L'idea di salire virtualmente su di un bus che viaggia in giro per il mondo seguendo un itinerario eno-gastronomico mi entusiasma e non poco.
Per un anno, quindi, questo bus toccherà nazioni diverse (una per mese) ed a chi deciderà di salire a bordo, toccherà il compito di postare una ricetta relativa alla nazione incriminata.
Ho sempre pensato che il bello di andare a sbirciare nelle altre cucine (preferisco questa espressione alla più fredda "visitare altri blog") è proprio quello di scoprire piatti della tradizione di altre regioni, città.
Ma non solo...scoprire nuovi ingredienti ed anche il relativo utilizzo...e magari chissà, anche qualcosa in + su usi e costumi.
Se poi l'idea è quella di oltrepassare i confini italiani...ben venga!!!
Per la seconda tappa di questo fantastico bus si va in Spagna.
Serena ed Arianna chiedono, eventualmente, di raccontare un aneddoto legato al piatto e, sorpresa delle sorprese, io ce l'avrei anche!!!
Quindi...come non partecipare???
Il piatto che presenterò per questa tappa è il Flamenquìn. Un piatto che ho avuto il piacere e quasi l'obbligo (capirete poi perché ^_^) di assaggiare durante la prima vacanza estiva (risalente ad agosto 2012) che trascorremmo insieme Love Of My Life ed io ...la meta era una delle diciassette comunità autonome della Spagna: l'Andalusia.
Il viaggio prevedeva di trascorrere i primi due giorni a Granada - con tappa obbligata alla sensazionale Alhambra (tra l'altro se voleste andare a visitarla vi consiglio di prenotare i biglietti on-line...in questo modo eviterete estenuanti code a serpentone), i 3 successivi a Vejer De la Frontera (e qua ci siamo goduti dei fantastici giorni di mare) per poi concludersi a Siviglia.
Ma torniamo all'aneddoto...
Il secondo ed ultimo giorno a Granada lo utilizzammo per visitare l'Alhambra. Considerate che nell'agosto 2012 la temperatura alle 21 era di 38°C.Vi lascio immaginare durante la giornata. Il pomeriggio girammo per un mercatino grazioso, tappa in un locale dove bevemmo la migliore sangria mai assaggiata prima (proprio per scacciare l'arsura, spero comprendiate) e poi la sera...visto il caldo optammo per andare a tapear. Decidemmo di andare a sensazione e di fidarci del nostro istinto.
Vedemmo un locale con fuori delle botti. L'aspetto, all'interno, era molto rustico e le persone che lo popolavano sembravano essere clienti abituali (beh...in realtà sembravano proprio far parte dell'arredamento...ma questo è un altro discorso).
Il locale aveva pochi posti a sedere, diverse botti che i clienti usavano come piani d'appoggio ed il bancone.
Decidemmo di entrare.
Guardammo la vetrinetta alla ricerca di qualcosa da mangiare, chiedemmo anche il menu. Eravamo turisti e non parlavamo la lingua. Questo era evidente :-).
Ad un certo punto, persi in tutta quella serie di nomi che per noi non volevano dire assolutamente nulla, sentimmo il cameriere dirci "Tenemos Flamenquìn casero".
Love Of My Life ed io lo guardammo con lo stesso trasporto di una mucca che guarda il treno che passa e con un sorriso incerto annuimmo.
Al che sentimmo un'altra voce provenire dalla cucina...probabilmente un suo collega deve aver detto qualcosa del tipo "ma gliel'hai detto del Flamenquìn???" perché poi il nostro interlocutore disse qualcosa che, a giudicare dal tono (carico di disappunto ed incredulità), ci suonò come "Le dije que tenemos Flamenquìn CASERO pero ellos no entienden!" (ossia: "gliel'ho detto che abbiamo il flamenquìn casero ma questi so' de coccio!").
Al che non potemmo esimerci dal provare questo tanto sponsorizzato Flamenquìn casero...doveva essere qualcosa di veramente eccezionale!
Con aria goduta chiedemmo: "Dos Flamenquìn, por favor!" e per tutta risposta ricevemmo una...CAZZIATA pazzesca!!! Scusate il francesismo!!! Con un tono pieno di rimprovero il nostro "amico" ci disse:
"No dos Flamenquìn!!! Flamenquìn por dos!". E credo che ci abbia preso per il retro-sud con tutti gli avventori successivi, colleghi, parenti.
Pazienza: è sempre un'ottima cosa suscitare il sorriso ^_^.
Pur sentendoci dei completi idioti, mangiammo comunque di gusto questa meraviglia CASERA.
Nei giorni successivi assaggiammo anche il Flamenquìn di Siviglia...non casero e nella versione
ma quello CASERO...ci rimase nel cuore! Come si dice..."il primo Flamenquìn non si scorda mai!".
Questo piatto viene chiamato così in ragione del suo colore biondo (dato dalla panatura) che ricorda quello dei capelli dei fiamminghi che accompagnarono l'imperatore Carlo V (fonte Wikipedia)
Vi segnalo questo link per trovare qualche notizia in più in merito:.
Qui di seguito troverete la ricetta del primo Flamenquìn con cui ci siamo deliziati LoveOfMyLife ed io :-).
La ricetta originale vuole che i Flamenquìn vengano fritti. Mi perdonerete ma io di fare il fritto non ci penso proprio quindi li ho cotti in forno!!!
Questo è il banner della rubrica (oltretutto...scusate la mia civetteria ma...non trovate che i colori si abbinano benissimo a quelli della mia creatura?!?!?!?):
Flamenquìn por dos ^_^:
- 2 fettine di lonza di maiale tagliate sottili
- 2 fettine di jamon serrano
- 1 uovo
- 60 gr. di queso tagliato in 6 bastoncini (io ho utilizzato del Fontal)
- farina 00 q.b.
- pan grattato
- un pizzico di sale
- olio EVO
Strumenti:
- una ciotola in cui sbattere l'uovo
- una forchetta
- due piatti piani
- eventualmente un batticarne se le vostre fettine dovessero essere troppo spesse
- una leccarda rivestita con carta da forno
- stuzzicadenti
- un tagliere
Preparazione
Ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C.
Ho preso una fettina di maiale e l'ho messa sul tagliere. In centro vi ho adagiato la fettina di jamon, tre listarelle di formaggio.
Ho arrotolato la carne lungo il lato più corto e l'ho chiuso.
In una ciotola ho sbattuto l'uovo con un po' di sale.
Ho passato l'involtino nella farina, successivamente nell'uovo e poi, per ultimo, nel pan grattato.
Ho ripetuto le stesse operazioni per la seconda fettina di carne.
Ho poi disposto gli involtini così ottenuti su una teglia rivestita con carta da forno e li ho irrorati con dell'olio extravergine d'oliva.
Ho infornato e lasciato cuocere per 45 minuti circa avendo cura di girare ogni tanto gli involtini.
Una volta cotti li ho sfornati e trascorsi 5 minuti li ho tagliati a fettine di 2cm circa e li ho serviti..
¡Olé!
¡Hasta pronto!
LaGio' rizada ^_^.