

Preparazione
Per prima cosa ho fatto fondere il burro a fiamma dolce.
Ho forderato il mio stampo a cerniera con la carta da forno (ho applicato il foglio alla base e chiuso il cerchio attorno. Per i bordi, invece, ho unto con del burro per far sì che le strisce di carta da forno aderissero).
Una volta intiepidito, ho sbattuto con le fruste il burro con lo zucchero per 15 minuti.
Quando il composto è diventato bello spumoso, ho aggiunto gli albumie continuato a sbattere.
Nel frattempo ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C.
Trascorsi 10 minuti (di sbattimento di burro+zucchero+albumi), ho iniziato ad aggiungere il succo di limone a filo e continuato a sbattere.
In un'altra ciotola, ho lavorato il mascarpone con l'estratto di vaniglia.
Ho aggiunto il mascarpone+estratto al composto FRUSTATO precedentemente.
Ho setacciato la farina con il lievito ed amalgamato.
Ho versato il composto nella teglia ed infornato per 45 minuti (o comunque finché non ha superato la prova stuzzicadenti).



E voi? Che torta prediligete fare quando vi "attacca la voglia"?????

A presto!
LaGio' Riccia

lunedì 12 febbraio 2018

Pan Bauletto alla Curcuma e semi

Un novembre di tanto tempo fa 31 anni fa qualche anno fa, una bimba riccioluta abbandonò il ridente entroterra ligure per trasferirsi con la sua mamma e la sua sorellona in quel di Torino.
Ella rimase affascinata da quegli spazi enormi rispetto alla sua amata Diano Castello, dai tram, dalla prima ed abbondante nevicata, dal fatto che lì chiamassero la sua adorata "focaccia" con il buffo nome "pizza bianca" ma, soprattutto, dalla bontà di quei grissini cicci cicci che terminavano con una punta croccante e morbida dentro.
I grissini migliori mai mangiati prima!
Un sacco di Parecchi Diversi Qualche anno fa l'ormai grande cresciuta ella fece un tour della città "alla scoperta della Torino magica e misteriosa" e, tra le tante particolarità legate alla meravigliosa città in cui ella aveva la fortuna di abitare, scoprì che proprio Torino è la patria del "grissino".

La LEGGENDA...
...narra che il giovanissimo duca di Savoia Vittorio Amedeo II, di salute cagionevole e d'aspetto gracilino, soffriva di dolori allo stomaco.
Un dottore di allora, Teobaldo Pecchio, ricordandosi del rimedio (crosta del pane secco al posto del pane con abbondante mollica) con il quale la sua mamma lo aveva curato dal mal di stomaco, andò dal panettiere reale e gli commissionò un pane molto cotto e con poca mollica.
Il panettiere si mise subito all'opera ed iniziò ad allungare le ghërse (tipo di pane consumato all'epoca) tenendole dai lembi e tirandole fino ad aprire completamente le braccia.
E fu così che nacque il ghërssin.
Ma questa è, appunto, la leggenda...la storia narra qualcosa di diverso. Qui  troverete qualche dettaglio in più.
...Fine della LEGGENDA

Ed ora mi chiederete: "tutto molto bello... ma il titolo di questo post recita 'Bauletto curcuma e semi" mica 'Grissini curcuma e semi'????"
Sono contenta della vostra domanda!!! ehm
Dovete sapere che in una piazza del centro di Torino c'è un panificio che ha grissini di tutti i tipi:
gorgonzola e noci, olive, pizzaiola, etc...
addirittura grissini dolci!

Ovviamente, sebbene un po' cresciutella, non ho perduto la mia passione per i grissini ed una volta scoperto questo panificio delle meraviglie, ogni tanto vi faccio qualche blitz.
Quest'estate il panificio dava bella mostra di una novità chiamata "rubatà della salute" ossia grissini con curcuma e semi di sesamo.
Quel bel colore giallo...i semi di sesamo...in un attimo sono stati miei e...che deliziosa scoperta! La curcuma donava all'impasto un sapore delicato che si sposava in maniera eccezionale con il sesamo.
E subito ho pensato "chissà con il pane?!?!?!?" ed è da qui che è nata l'idea di modificare la ricetta del pan bauletto che preferisco aggiungendo la curcuma e diversi semi (oltre al sesamo io ho usato i semi di chia, di girasole, di lino e di papavero). Semplicemente ho sciolto la curcuma nei liquidi usati per sciogliere il lievito e poi ho messo dei semi di chia nell'impasto, prima di arrotolarlo, e cosparso gli altri semi prima di infornare il pane.

Vi copio la ricetta del pan bauletto con le modifiche da me apportate.


Ingredienti per un pan bauletto delle dimensioni di un plumcake regolamentare:
  • 300 gr. di farina 0
  • 200 gr. di farina manitoba
  • 150 ml. di acqua
  • 150 ml. di latte parzialmente scremato
  • 2 cucchiaini da caffé di curcuma
  • semi a piacere (ho usato semi di chia all'interno ed all'esterno un mix di semi di girasole, papavero e lino)
  • 80 gr. di olio di riso
  • 15 gr. di zucchero semolato
  • 15 gr. di sale fino
  • 10 gr. di lievito di birra fresco
  • un po' di latte per spennellare il pane prima di infornarlo
Strumenti:
  • un pentolino in cui far intiepidire il latte con l'acqua
  • una terrina 
  • un cucchiaio di legno
  • pellicola trasparente
  • uno stampo da plumcake rivestito con carta da forno
  • un pennello in silicone
  • una gratella per dolci

Preparazione
Per prima cosa ho fatto intiepidire l'acqua con il latte, ho aggiunto la curcuma e mescolato e poi ho sciolto il lievito di birra fresco e lo zucchero.
Nella terrina ho mescolato le farine setacciate ed il sale, vi ho praticato un buco in centro e vi ho versato i liquidi (latte con acqua e curcuma, lievito e zucchero + olio).
Ho mescolato il tutto con il cucchiaio di legno e quando ho cominciato a faticare, sono passata alle mani.
Ho impastato fino ad ottenere una palla.
Ho coperto la terrina con della pellicola trasparente ed ho lasciato riposare 2 ore (tempo necessario a far raddoppiare il volume dell'impasto).
Una volta lievitato, ho rovesciato l'impasto sul piano di lavoro leggermente infarinato, l'ho pressato delicatamente con i polpastrelli fino a fargli assumere i connotati di un rettangolo (...).
La lunghezza del pan bauletto corrisponderà al lato + lungo dello stampo da plumcake.
Ho cosparso l'impasto con i semi di chia (ovviamente dopo la cottura i semi interni si staccheranno...questo perché i semi non sono stati impastati...) ed ho arrotolato stretto il rettangolo.
Ho foderato lo stampo con la carta da forno e vi ho adagiato il salamone (tranquilli, nonostante io lo definisca così, vi assicuro che questa rimane sempre la ricetta di un pane) così ottenuto.
Ho coperto con i lembi della carta da forno in eccedenza ed ho fatto riposare ancora un'oretta.

Prima della scadenza dell'ora ho acceso il forno impostando la temperatura di 180 °C.

Trascorsa l'ora ho spennellato il pane con un po' di latte, ho cosparso con i semi vari ed ho infornato per 45 minuti.

Una volta sfornato ho messo il pan bauletto a raffreddare su una gratella.





Quanto mi è piaciuto questo pane!!! Spero piaccia anche a voi :-)
A presto!!!
LaGio' Riccia

martedì 9 gennaio 2018

Naked Carrot Cake

ovvero: "La Camilla desnuda"

Immaginate di prendere parte ad un evento.
Immaginate di vedervi offrire una fetta di torta.
La guardate. E' una fetta di torta da credenza.
Il colore è chiaro? gusto pulito? MICCCCHELEEEEE! ah no scusate l'interruzione
Dicevamo: il colore è aranciato.
La consistenza è umida.
All'interno un sottile strato di crema bianca.
Dopo aver assaggiato il primo boccone e, nel mio caso, aver proferito anche un sonoro "Minkia che buona!" decidete che di quella torta dovete sapere tutto.
Immaginate di scoprire, in quegli anni in cui le torte dai nomi "furesti" (n.d.G.: stranieri) stavano timidamente iniziando a fare capolino sulle tavole italiane, che il nome
di cotanta squisitezza è "Carrot cake".
Così vi informate perché, chiaramente, da quel momento è come se il vostro nome fosse "Gollum" e quello della torta fosse "Tessssoro".
Immaginate la felicità nel trovare la ricetta (IN LINGUA ITALIANA!!) di cotanta bontà.
Immaginate di iniziare a scorrere l'elenco degli ingredienti con famelico interesse per capire se avete tutto l'occorrente per farla subito!! Perché è chiaro che deve essere vostra.
Poi però vi scontrate con un numero... un mesto "5" che però accostato alla parola "uova" provoca un impercettibile tremolio alla vostra palpebra inferiore destra.
Decidete di ignorare quel tremolio e di proseguire nella lettura e vi scontrate con un numero ben più alto di quel "5"...vorreste leggervi accanto la parola "farina" ma con una fitta al cuore
trovate la parola "burro" (ed evidentemente il dolore è opera del colesterolo che si sente subito chiamato in causa).
Ed è lì che pensate "Pazienza. Niente torta. Magari la crema...potrei rubarne la ricetta e riutilizzarla con un'altra torta più leggera..."
Superate la preparazione della torta che ormai avete già mentalmente cestinato e leggete:
"Ingredienti per la crema al BURRO"
E' come se foste sotto la doccia, una mano sconosciuta ed inguantata scostasse la tenda e voi, nel girarvi per il freddo provocato dallo spostamento d'aria, vi ritrovaste davanti qualcuno che vi vuole accoltellare.
Ed è a quel punto, che emettete quell'urlo disperato e lancinante:
"NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!"
seguito da un meno casto ma molto sentito:
"MA VVVVAFFANCULO VAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!"  che riporto più piccolo per semplice pudore.

Fine della mia storia d'amore con la Carrot Cake.

Passano gli anni.

In questi anni avete trovato e provato svariate ricette di torte di carote. Soffici, leggere, gustose.
Le avete fatte di ogni forma (tonde, rettangolari, quadrate) e di svariate pezzature (18 cm, 22 cm, 24 cm) ma anche a mo' di piccole brioche (sì,proprio come le "Camille").
Tutte deliziose.

E poi incappate in questa ricetta.

E decidete di farla...nonostante quella crema a base di mascarpone e panna...perché la quantità accettabile di uova e l'assenza di burro vi rimettono in pace con voi stesse e con il colesterolo.

Le quantità riportate nella ricetta originale sono per uno stampo da 22-24 cm.
Io mi sono amminchiata con le torte piccine picciò perciò ho fatto una torta da 18 cm e 5 camille.
Viste le dimensioni ridotte dello stampo da me scelto, per limitare gli avanzi di crema, ho deciso di usare quest'ultima (la crema) anche per farcire
la torta internamente (usando una bagna al Grand Marnier per inumidirla).

INGREDIENTI per uno stampo da 18 cm e 5 camille (tra parentesi gli ingredienti originali):
  • 250 gr di carote (al netto degli scarti)
  • 200 gr di farina 00
  • 100 gr di farina di mandorle
  • 100 gr di succo d’arancia
  • 200 gr di zucchero a velo vanigliato
  • 80 gr di olio di riso (nella ricetta originale: di semi di girasole)
  • 3 uova piccole
  • buccia grattugiata di 1 arancia
  • 1 pizzico di sale
  • 1 bustina di lievito per dolci
per la bagna al Grand Marnier:
  • 60 g di acqua
  • 40 g di Grand Marnier
  • 45 g di zucchero
per la crema al mascarpone:
  • 250 gr di mascarpone
  • 90 gr di zucchero a velo
  • 200 gr di panna da montare
STRUMENTI:
  • coltello
  • grattugia
  • spremi agrumi
  • mixer
  • ciotola
  • fruste elettriche
  • leccapentole
  • setaccio
  • stampo a cerniera da 18 cm + stampo per camille 
  • pentolino
  • sac à poche con beccuccio liscio e largo (possibilmente in acciaio...io ne ho usato uno in plastica e come vedete per le mie decorazioni ci sono ampi margini di miglioramento).
  • coltello
  • pennello
PREPARAZIONE della torta:
Ho preparato lo stampo: ho applicato un foglio di carta da forno sul fondo l'ho fissato chiudendo l'anello. Ho imburrato ed infarinato i bordi dello stampo.

Ho acceso il forno impostando la temperatura di 190°C.

Ho lavato, mondato e grattugiato le carote e le ho messe nel contenitore del mixer.
A parte ho spremuto l'arancia (dopo aver grattato la scorza) ed aggiunto il succo alle carote.
Ho unito l'olio ed ho frullato fino ad ottenere una crema omogenea.

A parte ho montato le uova con la buccia d'arancia e lo zucchero a velo fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso.
Ho poi aggiunto la farina di mandorle ed ho amalgamato con le fruste. Ho aggiunto il pizzico di sale, la crema di carote.
Ho amalgamato delicatamente con un leccapentole ed infine ho aggiunto la farina setacciata con il lievito.
Ho lavorato con le fruste fino ad ottenere un composto liscio.

Ho versato il composto nella teglia ed infornato impostando la temperatura a 180°C.

La ricetta originale prevedeva un tempo di cottura di 30 minuti. Per la mia torta (più piccola ma più alta) ci sono voluti 50 minuti di cottura.
In ogni caso io vi suggerisco, passati i primi 30 minuti,  di fare la prova stecchino e di regolarvi.
Lo stecchino deve fuoriuscire pulito.

Con il composto restante ho riempito uno stampo in silicone con 5 mezze sfere (le camille!!!) ed ho riposto in frigorifero finché la torta non è stata cotta. Per le camille il tempo di cottura è stato di 30 minuti.

Ora.
Dopo aver sfornato e sformato il dolce, si consiglia di lasciar trascorrere 3-4 ore prima del consumo.
Avendo l'idea di farcirla internamente, oltre che di decorarla, io l'ho lasciata riposare tutta la notte e l'ho farcita e decorata il giorno dopo.

PREPARAZIONE della bagna:
In un pentolino ho mescolato l'acqua con lo zucchero ed ho fatto sobbollire per 3 minuti.
Una volta freddo ho aggiunto il Grand Marnier. Se volete diminuire il grado alcolico, aggiungete il liquore quando acqua e zucchero sono ancora caldi in modo tale che l'alcool evapori.

PREPARAZIONE della crema:
Un'ora prima della preparazione della crema ho messo la ciotola da usare per montare la panna e le fruste nel freezer.
Ho montato a neve ben ferma la panna fredda con un cucchiaio di zucchero a velo preso dal totale.
L'ho messa in frigorifero.
Ho lavorato con le fruste il mascarpone e lo zucchero a velo fino ad amalgamarli.
Ho poi unito con delicatezza la panna montata lavorando con una spatola dal basso verso l'alto fino ad ottenere un composto vellutato.


ASSEMBLAGGIO E DECORAZIONE della torta:
Se non volete lasciar riposare la torta tutta la notte, lasciate almeno trascorrere le 3-4 ore di riposo prima di decorarla.
Ho messo la torta sul piatto di servizio (io ho usato un centrino in plastica rigida) e l'ho tagliata in due.
Ho bagnato abbondantemente il bordo inferiore con la bagna (io ho utilizzato un pennello...se avete uno spruzzino ancora meglio!).
Ho applicato il bordo dello stampo a cerniera attorno alla torta e l'ho chiuso.
Ho spalmato uno strato generoso di crema ed ho livellato bene.
Ho adagiato l'altro strato di torta e riposto in frigorifero per almeno 2-3 orette.
Trascorso il tempo di riposo, ho aperto il cerchio e l'ho tolto.
Ho decorato con la sac à poche facendo dei ciuffetti partendo dall'esterno e procedendo verso l'interno.
Ho rimesso la torta in frigorifero e ve l'ho lasciata fino ad una mezz'oretta prima di consumarla.

Che dire? Di una bontà per me commovente!!!! :-)))





Alla prossima...
LaGio' Riccia