lunedì 18 settembre 2023

Biscotti con Farina di Mais Fioretto

Se vi mostrassi una delle rare foto di famiglia con mamma, papà, sorella e me sarebbe evidente anche a voi: ho preso da papà.
Quand' ero piccina, i conoscenti che ci incontravano per strada non mancavano mai di notare quanto somigliassi al ramo paterno della famiglia. Mi avevano perfino attribuito lo stesso soprannome dato al mio bisnonno (opportunamente declinato in "ina").
Sono quindi cresciuta nella consapevolezza di aver ben poco da spartire, dal punto di vista estetico, con la mia mamma. Per una questione di colori: mamma ha i capelli castano chiari mentre io li ho scuri; di tratti: mamma ha un visino affilato mentre io sono un po' più... "mascellata"; di forme: mamma piccolina e con taglia 40 io beh forse la 40 la indossavo in prima media ma questo è un altro dettaglio.

Ogni tanto, però, accadono delle cose che mi fanno capire che, beh, magari non fisica ma la somiglianza c'è, eccome se c'è! 

H. 8:15 di sabato mattina.
Sono alla cassa del supermercato intenta a riempire le mie borse.
(Sì, lo so... è presto ma io adoro andare a fare la spesa a quell' ora per incrociare meno gente possibile)
La cassiera passa i prodotti che ho messo sul banco.
Arriva un signore che, occhio e croce, ha superato la 70na.
Mette sul nastro i suoi prodotti, estrae il bancomat e si avvicina al lettore del POS come se io non ci fossi. Batte la tessera sul bancone, come a scandire il tempo che passa. 
Notare che la cassiera stava ancora passando i miei articoli -.-.
Io continuo in tutta calma a riempire le borse sebbene mi dia abbastanza fastidio che sto qua sia così vicino: lì, davanti al lettore del pos, dovrei starci io. Te dovresti startene bello bello accanto alla tua spesa. 
(Ammetto che in questo frangente il Covid NON mi ha aiutata: ho amato il distanziamento!)
Ed in quel momento mi esce fuori il Johnny (Patrick Swayze) che mostra a Baby (Jennifer Grey), con fare scocciato, il perimetro dei rispettivi spazi "Questo è il mio spazio, questo è il tuo spazio". Inspiegabilmente taccio.
La cassiera mi guarda ed alza gli occhi al cielo.
Seraficamente le dico: "Pace. Aspetterà che io finisca. Tanto la D'Urso è stata silurata per cui non deve correre a casa a guardare Canale 5". 
La cassiera ride.
Il signore aspetta che io paghi, purtroppo, perché giuro che sarei stata capacissima di proporgli di pagare al posto mio.
Saluto la cassiera e vado via.

H.10:30 dello stesso sabato mattina.
Mamma ed io siamo in coda alla cassa del supermercato per la sua (di mamma) spesa.
Un signore viola il perimetro di mia mamma (praticamente le ha tirato una carrellata alla schiena pensando di accelerare il processo di pagamento).
Mia mamma si volta indispettita, lo guarda ed esclama "Cos'è? Deve correre a casa ad allattare?"

Io MORTA. 
Ma, giuro, ero anche un po' commossa perché ho pensato: "Sono proprio figlia sua! E' proprio la mia mamma!"

Ma veniamo a noi. Le vacanze estive sono passate. Sarebbero potute andare meglio: preoccupazioni e cattivi pensieri hanno offuscato buona parte delle giornate ma comunque la pausa dal lavoro è servita.
Ho faticato a riprendere la vita da "pseudo-blogger" ma eccomi di nuovo qua!

Non sono ancora riuscita ad uscire dal tunnel del "biscottare" per cui vi lascio la ricetta degli ultimissimi biscotti fatti in questo w.e..

Sono biscotti alla farina di mais fioretto. Rimangono morbidi ed inzupposi.
Se non avete voglia di fare sessanta pallette come me (...) sentitevi liberi di dimezzare le dosi o di fare delle pallette più grosse (le mie erano di 20gr ciascuna).

BISCOTTI ALLA FARINA DI MAIS (circa 62):

  • 230 gr. di burro a temperatura ambiente tagliato a dadini
  • 250 gr. di zucchero semolato
  • 350 gr. di farina "0"
  • 240 gr. di farina di mais fioretto
  • 1 cucchiaino da thè raso di bicarbonato di sodio
  • 1 cucchiaino da thè raso di sale fino
  • 2 uova
  • 4 cucchiaini da thè di miele (per me di Acacia)
  • 1 cucchiaino da thè di pasta di limone (o la buccia grattugiata di 1 limone)
  • 2 cucchiaini da thè di estratto di vaniglia

Strumenti:

  • fruste elettriche
  • 2 ciotole
  • forchetta
  • setaccio
  • marisa
  • piattino
  • leccarda
  • tappetino microforato in silicone
  • gratella per dolci

Preparazione:

In una ciotola ho lavorato con le fruste elettriche il burro e lo zucchero fino ad ottenere una crema. Ho poi aggiunto le uova. la pasta di limone, la vaniglia ed il miele ed ho continuato a lavorare fino ad ottenere un composto omogeneo.

In un' altra ciotola ho setacciato la farina "0", il bicarbonato di sodio, la farina di mais ed il sale.

Ho aggiunto il composto di farine a quello di burro e uova, etc e lavorato con una marisa. Per amalgamare bene sono poi passata all' utilizzo di un tarocco in silicone. Ottenuto un impasto morbido ed omogeneo ho riposto l' impasto in frigorifero per una mezz' oretta.

Trascorso il tempo di riposo in frigorifero, ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C ed ho iniziato ad impallettare :-).
Con l'aiuto della bilancia e di un piattino ho pesato pezzetti di impasto da 20 gr. ciascuno, ho formato delle palline e le ho adagiate su una leccarda rivestita con un tappetino microforato.

Ho infornato per 14 minuti. I biscotti devono essere dorati per cui regolatevi con i vostri forni!

Una volta cotti ho atteso una decina di minuti e poi li ho messi a raffreddare su una gratella per dolci.



Buoni con quella consistenza tipica della farina di mais!
Vi abbraccio!
A presto,
LaGio' Riccia

venerdì 14 luglio 2023

Mini bundt banana bread

Le serie tv mi sono sempre piaciute. 
Già ancor prima che venissero chiamate con questo nome.

Negli anni '80... beh sul finire... comunque ero piccolissima ehm... ricordo che guardavo l' A-team (ero cotta di Murdock), adoravo Magnum P.I. (beh quello ancora adesso), mi divertivo da matti con "Ralph Super Maxi Eroe" e "Hardcastle e McCormick" e sognavo di avere i poteri di Wonder Woman o della Donna Bionica (che, per quanto incredibile, mi pareva un obiettivo più raggiungibile).

Altre serie mi piacevano ma mi mettevano un po' di ansia (es. "La casa nella prateria" o "Lassie").

Mi fermo qui perché potrei andare avanti delle ore.

Negli ultimi anni questa mia "passione" non ha potuto che accrescere vista l' ampia scelta a disposizione di tutti.
Alla fine degli anni '90, proprio guardando una di queste serie, mi sono imbattuta per la prima volta nel "Pane alla banana".
Nel mio immaginario, quello citato era un vero e proprio pane (tipo...che so...il toscano o la rosetta!) ma fatto con le banane nell' impasto (mica pensavo ci potesse essere lo zampino della traduzione in fase di doppiaggio?!?).
All' epoca(fine anni '90, per l' appunto)  ricordo di aver pensato "questi americani hanno proprio dei gusti singolari!"... oggi sicuramente ho vedute più ampie o, quanto meno, ho sentito di ricette ancora più strane.

Poi con l' avvento dei vari e svariati blog di cucina, ho scoperto l' esistenza del "banana bread"... le mie sinapsi hanno iniziato a fare contatto, gli ingranaggi del mio cervello a cigolare ed il piccolo neurone solitario a sbattere di qua e di là: "Trask, radio... Trask, Radio!" (citazione un po' boomer e forse nemmeno così corretta de "Una donna in carriera")... il pane alla banana!!!! Ho quindi scoperto che non trattavasi di pane ma di una torta da credenza... una specie di plumcake (decisamente più plausibile, nel mio immaginario e, a dirla tutta, molto più nelle mie corde).

Avendo delle banane nere (o di colore?!?!?) che imploravano pietà dal portafrutta, ho deciso di provare questa delizia... con delle mie varianti/aggiunte. 
A dirla tutta, non volendo sgnaccare sull' impasto la banana tagliata longitudinalmente (proprio non mi garba) ho deciso di sfruttare il mio bellissimo stampo per Mini Bundt. Da qui l'idea di fare delle tortine per la colazione di LoveOfMyLife.

Non ricordo il blog che mi ha ispirato( ricordo solo che la ricetta era proprio per il banana bread) e quindi non so fare un confronto tra gli ingredienti della ricetta originale e la mia. Vi lascio la mia versione! 

MINI BUNDT BANANA BREAD (uno stampo da 6 più 1 singolo)

Per l'impasto:

  • 370gr. banane al netto dello scarto
  • 100gr. crema spalmabile al cioccolato e nocciole
  • 90gr. di latte parzialmente scremato
  • 1 bustina di lievito in polvere 
  • 70gr. di zucchero di canna
  • succo e scorza di un' arancia piccola
  • 2 uova
  • 200gr. farina 0
  • 40gr. granella di nocciole

Strumenti:

  • fruste elettriche
  • ciotola
  • forchetta
  • piatto
  • setaccio
  • marisa
  • coltello 
  • stampo da 6 mini bundt + 1 singolo

Preparazione:

Per prima cosa ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C.

Ho sbucciato le banane (più sono mature e meglio è) le ho tagliate a rondelle, le ho messe in un piatto fondo e le ho schiacciate grossolanamente con una forchetta. Ho raschiato via la scorza dall' arancia e poi ho spremuto l'arancia. Ho aggiunto il succo alla banana schiacciata.
In un' altra ciotola ho montato con le fruste elettriche le uova con lo zucchero e la scorza d' arancia per circa 5 minuti.
Ho aggiunto la crema spalmabile e, sempre continuando a sbattere, ho incorporato la farina setacciata con il lievito ed e il latte fino a quando tutti gli ingredienti non si sono amalgamati.
Ho aggiunto la banana schiacciata col succo d'arancia e la granella di nocciole a questo secondo composto ed ho lavorato con una marisa.
Ho imburrato ed infarinato uno stampo da 6 mini bundt cake più uno stampino singolo aggiuntivo (per avere un totale di 7 tortine), ho versato l' impasto e l' ho livellato. Ho infornato nella parte più bassa del forno per 30 minuti (vale la prova stuzzicadenti).







Buoni e bananosi!!!
Vi abbraccio!
A presto,
LaGio' Riccia

lunedì 19 giugno 2023

BISCOTTI DI FARINA INTEGRALE e GOCCE DI CIOCCOLATO

 "Davvero lo facevo tutti i giorni???" (tutti = dal lunedì al venerdì)

E' questa la domanda che mi sono posta il mercoledì notte di qualche settimana fa, al termine della seconda (ed ultima) giornata lavorativa in presenza della settimana.
(n.d.R.: lavoro in ufficio il martedì e mercoledì mentre lunedì, giovedì e venerdì lavoro da casa)

Ok, riconosco che quella era stata una giornata "difficile". Un crogiuolo di sf*ghe und eventi avversi che, fortunatamente, non costituiscono la routine ma che, quando (ti) finiscono, ti fanno sentire: INerme, INebetita ed INsonne (io le chiamo "le tre gloriose IN". Verrebbe quasi da dare loro un nome:  Kelly, Kris e Sabrina... come le Charlie's Angels).

Una di quelle giornate in cui la sfortuna ha la mira del cecchino e ti becca pure se ti metti la tuta mimetica e l' elmetto ricoperto di rami (che fa tanto Goldie Hawn in "Soldato Giulia - agli ordini")...ovviamente dovete fingere che io sia in una foresta anziché per le vie di Torino altrimenti è chiaro che sto cecchino mi becca pure se è una pippa.

Giornate, dicevo, che odorano di sf*ga già dal primo mattino quando raggiungi la fermata del primo autobus che devi prendere per recarti al lavoro (n.d.R.: il mio tragitto prevede bus, metro e bus) e lo vedi ripartire attraversando l' incrocio col rosso pieno proprio quando per te era scattato il verde e già stavi pensando "dai che lo prendo perché deve fermarsi al semaforo". (Certo. Fidati, Giovanna!) 

Che continuano su quel tenore quando scendi l'ultima rampa di scale della metropolitana e senti il fischio che preannuncia la chiusura delle porte del tuo treno, immediatamente seguita dal "dlin-dlon" che precede il messaggio di "metropolitana temporaneamente fuori servizio". 

Ovviamente - perché ormai l' ombra del sospetto che quella sia una giornata "in salita" sta assumendo i contorni di una drammatica certezza - quando arrivi al capolinea dell' ultimo mezzo che devi prendere, di bus non v'è manco l' ombra ed attendi. Attendi incredibilmente speranzosa che prima o poi qualcosa arrivi. "Non può piovere per sempre!" (adoravo Brandon Lee ed ho consumato la VHS del film "The crow")

Finalmente arrivi in ufficio e la giornata vera e propria deve ancora iniziare.

Ti attendono 8 ore di lavoro più una di pausa pranzo ed intanto pensi a tutte le cose che devi fare una volta tornata a casa. La lavatrice, la cena, la schiscetta per il pranzo del giorno dopo di LoveOfMyLife, una pulita veloce qua e là alla casa ed alla propria persona. 

Potrebbe filare tutto liscio. Potrebbe essere una giornata in cui le ore scorrono scandite dalle attività da svolgere ma questa non è una giornata normale.

I colleghi arrivano e dal primo scambio di battute tra il capo, ultimamente un po' più stressato del solito, ed un collega, già intuisco che il clima è teso e quindi, oltre a fare il mio lavoro, dovrò cercare di mantenere un basso profilo e, in caso di fallimento, cercare di schivare il maggior numero di pallottole possibile.

Alla pausa pranzo ci arrivi (domandandoti "COME??") e quindi ti rechi nella sala mensa aziendale. Porti con te il tuo bel libro da leggere mangiando, per estraniarti da tutto e da tutti. All' improvviso un rumore come di scolaresca in gita ti distoglie dalle righe che stavi leggendo.

"Ma di già?!? Di solito arrivano più tardi!"
...di solito...già...ma non oggi!

Il gruppo di neo-assunti/stagisti entra nella saletta con tutto il suo rumoroso entusiasmo. 

Entusiasmo quanto mai fuori luogo per te già di norma (perché ormai il mondo del lavoro ha perso il fascino patinato del "posso fare grandi cose" andandosi a schiantare - come una mosca contro una finestra chiusa - contro un più realistico "devo pagare il mutuo a fine mese") ed a maggior ragione oggi. 

Li osservo. Allegri. Spensierati. Giovani. C' è quello in tenuta classica con completo giacca e pantalone e stivaletto alla Adriano Celentano, c'è l'hypster con la camicia con le palme ed i fenicotteri, il nerd con le cuffie gigantesche al collo, lo sportivo con i pantaloni della tuta (ma davvero? ma della tuta? Ok essere informali ma mica siamo in palestra?!), il modaiolo con la t-shirt su cui campeggia la scritta "de puta madre" (spero davvero che si lavi le magliette da solo e che non gliele lavi mamma').

Fortunatamente mi restano solo più due forchettate. Tutto quell' entusiasmo e quel rumore per me oggi sono davvero troppo. Finisco di mangiare ed inizio a sbaraccare.
Cerco con lo sguardo il disinfettante spray messo a disposizione di noi fruitori della mensa per ripulire il proprio posto. Lo individuo: è in mano ad un collega (il molleggiato) che parla con un suo commensale.
Adriano gesticola con la mano con cui impugna il detergente e con l' altra pulisce il tavolo. 

Per non interrompere il dialogo tra i due, mi metto ad attendere che A.C. finisca di pulire (o quanto meno di parlare). Lui si accorge della mia presenza, mi guarda ed io
"Mi passeresti il disinfettante, per favore?"

Adriano: "Ma no, si figuri! Se vuole posso pulire io!"

Avete presente quella sensazione che si prova quando ci si sente dire "Che piacere vederti!" da una persona che ci guarda come a voler chiedere "Che minchia ci fai qui?". Ecco, uguale.

Mi avesse presa a schiaffi probabilmente ci sarei rimasta meglio -.-.

Per come butta la giornata oggi mi stupisce che non abbia terminato la frase con un "Signora".

Sono riuscita a reprimere un "Ma perché dovresti pulirlo tu?" perché davvero poteva sembrare sgarbato. (Con il modaiolo non mi sarei fatta alcuno scrupolo)

Mi sono limitata ad un "Siamo colleghi. Per favore. Dammi del tu. In ogni caso ti ringrazio. Faccio da sola.". Una volta tanto la diplomazia della Bilancia ha approfittato della mia guardia abbassata e si è impossessata di me.

Il pomeriggio scorre. Mi sento un po' come una di quelle sagome per il tiro a bersaglio usate nei poligoni di tiro. Quelle che vengono crivellate di colpi senza opporre resistenza.

All' uscita dell'ufficio trovo ad accogliermi la pioggia prevista da tre ore ma che ovviamente aspettava me per palesarsi.
Prendo il primo pullman dopo soli 15 minuti di attesa (sto diventando Zen). Ovviamente pieno. Ovviamente con un grado di umidità - che manco in una foresta pluviale - dato alla pioggia battente ed inasprito dall' umanità ivi presente. 

Prendo la metropolitana con la soddisfazione di aver fatto (non intenzionalmente) viaggiare col mio biglietto (=a gratis) anche il tizio dietro di me ai tornelli (praticamente la mia ombra) perché, suppongo, i soldi risparmiati gli servono per pagare il suo smartphone che, ad occhio e croce, è più all'avanguardia del mio. 

L'ultimo bus non lo aspetto nemmeno. Come in trance percorro le mie 5 fermate a piedi e, finalmente, arrivo a casa.

Avrei proprio bisogno di una coccola...un dolcino...un biscotto ma evito perché come minimo oggi produrrei dei dischetti da hockey e sarebbe davvero troppo! 

Diciamo che la coccola me la sono concessa qualche settimana dopo.
L' idea della ricetta nasce dal bellissimo blog di Rossella. Se vi fossi incappata la sera di cui sopra, credo proprio che mi sarei lanciata nella loro produzione perché l' idea di avere dei biscotti pronti in appena 20 minuti è davvero allettante!

Rispetto alla ricetta originale io ho usato farina integrale (al posto di quella d' avena), una ridicola quantità di granella di pistacchi e di mandorle (al posto dei fiocchi d'avena), un mix di tutti i tipi di cioccolato fondente che avevo in casa ma che non mi ha fatto raggiungere la quantità della ricetta di Rossella, zucchero di canna dark brown, ho aggiunto la polvere di vaniglia, ho omesso il lievito e, DANNAZIONE, ho dimenticato i fiocchi di sale.
Come scritto a Rossella, ho cristonato non poco nel tritare il cioccolato tant' è che il "tritato grossolanamente" alla fine si è rivelato più uno "spezzettato" ma, credetemi, trovare quei pezzettoni di cioccolato fondente nei biscotti fa andare in visibilio!

Il risultato sono stati dei biscotti croccanti fuori e morbidi dentro deliziosamente cioccolatosi e non troppo dolci.

Qui di seguito trovate la mia versione. 

BISCOTTI DI FARINA INTEGRALE e GOCCE DI CIOCCOLATO (circa 35)

Per l'impasto:

  • 125 gr. di burro a temperatura ambiente
  • 150 gr. di zucchero di canna dark brown
  • 2 uova grandi
  • 300 gr. di farina integrale
  • 10 gr. di granella di mandorle
  • 15 gr. di granella di pistacchi
  • 150 gr. di cioccolato fondente tritato (di cui 20 gr. al 50%, 50gr al 72%, 80gr all’ 85%)
  • un cucchiaino di polvere di vaniglia

Strumenti:

  • fruste elettriche
  • ciotola
  • setaccio
  • marisa
  • coltello affilato
  • tappetino microforato o carta forno
  • leccarda

Preparazione:
Nella ciotola ho lavorato zucchero con il burro morbido fino ad ottenere un composto cremoso cui ho poi aggiunto le uova e mescolato con una marisa. Ho poi inserito farina, polvere di vaniglia, granelle, cioccolato tritato ed ho impastato fino ad ottenere un composto omogeneo che ho riposto in frigorifero.

Ho acceso il forno impostando la temperatura di 190°C.

Dopo un quarto d'ora circa ho estratto il composto dal frigorifero e fatto delle palline grosse come una noce che a mano a mano ho adagiato sulla leccarda su cui ho messo il tappetino microforato.
Ho appiattito con le dita i biscotti ed infornato per 12 minuti.










Mamma che buoni!!!
Vi abbraccio!
A presto,
LaGio' Riccia

lunedì 29 maggio 2023

Biscotti con farina di riso, cioccolato ed arancia candita - 10 anni

10 anni.

Esattamente 10 anni fa iniziavo questa mia avventura su blogger.
Mi avete accolta, letta e soprattutto sostenuta nei momenti più difficili.
Non smetterò mai di ringraziarvi e di ringraziare quell' ex-collega  che mi suggerì di aprire un blog perché, a detta sua, scrivevo molto bene. 
(n.d.R.: si era trasferito in Francia e ci tenevamo in contatto tramite e-mail)
Ricordo ancora quello scambio di battute:

"Sai che scrivi molto bene. Dovresti almeno aprire un blog e lavorare costantemente su questo tuo talento mia cara amica."

LaGio'Riccia: "Ma io, in fondo, so solo scrivere di me ed a chi mai potrebbe interessare????"

VOI siete la mia risposta... sebbene fatichi ancora a crederci!


Come scrivevo anche qui, riportando le parole meravigliose di due grandi maestri pasticceri francesi, e come sicuramente avrò scritto in altre pagine o anche da voi, per me cucinare è un atto d' amore, una coccola. 
E' il mio modo per manifestare a qualcuno il mio affetto, la mia gratitudine o anche solo per festeggiarlo.

Questi biscottini nascono dall' esigenza di fare una coccola a mia sorella che ultimamente si è resa conto di mal tollerare il mix di glutine e lievito.

BISCOTTI CON FARINA DI RISO, GOCCE DI CIOCCOLATO E SCORZE D'ARANCIA CANDITA (circa 25)

Per l'impasto:

  • 300 gr. di farina di riso
  • 2 uova a temperatura ambiente
  • 80 gr. di zucchero di canna scuro
  • 60 gr. di olio di riso
  • 30 gr. di gocce di cioccolato fondente
  • 30 gr. di scorza d' arancia candita tagliata a pezzettini
  • un cucchiaino di estratto di vaniglia
  • la scorza di mezzo limone

Strumenti:

  • fruste elettriche
  • ciotola
  • setaccio
  • marisa
  • pellicola trasparente
  • coltello affilato
  • tappetino microforato o carta forno
  • leccarda
  • forchetta

Preparazione:
Nella ciotola ho lavorato zucchero ed uova con le fruste elettriche fino ad ottenere un composto spumoso e più chiaro rispetto a quello dell' inizio lavori ;-).
Con le fruste sempre in funzione ho poi aggiunto a filo l' olio, la scorza di limone e l' estratto di vaniglia. 
Ho infine setacciato la farina e lavorato con la marisa. In ultimo ho aggiunto le gocce di cioccolato ed i tocchettini di scorza d'arancia.

Ho versato l' impasto così ottenuto sul piano di lavoro ed impastato a mano per amalgamare meglio gli ingredienti. Ho ricavato un salame che ho avvolto nella pellicola trasparente e messo a riposare in frigorifero (per il tempo occorso al forno ad entrare in temperatura).
Ho acceso il forno alla temperatura di 180°C. 

Quando il forno ha raggiunto la temperatura desiderata, ho estratto dal frigorifero il salame, ho tolto la pellicola ed ho ricavato delle fettine spesse 1cm che a mano a mano ho appoggiato sulla teglia (foderata con il tappetino microforato). 
Ho impresso i rebbi della forchetta su ciascun biscotto per appiattirlo un po'.

Ho cotto fino a doratura. Il mio forno ha richiesto 15 minuti di cottura.

Noi li abbiamo trovati golosi ma delicati!






Vi abbraccio!
A presto,
LaGio' Riccia

lunedì 1 maggio 2023

Crostata "CUOR DI MELA"

Una volta tanto volevo giocare d' anticipo per cui  qualche giorno fa mi ero messa all' opera iniziando a redigere questo post. L' intenzione era quella di trattare un aspetto legato al lavoro in presenza negli uffici dell' azienda per cui lavoro.
La stesura, però, si stava rivelando un po' più macchinosa del dovuto (rispetto al mio standard che è la classica "scrittura di getto")  per cui mi sono fermata ed ho salvato una prima bozza.
Ieri ho ripreso in mano quanto scritto per continuare il lavoro ma... niente! Mi stavo annoiando già solo a SCRIVERLO... chissà voi a leggerlo.

Così ho deciso di lasciar perdere. Vi voglio troppo bene per seviziarvi con la mia filippica legata alle differenze tra "nuove leve" e "vecchie guardie"... perlomeno esposta in quel modo (della serie: Valium spostate!).

Concedetemi di soprassedere e di risparmiarvi un post alla "ehhh ai miei tempi" o "quando ero giovane io...". Vero è che, comunque, il peso dei miei 26 anni di onorato servizio (ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare subito dopo il diploma) me lo sento tutto sulle spalle, per cui difficilmente riuscirò a dare un' allure un po' più glitterata al tutto, ma vedremo più in là. Ad ogni buon conto ci tengo a rassicurarvi: i cantieri stradali mi lasciano ancora indifferente -_-. 

Da grande appassionata ed amante di torte alle mele, oggi vi presento la torta che idealmente aveva perso, per una mera questione di logistica e niente più, il ballottaggio con questa.

E' ispirata ai biscotti omonimi della nota marca di cui da piccina andavo tanto ghiotta.
Per il guscio ho utilizzato una pasta frolla fatta con la panna perché, guarda caso, avevo una confezione aperta di panna fresca da consumare.
Qui da Simona ho preso  l' idea della guarnizione( righe oblique , spennellatura con il liquido delle mele cotte e la spolverata di zucchero).

Per la farcia mi sono ispirata a me medesima come spiegato qui (!!) omettendo le bacche di Goji e la confettura e scegliendo le mele renette al posto delle Golden. 

CROSTATA "CUOR DI MELA" 

Per l'impasto:

  • 350 gr. di farina di tipo 1 + quella per stendere la pasta
  • 100 gr. di panna liquida fresca
  • 1 uovo grande
  • 125 gr. di zucchero di canna + quello per la guarnizione
  • scorza di un limone
  • 1 pizzico di sale

Per la farcia:

  • 4 mele renette
  • un cucchiaino di cannella 
  • 1 noce di burro
  • succo e scorza di un limone biologico
  • 2 cucchiai di Cointreau

Strumenti:

  • un coltello
  • un tegame
  • un cucchiaio di legno
  • un colino + una ciotola + pellicola trasparente (per mettere a raffreddare e colare il composto di mele) 
  • una forchetta
  • una ciotola
  • un mattarello
  • una teglia con fondo apribile da 18 cm
  • carta forno
  • rotella taglia pizza
  • un pennello
  • un coltello 
  • pennello in silicone

Preparazione:
La sera prima ho preparato il ripieno, in modo tale da farlo raffreddare e scolare per bene.
Ho quindi lavato, mondato e tagliato a dadini le mele.
In un tegame ho fatto sciogliere una noce di burro e vi ho messo a cuocere le mele con lo zucchero e la scorza del limone. Ho irrorato con il succo di limone ed il Cointreau e lasciato cuocere fino ad ottenere una crema non troppo liscia. 
Ho fatto raffreddare il composto e poi l' ho versato in un colino appoggiato sopra una ciotola. Ho coperto con pellicola trasparente e riposto in frigorifero fino al giorno successivo.

Il giorno dopo ho preparato la frolla che necessita di un' oretta di riposo in frigorifero per cui sappiatevi regolare ;-).
In una ciotola ho sbattuto leggermente l' uovo con una forchetta. Ho aggiunto la panna e mescolato. Ho unito anche lo zucchero e continuato a mescolare. In ultima battuta ho aggiunto la scorza del limone e la farina setacciata.
Ho impastato brevemente a mano, ho avvolto l' impasto nella pellicola e l'ho messo a riposare in frigorifero per 30 minuti - un'ora.

Passata la mezz'ora (io qualcosa in +) con l'aiuto del mattarello ho steso la frolla - su un piano infarinato - ad uno spessore di 4mm. 

Usando la base della teglia come riferimento, ho tagliato il cerchio di 18cm di diametro e l' ho messo a raffreddare in frigorifero mentre lavoravo ai bordi ed al coperchio. Ho ritagliato il cerchio da usare come "coperchio" e messo anche lui a raffreddare (l' ho piazzato su un foglio di carta forno sopra il cerchio della base). 

Ho foderato il fondo dello stampo apribile con carta forno ed ho imburrato il bordo. Ho adagiato sul fondo della teglia uno dei due cerchi di impasto.
Ho messo la teglia in frigorifero e con il restante impasto ho ricavato una striscia dell' altezza di 5 cm e lunga tanto quanto la circonferenza della teglia (per il taglio ho utilizzato la rotella tagliapizza). Ho estratto la teglia dal frigorifero ed ho applicato la striscia di impasto lungo i bordi premendo bene nelle giunture con la base e contro il bordo della teglia.
Con i rebbi di una forchetta ho bucherellato il fondo della crostata, ho preso la farcia e l'ho ulteriormente strizzata (raccogliendo il liquido nella ciotola di "scolo"). Ho distribuito uniformemente il composto. Ho estratto dal frigorifero il secondo cerchio di frolla e l'ho usato come coperchio della torta. Ho cercato di sigillare il più possibile. 

Con un coltello affilato ho inciso delle linee oblique.
Ho spennellato la torta con parte del liquido rilasciato dalle mele ed ho cosparso di zucchero di canna.
Ho messo la crostata a riposare mezz'oretta in frigorifero.
Nel frattempo ho acceso il forno impostando la temperatura di 180 °C.
Trascorso il tempo del riposo ho infornato la crostata per 20 minuti e poi ho abbassato la temperatura del forno a 160°C ed ho lasciato terminare la cottura della crostata (ci sono voluti 30 minuti). 

A metà cottura (circa 25 minuti dall' infornamento) ho rispennellato la torta con il liquido delle mele e spolverato di zucchero. 




Vi abbraccio!
A presto,
LaGio' Riccia

sabato 1 aprile 2023

Plumcake alla vaniglia di Christophe Felder e Camille Lesecq

Ho un debole per i libri di cucina editi dalla Guido Tommasi editore. Li trovo belli, belli in modo assurdo!
Le foto sono talmente belle che pur sembrando perfette, non danno l' idea di essere artefatte o modificate o, peggio ancora, finte. Non so ma io ci vedo dell' anima in quei libri.

Ad inizio dicembre scorso ho scoperto che la casa editrice avrebbe pubblicato il libro "La mia piccola PASTICCERIA" di Christophe Felder e Camille Lesecq perciò quando mia sorella mi ha chiesto se ci fosse un qualcosa che avrei voluto come linea guida per un regalo non ho avuto dubbi!

E così a Natale ho ricevuto questo dono meraviglioso e preziosissimo. Il colpo di fulmine al primo sguardo per la copertina si è trasformato in amore sincero quando ho letto l'introduzione scritta dagli autori: rispecchiava in maniera sorprendente quello che è il mio pensiero e soprattutto cosa mi spinge a preparare un dolce per qualcuno. E' un po' come per un sarto prendere le misure per confezionare un abito. 

"Bisogna scegliere con cura la ricetta adatta ad ognuno: il cioccolato per Anna, i lamponi per Paolo , le mandorle per Elena... senza dimenticare Silvia, che impazzisce per il pistacchio, e Carlo, per la vaniglia. C'è chi preferisce i dolci soffici e chi invece ama il gusto croccante. Comunque sia, ci si prende cura dei gusti di tutti"

Davanti ad una simile affinità di pensiero e leggendo la frase

"Vi spalanchiamo le porte della nostra pasticceria, con l' invito a essere golosissimi!"

perché

"preparare un dolce seguendo la ricetta con precisione, ma con la fierezza di dire 'L'ho fatto io!' "

nella speranza di sentirsi dire 

"E' fatto in casa, ma è ancora più buono che in pasticceria!" 

beh... non ho potuto esimermi dal provare :-)
Sono partita da una ricetta semplice semplice, alla mia portata. L' ho seguita alla lettera, come, a mio avviso, bisogna assolutamente fare con tutte le ricette dei grandi maestri.
Ho solo aumentato i tempi di cottura perché dopo 40 minuti il mio plumcake era ancora decisamente crudo!
Prima di iniziare una nota importante: estrarre dal frigorifero gli ingredienti freddi già dalla sera prima.

PLUMCAKE ALLA VANIGLIA 


INGREDIENTI per uno stampo da 19x7 cm:

  • 90 gr. di burro morbido (estratto dal frigo già la sera prima, se fate il plumcake al mattino o comunque 12 ore prima)
  • 190 gr. di zucchero semolato
  • 1 uovo grande (estratto dal frigo già la sera prima, se fate il plumcake al mattino o comunque 12 ore prima)
  • 1 cucchiaio di estratto di Vaniglia Bourbon liquido
  • semini di un baccello di Vaniglia Bourbon 
  • 1 pizzico di sale
  • 120 ml. di panna liquida (estratta dal frigo già la sera prima, se fate il plumcake al mattino o comunque 12 ore prima)
  • 140 gr. di farina (nel libro non viene specificato il tipo. Io ho usato farina di tipo 1)
  • 1 cucchiaino raso di lievito in polvere
  • burro e farina per lo stampo

INGREDIENTI per la glassa:

  • 150 gr. di cioccolato bianco

STRUMENTI:

  • planetaria con frusta a scudo
  • setaccio
  • leccapentole
  • coltello
  • 2 pentolini per sciogliere il cioccolato a bagnomaria
  • stampo da plumcake 19x7 cm
  • gratella per dolci
  • pennello in silicone

PREPARAZIONE

Come già scritto in diversi punti (si sa, repetita iuvant!) ho lasciato a temperatura ambiente gli ingredienti freschi 12 ore prima della preparazione del plumcake.

Ho acceso il forno impostando la temperatura di 160°C.
Nella ciotola della planetaria ho inserito gli ingredienti nell' ordine in cui sono elencati per cui:
burro (che ho lavorato a parte in una ciotolina per renderlo cremoso), zucchero, uovo estratto di vaniglia, i semini del baccello, il pizzico di sale, la panna liquida ed infine la farina setacciata con il lievito ed ho avviato. Ho fatto lavorare la planetaria fino ad ottenere un impasto liscio.
Mentre la planetaria "andava" ho imburrato ed infarinato lo stampo da plumcake.
Ad impasto pronto,  gli ho dato una mescolata con il leccapentole e poi l' ho versato nello stampo.
Ho infornato ed atteso la cottura. Il libro riporta un tempo di 40 minuti ma a me ne sono occorsi ben 15 in più. Ho comunque fatto la prova stecchino.
Ho sfornato e messo a freddare sulla gratella per dolci. Ho sformato quando freddo.
Ho poi preparato la glassa semplicemente sciogliendo a bagnomaria 80 gr. di cioccolato bianco e l' ho spennellata tutta sul plumcake con un pennello in silicone. I restanti 70 gr. di cioccolato bianco li ho tagliati al coltello e cosparsi sulla glassa.
Il profumo di vaniglia che si è sprigionato per casa e la scioglievolezza del plumcake valgono davvero l' attesa della cottura. Provatelo!


Qui una foto della fetta...





Et voilà! 😉
Provatelo! Ve ne innamorerete 😍

A presto,
LaGio' Riccia

mercoledì 1 marzo 2023

Crostata di mele e crema pasticcera: GRAZIE!

Questo è il post che, dacché ho deciso di condividere con voi  le mie preoccupazioni, speravo di poter scrivere dopo quello che ho definito il "mese cruciale".
Non scenderò in dettagli ma a metà dicembre ho ricevuto una diagnosi che richiedeva una ulteriore indagine "prudenziale". Un esame che mi spaventava sia per ciò che comporta (n.d.R.: il suo svolgimento) ma soprattutto per l' esito che avrebbe potuto portare con sé.

Ora che quell' esame è passato e con lui è giunto anche l' esito (BUONO!!!), mi rendo conto di aver vissuto gli ultimi due mesi come in apnea. Assistendo alla battaglia tra il mio inguaribile pessimismo che mi portava a colorare a tinte fosche anche solo l' esecuzione dell' esame (figurando gli scenari più spaventosi) ed il mio timido ottimismo che cercava di evidenziare col verde (speranza) fosforescente il "prudenziale" ed anche l' assenza di una qualsivoglia indicazione di urgenza nella diagnosi iniziale.

Mi reputo fortunata per molte ragioni: ovviamente per l'esito dell'esame, per aver potuto aspettare solo 2 mesi che sono stati, per me, un tempo eterno ma che potevano essere molti di più se non avessi potuto avvalermi del regime privato, per le dimostrazioni di affetto e l'incredibile ondata di energia positiva che mi avete inviato. 

Grazie di💖!

Lasciate che vi offra una fetta di questa crostata alle mele e crema pasticcera per festeggiare!

CROSTATA di mele e crema pasticcera.

La frolla che ho usato è allo yogurt greco.
Mentre per la crema pasticcera ho usato un preparato del supermercato che avevo acquistato in via cautelativa quando dovevo preparare una torta molto importante (per avere un piano B in caso di fallimento... il mio inguaribile pessimismo!) e che stava ormai per scadere -_-. 


INGREDIENTI per uno stampo da 24 cm:

  • 1 uovo piccolo
  • 75 gr. di yogurt greco
  • 250 gr. di farina di tipo '0'
  • 100 gr. di zucchero di canna
  • 50 gr. di olio di riso
  • un cucchiaino raso di lievito istantaneo
  • scorza di limone
  • 300 gr. di crema pasticcera (usate la ricetta che più vi aggrada
  • una mela renetta
  • cannella 
  • zucchero di canna a velo (se volete essere generosi come me con la cannella allora optate per lo zucchero a velo classico per non far scurire troppo le mele)

STRUMENTI:

  • setaccio
  • leccapentole
  • coltello
  • ciotola
  • frusta a mano
  • mattarello
  • colino a maglie strette
  • stampo  di 24 cm di diametro con fondo rimovibile 
  • gratella per dolci

PREPARAZIONE

Per la preparazione della frolla ho messo tutti gli ingredienti liquidi (olio, yogurt, uovo) nella ciotola insieme alla scorza del limone ed ho mescolato con la forchetta, ho poi aggiunto lo zucchero ed amalgamato ed infine ho setacciato la farina ed il lievito. Ho lavorato fino ad ottenere un impasto omogeneo, ho ricavato una palla ed ho riposto in frigorifero solo nell' attesa di preparare la crema. Il riposo in frigorifero non è necessario.
Ho preparato la crema come da indicazione riportata sulla scatola e messo da parte.

Ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C.

Ho steso la frolla ad una altezza di circa 4mm, ho imburrato lo stampo ed ho steso la frolla aiutandomi con il mattarello e l'ho fatta ben aderire allo stampo. Schiacciando il mattarello sul bordo dello stampo, ho tagliato l'eccesso della frolla.
Ho bucherellato la pasta, vi ho versato sopra la crema pasticcera ed ho riposto in frigorifero.
Ho lavato e mondato la mela e l' ho tagliata a fettine sottili. Ho estratto la teglia dal frigorifero e vi ho distribuito sopra le fettine di mela. Ho spolverato tutto con dello zucchero di canna a velo e della cannella. 
Dal punto di vista estetico forse la cannella era un po' troppa e dato che ho utilizzato lo zucchero a velo di canna, le mele sono risultate un po' troppo scure... visto che però dal punto di vista del gusto era deliziosa... beh allora sentitevi pure liberi di usare lo zucchero a velo classico! 

Ho infornato la crostata per 35 minuti o comunque fino a quando i bordi della crostata non si sono dorati.




Vi abbraccio e... ancora GRAZIE!
A presto,
LaGio' Riccia