mercoledì 23 dicembre 2020

Pandoro con lievito di birra ed i miei auguri!

Palmi - una sera di Agosto 2019  

In paese è in programma la sagra della "struncatura" o stroncatura. 
Dovete sapere che in provincia di Reggio Calabria questa è una specialità molto diffusa. E' una pasta lunga che a me, ligure, ricorda nella forma le trenette. E' ricavata dai residui di farina e crusca della molitura del grano ed ha un aspetto grezzo ed una struttura ruvida che la rendono perfetta per assorbire bene i condimenti. Tipicamente viene condita con un intingolo a base di alici, olio d' oliva, aglio, peperoncino e mollica di pane tostata.

Sebbene io non sia una grande amante delle alici, ho un debole per la stroncatura per cui decidiamo di prendere parte alla sagra. Ci mettiamo in coda aspettando diligentemente il nostro turno. Presi i vassoi scorriamo davanti a coloro che porzionano e porgono i piatti. Nel piatto è presente la sola pasta condita con il sugo mentre peperoncino e mollica di pane sono a disposizione di tutti in ciotole con cucchiaini dai quali servirsi in autonomia. 
Arrivata davanti alle ciotole in questione
LaRiccia: "vuoi non mettere la mollica?!? Ma non scherziamo! Dà croccantezza al piatto ed è un po' come il cacio sui maccheroni: la morte sua!"
E vai giù di cucchiai di mollica.
E' poi la volta del peperoncino. 

LaRiccia: "vuoi non mettere il peperoncino?!?!?! Ma non scherziamo! Il piccante ci deve essere e poi quando vado al messicano mangio senza batter ciglio piatti col grado di piccantezza di 3 peperoncini (su 3, quindi massimo) per cui quelle rondelline verdi non mi spaventano affatto" 
E vai giù con un bel cucchiaino pieno di rondelle.
LoveOfMyLife, la parte calabrese della coppia, intanto, mi guarda.

Arrivata al tavolo, prima di affondare la forchetta in quel tripudio di profumi, guardando LoveOfMyLife, pronuncio le seguenti parole:
LaRiccia: "Sa', assaggiamo questa rondellina, va!"
Le mie ultime parole.
Un bruciore diffuso, come se qualcuno mi avesse sparato con il lanciafiamme in bocca. So di non poter bere per cui prendo un boccone di pane subito seguito da tutto il resto del panino.
Piango di dolore. Ahh se piango! In tutto questo, LoveOfMyLife mi guarda con un misto di preoccupazione (per la mia salute) e non so se di divertimento o di orrore visto che si è ritrovato di fronte la copia riccia ed in sovrappeso di Alice Cooper (col mascara tutto colato per via delle lacrime miste al sudore causati dal mix vincente: pasta bollente + peperoncino piccante + temperatura esterna di circa 30°C).

E dire che LoveOfMyLife me ne aveva raccontati di aneddoti legati alla piccantezza del peperoncino calabrese... e mi aveva detto più volte che il peperoncino consumato da chi in Calabria ci vive o ci è nato non è il peperoncino cui sono abituati tutti e qui definito "turistico". 

Ora voi vi chiederete: "Ma mo' perché questa ci racconta questa storia, tra l' altro estiva?!?!? E' Natale!"

Questa ve lo spiega subito.
Da quella storia trassi questo grande insegnamento: nella vita bisogna essere UMILI!

E forte di questo insegnamento, ho deciso di approcciare la preparazione del pandoro. Vista la mia passata produzione di panettoni, colombe, veneziane, pani, etc... mi sono sentita pronta!
Mi sono detta: "buttati! Magari inizia con un impasto con lievito di birra, diverse lievitazioni. Non cominciare subito con la sfogliatura, se non ti senti pronta" - sebbene del pandoro mi piaccia proprio l' aspetto "filante" che la sfogliatura conferisce all' impasto.
E così ho fatto.
Ho trovato una ricetta che sembrava alla mia portata e l'ho seguita con qualche piccolissima modifica (quasi non definibile tale) da parte mia e derivante da altre letture sul tema.

Rispetto alla ricetta originale ho:
- come consigliato nelle note ho utilizzato una farina con più di 14gr di proteine (io farina di tipo 2 - PRIMITIVA con 14,4 gr. di proteine)
- preparato il mix aromatico 2 gg prima di iniziare la lavorazione
- prima della pirlatura dell' impasto in ricetta era indicato di fare una serie di pieghe a 3. Io ho fatto 3 serie lasciando riposare l' impasto un quarto d' ora tra una serie e l' altra
- durante il primo ed il secondo impasto ho tenuto sotto controllo la temperatura della massa interrompendo la lavorazione e riponendo in frigorifero per 10 minuti ogni volta che notavo che si stava scaldando
- solo imburrato lo stampo senza infarinarlo
- prima di infornare il pandoro ho praticato diversi fori (fino ad arrivare al fondo) con uno stecchino lungo in modo tale da favorire l' uscita di eventuali bolle d' aria. Se vi spaventa l' idea di infilzare il pandoro, non temete! Cuocendo si ringalluzzirà.
- ho cotto il pandoro alla temperatura di 170 °C per 63 minuti (a me è occorso quel tempo e per stabilire se era cotto o meno ho infilato lo stuzzicadenti verificando che fosse asciutto) ma dopo 10 minuti dall' inizio della cottura l' ho coperto con un foglio di carta forno.
- una volta estratto dal forno il pandoro, l' ho fatto sostare nello stampo per due ore e poi l' ho sfilato dallo stampo e messo a riposare per 10 ore sulla gratella per dolci


Per il resto ho seguito le indicazioni di Valentina e, che dire, il profumo per casa e poi l' assaggio valgono assolutamente la prova. E che soddisfazione!!!!!! Da lacrima!

INGREDIENTI per il mix aromatico:

  • 20 gr di miele
  • 1 bacca di vaniglia
  • ½ arancia non trattata, la scorza grattugiata 
  • ½ limone non trattato, la scorza grattugiata 
  • 1 cucchiaino di rum
  • 1 cucchiaino di liquore amaretto

INGREDIENTI per il lievitino:

  • 130 gr di acqua
  • 100 gr di farina PRIMITIVA tipo 2
  • 1 tuorlo
  • 10 gr di miele
  • 10 gr di lievito di birra fresco 
INGREDIENTI per il 1° impasto:
  • 150 gr di farina PRIMITIVA tipo 2
  • 5 gr di lievito di birra fresco
  • 1 uovo intero sbattuto
  • 50 gr di zucchero
  • 50 gr di burro a pomata (non fuso o messo a contatto di fonti di calore)

INGREDIENTI per il 2° impasto:
  • 200 gr di farina PRIMITIVA tipo 2
  • 100 gr di panna
  • 50 gr cioccolato bianco
  • 100 gr zucchero
  • 2 tuorli
  • 8 gr di sale
  • 120 gr di burro a pomata


STRUMENTI:
  • planetaria (con foglia e poi gancio ad uncino)
  • leccapentole
  • grattugia
  • frusta
  • ciotole
  • pellicola trasparente
  • stampo da pandoro da 1kg
  • gratella per dolci
  • busta in plastica per alimenti
PREPARAZIONE:
Due giorni prima di iniziare ho preparato il mix aromatico mescolando in una ciotolina le scorze degli agrumi, la vaniglia, il miele, il rum ed il liquore amaretto. Ho coperto con pellicola per alimenti e lasciato a riposo a temperatura ambiente.
Lo stesso giorno, diverse ore prima di iniziare, ho tirato fuori dal frigorifero le porzioni di burro occorrenti e le ho lasciate a temperatura ambiente. Stessa cosa con le uova.

In una ciotola ho sciolto il lievito nell’acqua tiepida, aggiunto il miele, il tuorlo e la farina e mescolato con una frusta fino ad avere un composto omogeneo. Ho coperto con pellicola e messo a lievitare fino al raddoppio (a me è occorsa un' ora).

Ho poi messo il lievitino nella ciotola dell’impastatrice, aggiunto la farina ed il lievito e portato ad incordatura.
Sono poi passata all' aggiunta di uovo e zucchero in più riprese alternandoli e facendoli assorbire bene ogni volta.
Ad incordatura ottenuta ho fatto assorbire anche il burro aggiungendolo a piccoli tocchetti.
Ho formato una palla, ho coperto con pellicola alimentare e messo a lievitare fino al raddoppio nel forno spento con la luce accesa. A me sono occorse 3 ore.
Nel frattempo ho fatto intiepidire la panna e vi ho sciolto il cioccolato bianco tritato e messo a raffreddare.
Ho messo il primo impasto nella ciotola della planetaria, aggiunto la farina e portato a incordatura.
Ho poi aggiunto, facendola assorbire, la miscela di panna e cioccolato bianco.
Ho alternato l’aggiunta di zucchero e tuorli, attendendo, prima dell' aggiunta successiva, l' incordatura.
Ho poi aggiunto, avendo cura di farlo assorbire, il mix aromatico e il sale.
Per ultimo ho aggiunto il burro a tocchetti in più riprese e chiuso l’impasto una volta divenuto omogeneo, liscio e lucido.

Ho formato una palla, l' ho messa nella ciotola della planetaria lavata e coperto con pellicola alimentare e l' ho lasciata per 2 ore nel forno spento con la lucina accesa. Trascorso questo tempo, ho messo la ciotola nel ripiano più basso del frigorifero per 20 ore, per questioni logistiche, ma nella ricetta erano indicati questi tempi: almeno 10 ore fino ad un massimo di 24. 

Dopo averlo estratto dal frigorifero ho lasciato l’impasto a temperatura ambiente per circa un’ora per farlo acclimatare.
Ho trasferito l’impasto sul piano di lavoro appena appena infarinato e pesato 1100 gr di impasto (per me era giusto così, non ho avuto eccedenze), sgonfiato delicatamente e dato una serie di pieghe a tre lasciando riposare ogni volta l' impasto una 15na di minuti.

Ho poi arrotondato e pirlato l' impasto e l' ho posto nello stampo precedentemente imburrato con la chiusura su un lato. Ho coperto con pellicola e lasciato lievitare in luogo tiepido fino a quando l’impasto non ha raggiunto 1,5 cm dal bordo dello stampo.
A me sono occorse 6 ore. 
Ho poi tolto la pellicola, acceso il forno impostando 170°C e lasciato l' impasto all' aria finché il forno non è andato in temperatura.
Prima di infornare ho poi praticato diversi fori nell' impasto fino ad arrivare al fondo dello stampo.
Ho infornato nel piano più basso del forno e dopo 10 minuti ho coperto il pandoro con un foglio di carta da forno. Il pandoro era pronto dopo circa un' ora. Ho fatto la prova dello stuzzicadenti per verificarne la cottura.

Una volta estratto dal forno il pandoro l' ho fatto sostare nello stampo per due ore e poi l' ho sfilato dallo stampo e messo a riposare per 10 ore sulla gratella per dolci.
Ho poi messo il pandoro in un sacchetto in plastica per uso alimentare e l' ho fatto riposare per 3 gg - in modo tale da far assestare bene gli aromi - prima di spolverarlo con zucchero a velo e servirlo. 
Ed eccolo qua il mio primo pandoro.


appena sfornato

visto dall' interno


Sebbene io sia sempre molto critica, ho trovato questo pandoro perfetto. La ricetta di Valentina è davvero ben spiegata e precisa. 
Una volta nella vita bisogna provare a farlo perché la soddisfazione è davvero tanta!

Che scrivervi? Questo è stato un anno... particolare. Particolarmente difficile, stancante, doloroso. Un po' per tutti. Per me a prescindere dal virus tanto nominato.
Ma sono qua, nonostante tutto, a scrivervi, a cercare di prepararmi alle feste con la gioia di poter stare in pochi ma insieme, con la voglia di condividere e di fare il possibile per stare bene. Sono grata e riconoscente a tutti coloro che mi sono stati vicini anche solo con un passaggio veloce qui, in questo mio angolino ed a chi mi sopporta ogni giorno perché se ho trovato la forza di affrontare tutto ciò che questo anno mi ha dato di brutto e tolto di bello è solo grazie a loro ed a voi.
Auguri di un semplice e sereno Natale a voi ed ai vostri affetti.

Vi abbraccio.
LaGio' Riccia

lunedì 14 dicembre 2020

Biscotti morbidi al pistacchio, mandorle e nocciole

Per continuare con la filosofia del mio ultimo post, vi propongo un' altra idea regalo.  

Questi biscottini sono molto veloci ed hanno, come ulteriore vantaggio, il fatto che tra i loro ingredienti figurano gli albumi d' uovo (che in periodo di panettoni e pandori, si accumulano nei frigoriferi).

Negli ultimi anni il consumo di frutta secca è entrato a far parte anche della quotidianità un po' di tutti.
I benefici della frutta secca, chiaramente consumata in quantità non eccessive, sono molteplici.
Sebbene la mia stessa dieta preveda spuntini a base di mandorle o noci - che io affettuosamente chiamo: "il mio becchime di metà pomeriggio", per me la frutta secca è sinonimo di "festa". Questo perché cestini in vimini con noci, mandorle, pistacchi, nocciole, arachidi (tutti da aprire con lo schiaccianoci) comparivano sempre alla fine dei pasti luculliani della festa. 

Ecco il perché della scelta di questi "pasticcini" morbidi ai pistacchi, mandorle e nocciole!

INGREDIENTI per una 30na di biscotti:

  • 90 gr. di albumi
  • 90 gr. di mandorle sgusciate
  • 60 gr. di farina di pistacchio
  • 30 gr. di farina di nocciole
  • scorza di limone 
  • 90 gr. di zucchero di canna
  • granella di pistacchio per decorare, se volete (io non l' ho messa)
STRUMENTI:
  • mixer
  • grattugia
  • sac à poche con bocchetta a stella
  • ciotola
  • leccapentole
  • teglia
  • carta da forno 
  • gratella per dolci

PREPARAZIONE:

Per prima cosa ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C.
Ho grattato la buccia di un limone e messo da parte.
Nel mixer ho ridotto in polvere le mandorle sgusciate e poi in una ciotola ho riunito tutte le farine (pistacchi, mandorle e nocciole), lo zucchero e la scorza del limone ed ho mescolato.
Ho poi aggiunto gli albumi leggermente mescolati con la forchetta (non montati).
Ho poi messo il composto all' interno di una sac à poche con bocchetta a stella e fatto delle roselline del diametro di 2-3 cm direttamente sulla leccarda foderata con carta forno.
Ho infornato a 180°C in forno statico per 15-16 minuti.
Ho poi sfornato e dopo una decina di minuti ho messo i pasticcini a raffreddare su una gratella.
Rimangono morbidi se conservati in una scatola di latta.



Sentitevi liberi di giocare con le quantità di farina. Io, per esempio, ho rifatto questi biscottini omettendo la farina di nocciole ed usando pari quantità di farina di pistacchio. Qua sotto la foto:









Anche per il giudizio di questi biscotti mi sono avvalsa del parere della regia...

Vi abbraccio.
A presto,
LaGio' Riccia

martedì 1 dicembre 2020

Frollini di farina di farro al burro salato e cioccolato bianco

Siamo a dicembre.

Di già!

Nulla può fermare lo scorrere del tempo.

Nel pensarlo mi sono chiesta se per caso fosse una frase vergata già da qualcuno. Ho prontamente aperto la pagina di ricerca di google e ne è uscito un elenco di link a siti di aforismi sul tempo ed il suo scorrere. 

Gli aforismi. Quand' ero più giovane piccina ricorrevo molto all' uso degli aforismi... forse perché era mia abitudine scrivere molte lettere, biglietti di auguri per qualsiasi circostanza, cartoline. Abitudine che con l' avvento degli sms, prima, e whatsapp poi è andata pian pianino scomparendo se non per casi davvero speciali.

Come ci sono arrivata? Ah sì, pensando allo scorrere del tempo! Tra l' altro mi sono ricordata che Jovanotti tanti anni fa cantava qualcosa in merito (canzone che ho sempre musicalmente detestato).

Dicembre è arrivato e non ho assolutamente idea di cosa ci riserverà. 
So che non vedrà LoveOfMyLife e me impegnati ogni sera nell' apertura dei pacchettini del Saccone dell' Avvento perché quest' anno, contrariamente agli scorsi, abbiamo deciso di comune accordo di soprassedere per impossibilità di approvvigionamento delle varie sorpresine (causa il famigerato "voi sapete chi").

Gli scorsi anni sapevo già in partenza che i giorni di festa sarebbero stati scanditi dalle seguenti liete ed imprescindibili tappe:

 - Vigilia di Natale: a casa dei genitori di LoveOfMyLife
 - Natale: pranzo dalle zie in montagna
 - S. Stefano: pranzo con la mia famiglia

quest' anno, invece, l' incertezza ha la meglio. Siamo tutti in trepidante attesa dell' enunciazione del nuovo Dpcm che sancirà dove, con chi e fino a che ora potremo festeggiare.

Nel frattempo la regione Piemonte è stata upgradata a "zona arancione" e sebbene riconosca che il poter uscire di casa senza la preoccupazione di poter essere considerata fuori legge perché ai limiti della zona consentita per la "passeggiata", dall' altra ho tanta paura che la gente, i più, si riversi per le strade... un po' come i tori a Pamplona nel giorno di San Firmino... con l' unica differenza che per i tori provo molta empatia.
Ieri nel percorrere in auto un viale che costeggia un grandissimo parco verde torinese (siamo finalmente riusciti ad andare a salutare i genitori di LoveOfMyLife), sono rimasta sconvolta dalla quantità di vetture parcheggiate. Numeri che nulla hanno da invidiare alle occasioni di scampagnate pasquali o estive. 
Stufi lo siam tutti di stare reclusi o di aver paura a muoverci ma appunto per evitare il reiterarsi o il prolungarsi di questa clausura, dovremmo tutti cercare di limitarci un po'.

Adesso basta, però. 

E' dicembre? Sarà un... "Unconventional December?", d' accordo, ma perché non ricondurlo, nei limiti del possibile, a quello degli anni scorsi? Come? Facendo ciò che siamo soliti fare in questo periodo ossia, per quanto mi riguarda, produrre biscottini, dolcetti, torte, pani, brioches. Non siete d' accordo? Secondo voi questo dicembre ci riserverà comunque solo cose brutte? Mettetevi all' opera lo stesso! Una buona coccola dolce fatta con le vostre manine vi porterà lo stesso un po' di conforto.

Io inizio con il postarvi questi biscottini che sono una comoda, velocissima e golosissima idea... sia come merenda con una buona tazza di tisana, caffè, cioccolata sia come fine pasto o come idea regalo!

Aggiungo che l' idea di questa ricetta viene da qui. Io ho solo usato una farina di farro integrale (quindi più scura) ed in quantità diversa.

INGREDIENTI per una 40na di biscotti (a me ne sono venuti 43 da 20 gr. cad.):

INGREDIENTI:

  • 150 gr. di zucchero di canna Demerara
  • 50 gr. di zucchero semolato
  • 200 gr. di burro leggermente salato morbido
  • 1 uovo medio
  • 200 gr. di farina integrale di farro
  • 200 gr. di farina 0
  • gocce / pepite / pezzi di cioccolato bianco a sentimento
STRUMENTI:
  • 2 ciotole
  • leccapentole
  • planetaria con frusta "K" (nulla vi vieta di lavorare il tutto a mano. io ho evitato perché le mie mani si scaldano troppo e troppo rapidamente)
  • pellicola per alimenti
  • teglie
  • carta da forno 
  • gratella per dolci

PREPARAZIONE

Per prima cosa ho lavorato i due zuccheri con il burro tagliato a tocchetti.
Una volta ottenuto un composto chiaro e spumoso, ho aggiunto l' uovo.
Amalgamato l' uovo, ho aggiunto gradualmente le farine e continuato a lavorare con la frusta "K" fino a completo assorbimento delle farine. Ho aggiunto il cioccolato bianco (io ho usato le decorazioni a base di cioccolato bianco della Pane Angeli perché languivano in dispensa da un po'). 
Tempo che le gocce si sono mescolate all' impasto, ho trasferito quest' ultimo sul tavolo e lavorato a mano brevemente per ottenere un panetto che ho avvolto in pellicola alimentare e fatto riposare per almeno 30 minuti (io l' ho lasciata 3 ore).
Passato il tempo del riposo, ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C e foderato due teglie (la leccarda più una teglia rettangolare più piccola) con carta forno.
Ho estratto l'impasto dal frigorifero ed iniziato a creare i biscotti.
Ho staccato un pezzetto di impasto da 20gr ciascuno, l' ho roteato tra i palmi fino ad ottenere una pallina che ho schiacciato e posizionato sulla teglia. Le palline vanno un po' distanziate (non troppo) perché l' impasto in cottura cresce leggermente.
Ho infornato per 15-18 minuti. 
Eccoli qua, in un pacchettino, per la sorella di LoveOfMyLife!









Deliziosi, mi dicono dalla regia. Io sono sempre a dieta -_-.
Vi abbraccio.
A presto,
LaGio' Riccia

martedì 10 novembre 2020

Panini di semola rimacinata di grano duro: i miei panini in epoca di lockdown

Ed eccoci di nuovo qua... lockdown n.2.

Non so voi ma io, lo spettro di un sequel dell' esperienza vissuta questa primavera, lo vedevo aleggiare eccome. Non vi so dire se il mio sentore è esclusivamente dovuto al fatto che io, come ormai avrete ben imparato di me, sono un' inguaribile pessimista o se esso è dovuto anche al fatto che troppe volte, ad esempio in coda alle casse del supermercato, mi sono vista costretta a fare la parte della pazza mitomane che pregava la persona dietro di lei di mantenere la distanza di sicurezza. E' successo talmente tante di quelle volte che, giuro, credo di essermi fatta la mia bella cricca di signore (sì perché sempre di donne trattasi) che mi menerebbero volentieri.
Da quella che mi ha dato della 

Tizia A: "Esagerata! Indosso la mascherina!

LaRiccia: "Sì, ma se riesco a capire dai suoi baffi che lei non è bionda naturale allora vuol dire che non la indossa in maniera adeguata"

a quella che, dopo aver vessato in molteplici maniere la madre (le ho incrociate più volte tra i reparti del super), si è riscoperta bodyguard della stessa a fronte del mio

LaRiccia: "Mi scusi signora, potrebbe cortesemente rispettare la distanza di sicurezza? E' troppo vicina" (giuro! Mi ero espressa proprio in questi termini avendo notato che la povera signora era già sufficientemente tartassata dalla figlia - n.d.R.: che avrà avuto una 50na di anni)

Tizia B: "Potrebbe anche essere più educata!" e poi rivolta alla madre "Mamma vieni qua che la signora ha paura che la infetti". Concetto che ha ribadito più volte durante tutta la coda. Quando, dopo aver pagato (io ero prima di loro), il cassiere ha invitato la Tizia B a riporre sul nastro la sua spesa, questa se ne è uscita con un "Ehh sa, non posso. La signora evidentemente non si rende conto che abbiamo le mascherine e che siamo sane ed ha paura di essere infettata!" non ci ho più visto e l' ho seccata con un 

LaRiccia: "Certo che ho paura! E dovrebbe averne anche lei! Buona sera!"

Ometterò gli epiteti che le avrei volentieri indirizzato.

Ho solo iniziato ad avere una profonda avversione per il genere umano. Devo solo capire se per tutto, indistintamente, o solo per quello spocchioso, borioso ed ignorante (ultimamente frequento molto poco la gente cui voglio bene per cui mi capita di incrociare soprattutto esponenti di quest' ultima fazione).

Come state affrontando questa nuova chiusura?
Io la scorsa volta avevo approcciato la pizza, se ricordate.
Con questa seconda chiusura ho però pensato di non farmi la pizza da me ma, qualora ci venisse questa voglia da soddisfare (dieta permettendo...), di ricorrere al delivery,  per sostenere il settore della ristorazione. 

Quello che però continuo a fare è il pane.

Ho deciso quindi di condividere con voi la ricetta di questi panini decisamente comodi da fare (considerata la clausura) e deliziosi! Essa prevede la preparazione di un poolish che viene fatto riposare 16 ore. Poi si procede con l'impasto, la lievitazione, la formatura dei panini, un' altra lievitazione e, per finire, la cottura. La ricetta originale è questa ed è delle mafalde siciliane ma a me tornava più comodo fare delle porzioni più piccine.

INGREDIENTI per 14 panini del peso di 50gr. circa ciascuno:

INGREDIENTI per il poolish:

  • 100 gr. di semola rimacinata di grano duro
  • 100 ml. di acqua a temperatura ambiente
  • 1,5 gr. di lievito di birra fresco
INGREDIENTI per l' impasto:
  • 400 gr. di semola rimacinata di grano duro
  • 210 ml. di acqua a temperatura ambiente
  • 2 cucchiai di olio evo
  • 8 gr. di sale
  • 8 gr. di miele (non avevo il malto d'orzo usato nella ricetta)
  • 5 gr. di lievito di birra fresco 

Per decorare:
  • io ho usato dei semi misti (girasole, lino, papavero e sesamo)
  • acqua per spennellare
STRUMENTI:

  • 2 ciotole
  • spianatoia
  • setaccio
  • ciotolina
  • tarocco
  • pennello
  • pellicola per alimenti
  • teglie
  • carta da forno 

PREPARAZIONE

16 ore prima ho preparato il poolish mescolando tutti gli ingredienti in una ciotola.
Ho coperto con pellicola trasparente (non a contatto) e lasciato riposare a temperatura ambiente per 16 ore.
Passato il tempo del riposo ho messo in una ciotolina l' acqua e vi ho sciolto il sale ed il miele.
In una ciotola ho setacciato la semola e vi ho aggiunto il poolish, l' acqua (con sale e miele), il lievito di birra e l'olio ed ho amalgamato il tutto. Quando il composto ha iniziato a staccarsi dalle pareti della ciotola, l' ho trasferito sulla spianatoia ed ho impastato a mano per una decina di minuti. 
Ho messo l' impasto nella ciotola, coperto con pellicola non a contatto e lasciato lievitare un' ora e mezza. Come suggerito dalla ricetta originale, l' impasto è pronto quando, affondandovi il dito, la fossetta che si forma NON risale su ma resta giù.
Trascorso il tempo della lievitazione ho messo l' impasto sulla spianatoia e l' ho lavorato brevemente facendo alcune pieghe. L' ho diviso in pezzi da 50 gr. ciascuno. Ho coperto i pezzi con due ciotole (non ci stavano tutti e 14 sotto una ciotola sola -_-) e lasciato riposare 10 minuti.
Ho poi lavorato e pirlato ciascun pezzo in modo da ottenere tante palline lisce.

Ho disposto ciascuna pallina sulla teglia rivestita di carta da forno, coperto con pellicola e lasciato lievitare un' ora.
Ho poi acceso il forno impostando la temperatura di 210°C e, dopo aver spennellato i panini con acqua ed averli pucciati nei semini, ho infornato. Trascorsi 10 minuti ho abbassato la temperatura a 200°C e proseguito la cottura per altri 6 minuti. 
Regolatevi voi controllando il colore dei panini.
I panini sono cotti quando, bussando sotto ciascuno si avverte un rumore sordo.






Vi abbraccio.
A presto,
LaGio' Riccia

martedì 6 ottobre 2020

Torta di ricotta e cacao con ganache fondente - L' apoteosi del cioccolato!!!

Buongiorno a tutt*!

E fu così che arrivò anche l' autunno con i suoi colori caldi e le temperature... un po' meno.

Quest' anno, causa "freschetto" un po' troppo deciso, ho fatto il cambio dell' armadio in un batter d' occhio e non avete idea del peso che mi sono tolta dal groppone: IO ODIO fare il cambio di stagione!!! 

Per il resto: sono di nuovo a dieta (dimagrante, ovviamente) :-/.

Mi sono resa conto che il mio metabolismo non è seduto, no, è proprio NON PERVENUTO. Il mio essere così "abitudinaria" nella scelta dei pasti di tutti i giorni di sicuro non aiuta per cui mi sono buttata in questo piano alimentare - sotto consiglio medico, ovviamente - che porta una sferzata di novità nella mia routine mangereccia quotidiana. 

Vi farò sapere come procede... sperando di avere buone nuove!

Ottobre è il MIO mese. Il giorno 15 compirò 43 anni e, vista la premessa ferale di 4 righe sopra, siccome non mi mangerò alcuna torta, vi lascio la ricetta della meravigliosa torta che ho scelto di preparare per festeggiare la mamma di LoveOfMyLife (che è bilancina come me).

E' una torta super cioccolatosa e davvero golosa! Una torta soffice al cacao con gocce di cioccolato fondente e ricotta nell' impasto decorata con una ganache al cioccolato e crema spalmabile fondente (dei maestri cioccolatieri...).

La ricetta proviene da qui. Se non lo conoscete, passate a sbirciare questo fantastico blog! Fulvia è di una bravura imbarazzante ed i dolci che posta sono davvero dei piccoli capolavori: bellissimi da vedere e deliziosi da mangiare.

Io ho optato per uno stampo di 18 cm per avere una torta un po' più larga e bassa (rispetto alla ricetta originale). Le dosi di impasto sono bastate. Ho usato un po' più di latte ed ho optato per farina 0. Per la ganache ho fatto mezza dose in più.

La cottura a 170°C ha richiesto circa 5 minuti in più.

Ho preparato la torta il sabato nel primo pomeriggio e l' ho decorata domenica mattina per poi consumarla a pranzo del giorno stesso.

INGREDIENTI per la torta (uno stampo da 18 cm):
  • 150 gr. di farina 0
  • 50 gr. di cacao amaro in polvere
  • 200 gr. di ricotta vaccina
  • 200 gr. di zucchero semolato
  • 2 uova a temperatura ambiente
  • 50 ml. di olio di semi di arachide
  • 50 ml. di latte parzialmente scremato
  • 1 cucchiaio di caffè
  • 1 cucchiaino da thè di estratto di vaniglia
  • 10 gr. di lievito per dolci
  • gocce di cioccolato fondente

INGREDIENTI per la ganache:
  • 150 ml. di panna fresca non zuccherata
  • 75 gr. di cioccolato fondente al 75%
  • 3 cucchiai di crema spalmabile al cioccolato fondente

Per decorare:
  • palline di cioccolato croccanti
  • crema spalmabile al cioccolato fondente
STRUMENTI:

  • ciotola
  • fruste
  • leccapentole
  • setaccio
  • gratella per dolci
  • pentolino 
  • sac à poche con bocchetta a stella
  • carta da forno
  • stampo a cerchio apribile di 18 cm
  • coltello per tagliare la cupola della torta

PREPARAZIONE

Per prima cosa ho preparato la moka per prendere il cucchiaio di caffè.
Ho foderato la teglia con la carta da forno.
Ho acceso il forno impostando la temperatura di 170 °C.
Ho montato le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso (c' è voluta una quindicina di minuti).
A parte ho lavorato la ricotta con l' estratto di vaniglia ed il caffé ormai freddo.
Ho aggiunto al composto di uova e zucchero l' olio a filo e continuato a mescolare con le fruste alla velocità più bassa. Ho poi aggiunto la ricotta lavorata in precedenza e l' ho amalgamata con un leccapentole. Ho setacciato farina, cacao e lievito ed amalgamato con delicatezza dal basso verso l' alto. Per ultime ho inserito le gocce di cioccolato fondente. 
Ho versato l' impasto nella teglia e fatto cuocere alla temperatura di 170°C.
Ho controllato la cottura con uno stuzzicadenti e sfornato quando lo stecchino era asciutto e pulito. A me è occorsa 1h e 5'.
Ho poi messo la torta a freddare sulla gratella per dolci. Nella notte ho conservato la torta dentro il porta torte.
Il mattino seguente ho tritato il cioccolato fondente, ho messo a scaldare la panna in un pentolino e prima che raggiungesse il bollore ho tolto dal fuoco e vi ho fatto sciogliere il cioccolato.
Ho aggiunto i cucchiai di crema spalmabile e mescolato.
Mentre la ganache si freddava, ho tagliato la cupola della torta in modo tale da ottenere una superficie piatta e dritta (lo scopo era proprio quello di rendere la superficie piana e non di ridurne l' altezza).
Ho messo a scaldare a bagnomaria una cucchiaiata generosa di crema spalmabile e l'ho spalmata sulla superficie della torta.
Quando la ganache era fredda (io l' ho messa 15 minuti in frigorifero) l' ho inserita nella sac à poche ed ho decorato la torta (come Fulvia ho optato per delle rose romantiche :-)). 
Ho cosparso di palline di cioccolato il centro della torta.
Ho conservato la torta in frigorifero e l' ho poi tolta per portarla a destinazione. Abbiamo lasciato la torta fuori dal frigorifero per tutto il pasto. La ganache è rimasta intatta.
Ed ecco qua la torta!



Questa foto solo per farvi vedere che la torta è venuta ugualmente alta!



Ha riscosso un gran successo.
Voi che ne dite? Non ho scelto una signora torta come ultimo dolce prima della dieta?!?!?!?

Vi abbraccio.
A presto,
LaGio' Riccia

martedì 1 settembre 2020

I Cruffin!!

 Ma ciao!!!

Siete tornat* dalle vacanze? Come sono andate? Cosa avete fatto di bello? 
Raccontatemi voi perché quest' anno io non ho molto materiale.
Con LoveOfMyLife abbiamo deciso di restare a casa e di regalarci qualche passeggiata in montagna.
Credo che non avremmo potuto fare scelta migliore :-). La montagna rinfranca davvero lo spirito e ci ha regalato panorami meravigliosi, aria fresca, tanta quiete (abbiamo incontrato pochissime anime), un po' di fatica per raggiungere la meta scelta ma poi prima del ritorno a casa  ci concedevamo un bel birrino che rimetteva a posto tutto. Cosa desiderare di più??
Il mare, però, ve lo confesso, mi è mancato molto ma non so se con mascherina, distanziamento sociale (più che altro il riuscire a farlo rispettare dai più reticenti), etc... saremmo riusciti a godercelo a pieno.

Ma adesso siamo qua! Settembre è arrivato! Siete di nuovo presissim* dal tran tran delle vostre vite?
Anche da voi le temperature si sono abbassate? Sì? Beh allora potreste provare a cimentarvi in queste meraviglie: I CRUFFIN!
Circa due anni fa ricordo che ne era esplosa la mania: vedevo CRUFFIN ovunque!

La loro forma mi aveva conquistato a tal punto da farmi desiderare la nonna papera (ossia la macchina per tirare le sfoglie di pasta fatta a mano). Una volta ricevutala in regalo (Natale 2018), quello a mancarmi era il tempo (ma in primis la voglia perché...se c'è la voglia il tempo lo si trova eccome).

In periodo di lockdown, però, non avevo più scuse: nemmeno quella della mancanza degli ingredienti dato che avevo una buona scorta di farina e di lievito (fatta in tempi non sospetti).

Complice il tempo, quindi, ma anche la necessità di vagare con la mente altrove, ecco che mi sono messa all' opera con i cruffin partendo da questo post.

Ragazz*... non avete idea della loro bontà e della particolarità della loro consistenza! Dei croissants che si credono dei muffin...! E che goduria srotolarli nel mangiarli (sì, proprio come le rotelle di liquirizia... va beh...non fateci caso...nasco proprio strana!).

Che dire? Una volta nella vita dovete assolutamente provare a farli!

La ricetta originale era per 8 cruffin. Io ho modificato un po' le dosi per ottenerne 12.

Anch'io ho scelto di fare il riposo notturno in frigorifero.

Sempre nella ricetta originale veniva usato il lievito di birra disidratato, io ho optato per l'unico che avevo in casa ossia quello di birra fresco le dosi sono uguali per una pura coincidenza! Considerando che in genere io uso mezzo cubetto di lievito (12,5 gr) per impastare mezzo kg di farina (mentre in genere sui cubetti stessi la dose è 1:0,5kg di farina), considerando che la farina totale utilizzata è pari a 450 gr e che le dosi di lievito andavano dimezzate per il riposo notturno in frigorifero dell'impasto, ho optato per 6 gr. di lievito.

INGREDIENTI per 12 CRUFFIN:
  • 225 gr. di farina 0
  • 225 gr. di farina manitoba
  • 6 gr. di lievito di birra fresco
  • 3 cucchiai da minestra di zucchero semolato
  • la punta di un cucchiaino di polvere di Vaniglia Bourbon
  • 195 gr. di acqua tiepida + 45 gr. per eventuali aggiunte
  • 75 gr. di burro non salato morbido tagliato a cubetti
  • 250 gr. di burro non salato a temperatura ambiente (per sfogliare)
STRUMENTI:
  • ciotola
  • pentolino per intiepidire l'acqua
  • setaccio
  • planetaria
  • pellicola per alimenti
  • tarocco
  • mattarello
  • stampo per muffin

PREPARAZIONE

La sera prima ho intiepidito l'acqua e vi ho sciolto il lievito di birra.
Ho setacciato le farine nella ciotola della planetaria e vi ho unito lo zucchero, la polvere di vaniglia e l'acqua con il lievito. Ho avviato la planetaria con il gancio ad uncino e pian piano ho aggiunto il burro a tocchetti aspettando il completo assorbimento di ciascun pezzetto prima di aggiungerne un altro.
Ho impastato fino ad ottenere una palla liscia, omogenea ed elastica. Ho coperto con pellicola e fatto lievitare per 45 minuti. 
Ho poi messo la ciotola nel ripiano più basso del frigorifero e l'ho fatto riposare tutta la notte.
La mattina successiva ho trasferito l'impasto sul tavolo infarinato e l'ho diviso in 6 parti  uguali con un tarocco.
Come suggerito nel post originale, ho lavorato una palletta di impasto alla volta coprendo le altre con della pellicola per alimenti affinché non seccassero nell' attesa di essere "chiamate in causa".
Ho spolverato la palletta con della farina e con l' aiuto del mattarello l' ho stesa dello spessore di 1cm e poi l' ho inserita nella nonna papera (impostata sullo spessore maggiore), l' ho tirata, piegata a metà e ripassata. Ho rispolverato con altra farina, impostato lo spessore di una tacca inferiore al precedente e ripetuto l'operazione fino a raggiungere, con la nonna papera, lo spessore minimo.
Ho diviso a metà la sfoglia (sottilissima!!) ottenuta e l'ho stesa sul piano infarinato e poi vi ho strofinato il burro morbidissimo (ne ho prelevato la quantità pari a 1/12 del burro previsto per la sfogliatura). 
Ho arrotolato quindi molto stretta la sfoglia su se stessa ottenendo un rotolino stretto ma molto spesso e poi l'ho arrotolato sulla seconda striscia imburrata.
Ho proceduto allo stesso modo per le altre pallette.
Ho preso ogni rotolino, l'ho tagliato a metà nel senso della lunghezza ottenendo una striscia che ho arrotolato su se stessa lasciando il lato tagliato verso l'esterno. Ho inserito il nodino ottenuto in uno degli incavi imburrati della teglia del muffin.
Ho fatto lievitare fino al raddoppio e poi ho acceso il forno alla temperatura di 200°C.
Ho infornato per 20 minuti.

Li abbiamo mangiati tiepidi e freddi. Deliziosi! Non ho spolverato con zucchero a velo perché non volevo in alcun modo alterare il buon gusto di burro, zucchero e farina. Per me erano già perfetti così!

Ecco due delle dodici "creature" in tutto il loro splendore!!!




Vi abbraccio.
A presto,
LaGio' Riccia

lunedì 27 luglio 2020

Brioche senza burro con impasto alla ricotta - il ricordo dell' EVENTO

Ultimamente Facebook è parco di ricordi.
Mi ha ricordato la nascita della mia amicizia (su fb perché quella reale era iniziata ben prima) con LoveOfMyLife.
Mi ha ricordato la partecipazione a concerti meravigliosi, ad eventi particolari con i nostri amici di sempre.
E poi... mi ha ricordato LUI. L' evento
Non era il primo e non sarebbe nemmeno stato l' ultimo, in verità.
Era solo uno dei tanti eventi che avrebbero caratterizzato i miei primi 13 anni e mezzo di vita a Trofarello. Eventi che hanno "intossicato" la vita di mia mamma e mia e causati sempre dalla stessa persona: la famigerata vicina del piano di sopra. Della sua dipartita vi scrissi qui.
Nel ripensare a quell' evento, in ogni caso, ora ci rido su... ma all'epoca...............

L' EVENTO
Suonano al citofono. Rispondo:
"Sì????" dall'altro capo:
"Alè chi chila ch'la dà???(Trad.: "abita qui quella che la dà?")
Esco per inquadrare il soggetto.
Un anziano di più di 80 anni in bicicletta.
Desiderosa di essere illuminata come S. Paolo sulla strada per Damasco gli chiedo lumi.
La mia vicina, incontrata alla bocciofila, gli aveva raccontato che sotto di lei abitavano madre e figlia (mia madre ed io, x inciso) che fornivano prestazioni sessuali a pagamento (sospetto che lei non si fosse espressa in questi termini, all' epoca).
L' anziano, evidentemente uno dei pochi che ammettesse altri svaghi oltre alla supervisione dei cantieri, a dimostrazione della sua buona fede ci mostra il bottiglione d'olio (non è una metafora...era proprio un bottiglione d'olio d'oliva) con il quale intende pagare la prestazione.
Con i fumi dalle narici che manco il Grisù, gli rispondo che ha sbagliato il campanello e che deve provare a citofonare alla signora del piano di sopra.
Il vecchietto, fatto 2+2 (sapeva bene chi abitava sopra di noi) col bottiglione in mano e la coda tra le gambe si è visto costretto ad allontanarsi a bocca asciutta e con il "sottofondo musicale" della voce di mia mamma che gli urlava: 
"Vecchio sporcaccione! S. Andrea ti ha levato la forza e ti ha lasciato l'idea!".

FINE DELL' EVENTO

Ma veniamo alla ricetta che proviene dritta dritta dall' archivio di quelle fatte e create in periodo di lockdown.
Un pan brioche creato ad-hoc per poter smaltire della ricotta prossima alla scadenza.

INGREDIENTI per uno stampo a cerniera del diametro di 19 cm:
  • 450 gr. di farina 00
  • 6 gr. di lievito di birra fresco
  • 40 gr. di zucchero semolato
  • 200 gr. di ricotta vaccina sgocciolata e setacciata
  • 1 uovo a temperatura ambiente
  • 1 pizzico di vaniglia Bourbon in polvere
  • 150 ml. di latte parzialmente scremato a temperatura ambiente
  • la scorza grattugiata di un'arancia (sostituibile con quella di un limone visto che ora di arance non se ne trovano più)
  • 1 cucchiaino raso di sale fino
  • latte per spennellare
STRUMENTI:
  • ciotola
  • ciotolina
  • setaccio
  • forchetta
  • planetaria
  • grattugia
  • pellicola per alimenti
  • stampo rotondo di 22 cm di diametro
  • carta da forno
  • pennello in silicone
PREPARAZIONE
Un' oretta prima di iniziare ho tolto dal frigorifero il latte, l'uovo e la ricotta (che ho setacciato) ed ho grattugiato la scorza dell' arancia.
In una ciotolina ho messo il latte a temperatura ambiente e vi ho sciolto il lievito. 
Nella ciotola della planetaria ho mischiato tutti gli ingredienti secchi con l'uovo e la scorza di arancia e per ultimi ho aggiunto il latte con il lievito.
Ho impastato fino ad incordare. 
Ho coperto la ciotola con la pellicola per alimenti e messo l'impasto a lievitare a temperatura ambiente  per circa 2 ore. 
Ho poi trasferito la ciotola con l' impasto nel frigorifero e lasciato maturare per 10 ore.
Tolto dal frigorifero ho lasciato l' impasto a temperatura ambiente per 8 ore (con questo caldo i tempi saranno sicuramente diversi. Lasciate lievitare l'impasto finché non raggiunge la pellicola). 
Ho sgonfiato l' impasto, impastato brevemente, fatto 8 palline di ugual peso e messo in teglia con fondo rivestito di carta forno. Spennellato con latte e fatto lievitare altri 45 minuti. 
Trascorsi 30 minuti ho acceso il forno impostando la temperatura di 190°C.
Prima di infornare, ho spennellato con altro latte ed infornato, abbassando la temperatura a 180°C,  per 30 minuti.




La brioche nella sua interezza



L' interno




Vi abbraccio.
A presto,
LaGio' Riccia

lunedì 29 giugno 2020

Torta speziata con amaretti e ricotta al profumo di arancia e rum - Per la festa della Mamma a scoppio ritardato

Mi sembra quasi impossibile che dal mio ultimo post siano passati quasi 3 mesi.
In questo lasso di tempo sono accadute tante, tantissime cose.
Le più disparate e disperate.
Nonostante la mia assenza dal mio e dai vostri blog, il filo conduttore, la costante di questi mesi è stata la cucina.
Ho cucinato per far passare il tempo.
Per non pensare.
Per superare momenti di tristezza.
Per affrontare momenti di disperazione.
Per festeggiare ricorrenze che ho sentito di dover celebrare lo stesso, nonostante la testa ed il cuore fossero altrove.
Per aggrapparmi alla "normalità".
Per provare.
Per confermare o smentire che l'esito positivo della prova non fosse una semplice botta di chiulo.
Per festeggiare una bella notizia.

Questa torta è quella che ho preparato per la festa della mamma che quest'anno abbiamo posticipato al suo rientro a casa dalla degenza in ospedale.
E' una torta nata così, un po' per caso, provando a mettere insieme quel che avevo in casa e che so che alla mia mamma piace.
Come noterete anche voi, non sono capace a dare i nomi alle torte...!! 
Per non far torto a nessuno degli ingredienti utilizzati per la sua realizzazione, fosse per me li elencherei tutti...ma, oltre a risultare troppo lungo, probabilmente non susciterebbe interesse. 
In ogni caso l'importante è che la torta sia buona e, vi assicuro, la è!
Provatela e mi direte.

INGREDIENTI per uno stampo a cerniera del diametro di 19 cm:
  • 250 gr. di farina 00
  • 160 gr. di zucchero semolato
  • 2 uova a temperatura ambiente
  • 80 gr. di amaretti ridotti in polvere
  • 30 gr. di nocciole tostate ridotte in polvere
  • 250 gr. di ricotta vaccina sgocciolata e setacciata
  • 16 gr. di lievito istantaneo 
  • 1 cucchiaino di spezie miste (io ho usato un mix di cardamomo, chiodi di garofano, cannella e zenzero)
  • la scorza grattugiata di un'arancia
  • il succo di mezzo limone
  • 30 ml di rum
  • semi di una bacca di vaniglia Bourbon
  • zucchero a velo per guarnire
STRUMENTI:
  • ciotola
  • mixer
  • setaccio
  • fruste elettriche
  • ciotolina
  • grattugia
  • coltellino
  • stampo a cerniera di 19cm di diametro
  • carta da forno
  • leccapentole
PREPARAZIONE
Qualche ora prima di preparare la torta, ho preparato quello che per comodità chiamerò "mix aromatico" perciò ho messo in infusione nel succo del mezzo limone (filtrato) il mix di spezie, la scorza d'arancia, i semini di vaniglia. In ultimo ho aggiunto anche il rum.
Ho anche messo a scolare la ricotta vaccina (l'ho messa nello scolapasta con sotto un piatto).
Poco prima di iniziare a preparare la torta, ho passato la ricotta al setaccio ed ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C.
Ho passato al mixer gli amaretti con le nocciole tostate fino ad ottenere una farina fine.
Ho rivestito lo stampo con la carta forno.
Ho rotto le uova in una ciotola e le ho montate con lo zucchero per un quarto d'ora circa (fino a farle diventare chiare e spumose).
Ho poi aggiunto il mix aromatico ed ho amalgamato.
In seguito ho aggiunto la ricotta setacciata in più riprese in modo che si amalgamasse bene al composto di uova, zucchero e mix aromatico.
Ho poi aggiunto la farina di nocciole ed amaretti ed in ultimo la farina setacciata con il lievito.
Qualora il composto risultasse troppo denso, consiglio di aggiungere dei cucchiai di latte (decidete voi se di origine animale o vegetale) sempre a temperatura ambiente. 
Ho versato il composto nella teglia ed infornato per 45-50 minuti abbassando la temperatura del forno a 170°C (fate la prova stecchino!!).

Ho sfornato la torta e l'ho spolverata con dello zucchero a velo.







Vi abbraccio.
A presto,
LaGio' Riccia

giovedì 2 aprile 2020

Pizza Margherita al piatto - La mia prima volta


Sottotitolo: Per la serie siamo tutti panettieri e pizzaioli

Sotto-sottotitolo: Tendenze da Covid-19


Questo virus ci ha fatto riscoprire l'uso di forni e fornelli.
Al supermercato i pacchi di farina sono introvabili, volatilizzati.
Stessa sorte per qualsiasi forma di lievito di birra fresco o secco, istantaneo per salati o dolci, madre secco.

Che poi...chissà...magari dietro a quella carestia di pacchi di farina c'è un componente di una famiglia che è stato mandato in spedizione al supermercato e che, nel terrore di presentarsi a casa, al cospetto del "famigliare mandante", col pacco di farina sbagliato, arraffa quanti più pacchi diversi trova.
O magari è solo davvero il desiderio di accaparrarsi il + possibile al grido di "e se dovesse venirmi la voglia di mangiare una porzione di farinata, dei croissant sfogliati, una torta salata, una pizza capricciosa " - la scelta del gusto della pizza non è casuale - "una saint honorè, dei frollini integrali con crema spalmabile al cioccolato, un filone di pane di semola rimacinata di grano duro e magari anche una colomba il tutto fatto rigorosamente in casa con le mie manine sante e non avessi tutto l'occorrente?"

Per quanto mi riguarda, nelle dirette vicinanze di casa mia c'è solo un supermercato (neanche tanto grande e neanche tanto conveniente) che è mèta delle mie sporadiche incursioni.
Ucciderei per poter avere un bel negozietto di frutta e verdura nei paraggi, ma tant'è.
Nel fissare la desolazione negli scaffali del super mi domando se questo Covid-19 ha come effetto anche la mutazione dell'essere umano in locusta.
Cerco di uscire pochissimo come, penso, anche voi e solo per fare scorta di verdure e frutta fresche, latte, uova, carne e formaggi.
Cucinare cucino. Ma per il sostentamento.
Piatti un po' più elaborati, se mi capita, li faccio ma solo nel fine settimana.
Faccio il pane una volta a settimana (scorte di panini che poi surgelo) per non dover uscire a comprarlo.

Sono tra i pochi privilegiati che possono lavorare da casa, per cui 8 ore al giorno sono dedicate a quello e mi reputo molto fortunata.
Il tempo restante lo impiego per pulire casa, leggere, guardare qualche serie, curare la mia persona.
Ma la normalità, la possibilità di poter scegliere se fare o non fare una cosa mi manca.
Cerco di essere positiva ma ogni tanto mi viene un po' di scoramento.
Quella stretta al cuore che coglie inaspettatamente.
Mi è capitato di provarla due volte, finora, e tutto nell'ultima settimana.

La prima volta quando una signora, nello sbucare nella via che stavo percorrendo per recarmi al super, vedendomi ha sussultato e si è fermata di scatto, impaurita o atterrita...non so se dalla visione della sottoscritta con la mascherina o della ricrescita dei miei capelli.

La seconda proprio una settimana fa. Erano da poco passate le 21.
Apro parentesi:
Dovete sapere che
1. LaRiccia stravede per i cani
2. il vicino del piano di sopra di LoveOfMyLife e della sottoscritta è un ragazzo che per coinquilino ha un cagnolone nero, bellissimo. Per ragioni di privacy lo chiameremo "Gorgonzola" (va bene la privacy ma volevo comunque rispettare la scelta di un nome dal quale, come accade per il vero nome, trasparisse una delle sue spiccate peculiarità) . E' un incrocio tra un terranova ed un labrador. In pratica un bel terranova tutto nero ma leggermente più basso del normale.
3. durante il loro primo incontro, tra LaRiccia e Gorgonzola fu amore a prima vista. Quei rumori di unghie sul parquet che ogni tanto ella ed il LoveOfHerLife sentivano da sotto, avevano trovato un proprietario...così come quei gomitoli di peli neri avvistati talvolta nell'androne del palazzo o quell'odor canino pungente che investiva all'apertura della porta dell'ascensore
4. durante il secondo loro incontro, Gorgonzola si prese tutte le coccole che LaRiccia riuscì a fargli prima di perdere inesorabilmente la sua dignità esplodendo in un vigoroso "PATATO LUIIIIIIIIIIIIIIIIII"
5. durante il terzo loro incontro, LaRiccia si rallegrò dell'entusiasmo con cui Gorgonzola si diresse verso di lei salvo poi realizzare che l'entusiasmo/interesse era rivolto + al porta torte (con tanto di torta dentro) che Ella aveva con sé piuttosto che alle coccole della suddetta

In virtù del punto 1., LaRiccia è sempre contenta di vedere o anche solo intravedere Gorgonzola ed è per questo che talvolta, soprattutto se ha bisogno di tirarsi un po' su di morale, quando coglie gli inequivocabili segnali dell'uscita di Gorgonzola, si apposta sul terrazzo che dà sulla strada per poterlo osservare zampettare per la via. Ovviamente un minimo di amor proprio e la consapevolezza di essere ai limiti dello stalking fanno sì che ella non si trattenga troppo fuori a fissare quel mix di peli, codona e testone che tanto la mette di buonumore.
Fine Parentesi.

Erano da poco passate le 21 quando con una certa urgenza sono uscita sul terrazzo per...fare quel che dovevo fare (ehm...). Il cielo era terso e stellato. L'aria fresca e primaverile mi ha investito all'improvviso così come il pensiero delle tante volte in cui LoveOfMyLife ed io camminavamo mano nella mano per andarci a prendere il birrino del venerdì sera. E subito dopo la domanda, con tanto di stretta al cuore: "Chissà quando potremo tornare serenamente a farci una passeggiata, a goderci questo cielo e quest'arietta? Chissà quando torneremo alla normalità?".
Ho chiuso gli occhi e, inspirando profondamente, mi sono detta che capiterà presto.
Poi sono scappata in casa per paura di essere davvero scambiata per una stalker ^.^.

Uhh ma torniamo al post!!! Dannazione!
Visto il tanto tempo a disposizione nel fine settimana.
Visto che solitamente la domenica sera è all'insegna di pizza da asporto (...ed in tempo di non dieta birra).
Visto che Tata (n.d.R.: mia sorella) mi aveva girato il link ad un video di youtube nel quale un grande pizzaiolo mostrava la ricetta nonché i segreti di una bellissima pizza in padella.
Visto che, come vi confidavo qui, non ho mai fatto la pizza...
Mi sono detta... e se ci provassi?????
Che dire? Il risultato mi ha commosso.
Sono stata felicissima!!!
La pizza rimane con i bordi belli cicci e morbidi (proprio come piace a me). La quantità ridicola di lievito di birra (2 gr. di lievito di birra fresco su 1,6 kg di farina) fa sì che la pizza rimanga leggerissima e digeribile.
Considerando che non ho né forno professionale, né fornetto, né pietra refrattaria, il risultato è stato davvero sorprendente.
A parte un piccolo incidente (vedi foto 2) dato dalla paura che il fondo potesse non essere cotto (nel sollevarla per verificare la cottura del fondo, il mix rovente di passata + mozzarella ha tentato la fuga), posso dirmi assolutamente soddisfatta e felice.
Io ho impastato il venerdì sera. Dall'impasto ho ottenuto 10 panetti che, subito dopo la formatura, ho messo a congelare. Sabato sera ho tolto dal freezer due panetti, li ho messi in un contenitore di plastica (quelli del frigo) con coperchio e messo a lievitare fino alla sera dopo nel forno spento e con luce spenta.
Domenica sera ho steso le due pizze e fatto cuocere.
L'unica "rottura" è il dover cuocere le pizze singolarmente...ma noi ce ne siamo mangiata metà per volta :-).
Essendo un primo esperimento, ho seguito la ricetta alla lettera.
Questo il link al video di youtube dove viene spiegato, tra le altre cose, come stendere perfettamente la pizza ed ottenere un cornicione meraviglioso!!!
Sono felice di aver superato uno dei miei tabù e tanto riconoscente ai maestri che mettono a disposizione di tutti il loro sapere.
D'ora in poi potrò sperimentare anch'io :-)... se non altro per fugare il (mio) terribile sospetto che questo meraviglioso risultato non sia semplicemente frutto della famosissima botta di chiulo del principiante ^.^.

INGREDIENTI per 10 panetti di pizza del peso di circa 260gr. ciascuno:
  • 1 l. di acqua a temperatura ambiente
  • 50 gr. di sale fino
  • 15 gr. di zucchero semolato
  • 1 kg di farina 00
  • 2 gr. di lievito di birra
  • 50 gr. di olio extravergine di oliva
  • 600 gr. di farina 00 + altra per lavorare
  • un po' di semola per spolverare la padella
CONDIMENTO per 2 pizze:
  • passata di pomodoro
  • olio extravergine d'oliva
  • un pizzico di sale
  • origano
  • 125 gr. di mozzarella fiordilatte
  • una spolverata di parmigiano grattugiato
STRUMENTI:
  • ciotola
  • tarocco
  • canovaccio inumidito
  • padella che possa essere messa in forno
  • coperchio
  • carta da cucina 
  • cucchiaio
PREPARAZIONE
Ho versato l'acqua e vi ho mescolato il sale e lo zucchero fino a farli sciogliere.
Ho aggiunto il primo kg di farina, ho spezzettato ed amalgamato alla farina il lievito ed ho iniziato a mescolare.
Ho poi aggiunto l'olio e messo i successivi 600 gr. di farina ed ho lavorato per bene in ciotola.
Quando l'impasto ha iniziato a staccarsi dalla ciotola, ho rovesciato l'impasto sul piano di lavoro infarinato e lì ci ho dato dentro con olio di gomito!!
Infarinando spesso il piano di lavoro e l'impasto, ho continuato ad impastare per una bella mezz'ora fino ad ottenere un impasto bello liscio e...leggero (vi accorgerete che cambia proprio di consistenza).
A questo punto ho fatto una palla e messo a lievitare coperto con un canovaccio umido per 40 minuti.
Trascorso il tempo ho fatto la stagliatura utilizzando il terzo metodo suggerito da Civitiello ossia staccato pesi di impasto che ho pesato (per ottenere panetti della stessa grandezza) ed ho roteato l'impasto fino ad ottenere una pallina.
Ho messo i panetti su una teglia con carta da forno, ho coperto con altra carta da forno e chiuso con pellicola e messo in freezer.
La sera dopo ho tolto dal freezer due panetti, li ho messi in un contenitore di plastica (quelli del frigo) con coperchio e messo a lievitare fino alla sera dopo nel forno spento e con luce spenta.
(Quindi la lievitazione di 8-12 ore anziché farla subito, l'ho fatta fare + lunga il giorno dopo a seguito del passaggio in freezer).
Per non occupare troppo spazio in freezer, ho poi trasferito i panetti dalla teglia ad un sacchetto di plastica grande per freezer.
Domenica sera, prima di procedere alla stesura delle pizze, ho acceso il forno alla temperatura di 250°C (io non ho il grill per cui ho acceso solo sopra) ed ho aspettato che entrasse in temperatura per iniziare a lavorare.
In una ciotolina ho condito la passata di pomodoro con un po' di olio e sale.
Ho asciugato la mozzarella con un pezzo di carta da cucina, l'ho "stracciata" (la mozzarella...non la carta ehhhh?!?!?)
Ho messo la padella (io ne ho una antiaderente e tutta di acciaio di Ikea) su fiamma moderata, ho cosparso di farina il piano di lavoro ed iniziato a lavorare il primo panetto come spiegato dal maestro.
Spolverandomi le mani di farina, ho allargato un po' il panetto e poi ho incrociato gli indici, come spiegato nel video, e partendo dal centro dell'impasto verso l'alto l'ho picchiettato con tutte le dita delle mani, ho ruotato l'impasto di 180° e ripetuto.
Ho poi allargato dal centro verso l'esterno l'impasto e poi l'ho messo sulla teglia che avevo spolverato con un po' di semola (questo è un consiglio di Tata).
Ho messo l'impasto della prima pizza in padella, ho condito con la salsa (fatta dalla mamma ), messo metà della mozzarella stracciata, spolverato con parmigiano grattato ed origano (quello montano acquistato la scorsa estate a Palmi ) ed un giro di olio (quello pugliese regalatoci dal papà di LoveOfMyLife ) e fatto cuocere, coperta con coperchio, per due minuti a fiamma moderata.
Trascorsi i due minuti, ho messo la padella in forno e fatto cuocere...beh...nel mio forno ci sono voluti 6 minuti buoni. Vedete voi. Io ho estratto la pizza quando ho visto che il cornicione era colorato.

Foto 1

Foto 2: la pizza incidentata


Foto 3: i panetti



Che dire?!? Contenta io!!
A presto,
LaGio' Riccia

giovedì 5 marzo 2020

Cuori di Brownie al cioccolato fondente e peperoncino

Eccoci a Marzo.
"E' quasi primavera", ho pensato. Poi mi sono resa conto che in realtà la primavera sembra iniziata già da un po'.
L'inverno? Non pervenuto.
Qui a Torino gli alberi sono già belli che fioriti.
I passerotti animano le mie colazioni con il loro cinguettio.
Le temperature sono, se non al di sopra, molto vicine ai 10°C già dal mattino quando esco di casa.
Non parlerò di Covid-19 perché chiunque sta già spendendo tante, forse troppe, parole in merito.
Speriamo che questo Nazgul - perché è così che mi figuro questo Corona virus...uno spettro che porta con sé angoscia, paura e tenebra - venga spazzato via al più presto.

Ma veniamo a questo dolcetto. Come potrete intuire dalla sua forma, è stato il mio dolce per San Valentino. Il tempo a mia disposizione era poco per cui ho optato per un dolce che fosse di rapida esecuzione ma al tempo stesso goloso...golosissimo!
La scelta è quindi caduta su un brownie al cioccolato fondente e peperoncino che ho coppato con un coppapasta a forma di cuore (...) e decorato con panna montata vegetale e briciole di brownie.
La ricetta proviene dal blog di Simona, per quanto mi riguarda: una certezza!
Io ho solo aggiunto del peperoncino piccante e decorato con della panna montata vegetale (vista la presenza importante del burro ho provato a non caricare ulteriormente di grassi).

INGREDIENTI per uno stampo 20x20:
  • 225 gr di cioccolato fondente (io ho usato un mix di fondenti: 75% ed 85%)
  • 225 gr di burro
  • 135 gr. di farina 00
  • 15 gr. di cacao amaro in polvere
  • 225 gr. di zucchero semolato 
  • 5 uova piccole (la ricetta originale ne prevedeva 4 grandi)
  • mezzo cucchiaino di lievito per dolci
  • un pizzico di sale
  • un cucchiaino da caffè di peperoncino in polvere
  • panna vegetale da montare già zuccherata (per decorare)
  • un cucchiaino da caffè di estratto di vaniglia per aromatizzare la panna 
STRUMENTI:
  • fruste elettriche
  • 2 ciotole
  • pentola + ciotolina resistente al calore per il bagnomaria
  • leccapentole in silicone
  • setaccio
  • stampo 20x20
  • carta da forno
  • coltello
  • coppapasta a forma di cuore da 10 cm
  • sac à poche con bocchetta a stella
PREPARAZIONE
Ho sciolto il cioccolato a bagnomaria insieme al burro, a fiamma bassa, fino ad ottenere un composto liquido e liscio ed ho messo a raffreddare.
In una ciotola ho setacciato la farina, il lievito, il peperoncino, il sale ed il cacao.
In un'altra ciotola con l'uso delle fruste elettriche ho montato le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto bello chiaro e spumoso.
Nel frattempo ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C.
Al composto di uova ho unito quello di cioccolato e burro ed amalgamato bene.
Ho poi aggiunto le polveri ed amalgamato dal basso verso l'alto e versato in una teglia foderata di carta da forno.
Ho infornato per 40 minuti nel ripiano medio del forno, questo perché, volendo dare una forma particolare al brownie, non volevo che l'interno rimanesse troppo morbido.
Trascorso il tempo ho sfornato e dopo 5 minuti ho estratto il brownie dalla teglia e l'ho messo a raffreddare su una gratella.

Una volta freddo, ho tagliato la parte superiore del brownie (la crosta) e l'ho messa da parte.
Con il coppapasta ho ricavato 4 cuori.
Ho montato la panna e l'estratto di vaniglia con le fruste.
Ho messo un cuore su un piattino da dessert, ho steso uno strato di panna montata (non ho messo nessuna bagna in quanto il brownie era già umido di suo), ho coperto con un altro cuore e, con una sac à poche con bocchetta a stella ho decorato con dei ciuffetti di panna
e poi ho sbriciolato sopra un po' della crosta del brownie.



Vi abbraccio.
A presto,
LaGio' Riccia