lunedì 11 aprile 2022

E' Pasqua? Allora Pan di Neve!

Capita di farsi delle domande.
Domande cui non si può rispondere con un binario-spiccio "Sì/No" e che non hanno necessariamente una risposta  giusta o sbagliata. Domande che nascono così e che trovano risposta più in là nel tempo o anche più risposte diverse perché ci capita di vivere esperienze diverse che ci aprono a nuove interpretazioni.

Rivedevo mio papà dopo 11 anni. Era molto cambiato. Nei miei ricordi di bambina 9enne era un gigante sia in altezza che in fatto di mole. Quello che avevo davanti, da ventenne, era un uomo logorato ed anche sfigurato dalla malattia. Un omino  che pesava la metà dell' ultima volta che lo avevo visto e che poi così alto non era.
Il tipo di domanda di cui vi parlavo poco sopra ha fatto capolino proprio in quella circostanza. Nel parlarmi della sua malattia e di tutte le terapie provate: forti e meno forti, destabilizzanti, invalidanti ed invasive (che lo avevano sfigurato per sempre)  ma rivelatesi fallimentari, quando mi accennò all' ennesimo tentativo che si accingeva a fare non potei non chiedermi:
"Ma come fa a trovare la forza di continuare???"
Non gli posi mai quella domanda. Non volevo che leggesse in questo mio quesito un incentivo a smetterla perché di fatto quella mia domanda nascondeva l' ammissione, o quanto meno il sospetto, che io mi sarei fermata prima, ecco.
Quella domanda mi rimase in testa per tutto il viaggio del ritorno in Piemonte da Diano Castello. 
Pian piano quella domanda assunse i contorni di una risposta perché si trasformò in "Come fa ad avere ancora tutta quella speranza?" e mi convinsi che forse la risposta era questa: la forza derivava dalla speranza.
Vent' anni dopo, vedendo anche mia mamma combattere contro un male la cui prima terapia si è rivelata invalidante a vita, vedendo il suo modo di agire e reagire mi sono detta che forse il "carburante" per andare avanti, era la disperazione.
Ventidue anni dopo, osservando sempre la mia mamma che continua a lottare, ormai da due anni, ed a cercare un equilibrio in tutto ciò che le è successo, equilibrio che, purtroppo, ogni mese è messo in discussione dal piano terapeutico cui è sottoposta, penso di aver trovato la risposta "giusta"... quella che mi convince di più... Una risposta che mi ha trafitto per la sua semplicità. Non vi so dire se è universalmente vera, so solo che quando l' ho trovata mi sono sentita sollevata ed ho pianto. Tanto. Ho pianto tutte le lacrime che ho ricacciato indietro ogni volta che il magone mi saliva su ma mi dicevo "Non ora. Non è il momento. Ora devi essere forte".
La risposta è semplicemente "Io voglio solo stare bene". Tutto ciò che muove chi sta male è "solo" riottenere ciò che magari fino a che si era in salute si dava per scontato e cioè lo stare bene.

La Pasqua si avvicina a grandi passi ed io ho deciso di condividere con voi la ricetta del Pan di Neve di Sonia Peronaci perché, che ci crediate o no, la settimana scorsa in Piemonte (ad alta quota, ehhh) è nevicato ed anche perché la deliziosa glassa che lo ricopre (vi prego FATELA e non ve ne pentirete) è di una goduria pazzesca e ricorda la glassa delle colombe per cui potrete preparare questo golosissimo lievitato e spacciarlo per un dolce pasquale -_-.

INGREDIENTI per la GLASSA:
  • 30 gr. di farina di mandorle
  • 8 gr. di farina di nocciole
  • 7 gr. di farina di mais bramata
  • 7 gr. di farina di semola rimacinata di grano duro
  • 50 gr. di zucchero semolato
  • 25 gr. di miele millefiori
  • 25 gr. di albume
  • 6 gr. di olio di semi di girasole (la ricetta originale prevede olio di mais)
  • 4 gr. di burro fuso
  • 1 cucchiaino di estratto di Vaniglia Bourbon
INGREDIENTI per il LIEVITINO:
  • 100 gr. di farina manitoba
  • 100 gr. di latte fresco parzialmente scremato (la ricetta originale prevede latte intero)
  • 12 gr. di lievito di birra fresco
INGREDIENTI per l' IMPASTO:
  • 300 gr. di farina manitoba
  • 60 gr. di zucchero semolato
  • 60 gr. di miele millefiori
  • 180 gr. di latte fresco parzialmente scremato (la ricetta originale prevede latte intero)
  • 50 gr. di burro
  • 1 uovo medio
  • scorza di un' arancia grattugiata
  • 70 gr. di arancia candita
  • 6 gr. di sale fino
Per decorare:
  • 80 gr. di zucchero in granella
STRUMENTI:
  • robot da cucina con lame
  • sac à poche
  • ciotolina
  • forchetta
  • pellicola per alimenti
  • planetaria 
  • caraffa
  • cucchiaio
  • pirottino in cartoncino alto 11cm e del diametro di 18 cm
  • ferri per maglia

PREPARAZIONE

La sera precedente "l' inizio dei lavori" ho preparato la glassa inserendo tutti gli ingredienti previsti nel robot da cucina ed azionandolo per mezzo minuto. Ho poi messo il composto denso ottenuto nella sac à poche.

Il giorno successivo ho preparato il lievitino in una ciotolina sciogliendo il lievito nel latte, aggiungendo la farina e mescolando con un cucchiaio. Ho poi coperto con pellicola e lasciato riposare nel forno spento per un' ora.
In una caraffa ho mescolato uovo, latte, zucchero e miele ed ho mescolato con una forchetta.
In una ciotola ho mescolato la scorza d'arancia, l'arancia candita e tritata ed il sale.
Trascorso il tempo del riposo, ho messo il lievitino nella ciotola della planetaria ed ho unito la farina, ho avviato la planetaria a velocità media ed unito a filo il composto liquido contenuto nella caraffa ed aggiungendo poi la scorza grattugiata, l' arancia candita tritata ed il sale. Ho fatto andare la planetaria fino ad incordatura dell' impasto.
Ho poi iniziato ad aggiungere in più volte il burro tagliato a tocchetti ed attendendo il completo assorbimento ogni volta.
Ho poi ribaltato l' impasto sul piano di lavoro imburrato ed ho dato dei giri di pieghe prendendo lembi di impasto e portandoli al centro. Ho pirlato l' impasto e l' ho inserito in una ciotola imburrata, coperto con pellicola e lasciato lievitare fino al raddoppio (circa due ore).

Passato il tempo della lievitazione, ho ribaltato l' impasto sul piano imburrato, l' ho pirlato e l'ho inserito al centro del pirottino con la chiusura verso il basso e fatto lievitare fino al raddoppio quando cioè l' impasto è arrivato a circa due dita dal bordo del pirottino (un' oretta circa). 
A lievitazione quasi ultimata, ho acceso il forno impostando la temperatura di 170°C.
Ho spremuto sul pan di neve la glassa formando una chiocciola e spolverizzato con la granella di zucchero. Ho infornato in forno statico per 50 minuti nella parte più bassa del forno. Trascorsi i primi 40 minuti ho coperto il pan di neve con un foglio di alluminio ed ultimato la cottura (per gli ultimi 10 minuti).
A cottura ultimata (vale la prova stecchino) ho infilzato con due ferri da maglia il pan di neve e l'ho messo capovolto a testa in giù in una pentola capiente.
Io ho deciso di non spolverizzarlo di zucchero a velo perché l'ho trovato già delizioso così.

Una vera bontà!









Tanti cari auguri di buona Pasqua a voi ed ai vostri affetti!
A presto!
LaGio' Riccia