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mercoledì 22 novembre 2023

Scones ed il potere di un sorriso

H. 18 di qualche mercoledì fa.
Sono in macchina, diretta verso casa dall' ufficio.
Per quanto il traffico romano sia molto noto, qualora non lo sapeste, anche Torino non scherza. 
Magari il numero di veicoli che circolano è inferiore a quello capitolino ma in quanto a numero di piloti di formula 1, rally e quant' altro Torino non si batte.
Devo dire che io stessa al volante mi trasformo non tanto in quanto ad aggressività nelle manovre quanto a quella... come dire... verbale? Diciamo che trovo sfogo nel turpiloquio, ecco. Non mi fa onore ma così è.
Sono in macchina, scrivevo, e giungo in prossimità di una rotonda accanto ad un centro commerciale.
Delle due corsie a disposizione, al solito la corsia più affollata è quella a sinistra perché quella a destra è usata come "area parcheggio" da coloro che vogliono andare al centro commerciale senza doversi addentrare nell' area parcheggio apposita (notare che il parcheggio è multipiano e davvero si fa difficoltà a NON trovare posto). Ovviamente a Torino i più hanno fretta per cui in molti usano la corsia di destra come corsia di sorpasso salvo poi buttarsi a sinistra ("buttarsi" è proprio il termine più aderente alla realtà)  per schivare l' ostacolo "auto parcheggiata". Chi resta a sinistra sa che dovrà guadagnarsi con il sangue ed il sudore ogni millimetro di avanzamento e, soprattutto, dovrà essere pronto ad inchiodare quando il veicolo alla destra tenterà l' inserimento.
Io sono al volante sulla corsia di sinistra con quell' animo lì.
Arrivo quasi all'altezza dell' ostacolo. Il veicolo davanti al mio inchioda: il suo corrispettivo destro è partito all' attacco seguito a ruota da quello subito successivo. Il mio predecessore passa. 
E' il mio turno. Con uno sguardo cattivissimo mi volto a guardare il guidatore accanto a me. 
Il mio sguardo promette fulmini e saette. Mi ritrovo un tizio con l' espressione "paciosa" e sorniona (alla Luca Pappagallo, non so se avete presente, il tizio però ha i capelli raccolti in una coda) sembra simpatico ma è pure grosso -.-. Mi incute un po' di timore per cui in un attimo passo dal piglio alla "col ca##o che passi" a quello della cameriera secca dei signori Montagnè "s' accommmomononino" (vedi qui al minuto 4:20). Faccio gli occhi tondi da panda, lui scoppia a ridere per il mutamento della mia espressione (mi hanno sempre detto che tutto ciò che penso mi si legge in faccia), io  scoppio a ridere di rimando e gli faccio cenno di passare. Lui a quel punto scuote la testa a voler dire "Sia mai, ci mancherebbe" e con la mano sinistra mi fa capire che mi cede il passo. Gli sorrido riconoscente e lo ringrazio. Lui di rimando sfodera un sorriso alla Stregatto.
Oltre a farmi sorridere, questo episodio mi ha fatto pensare a quanto poco basti, talvolta, per ribaltare una situazione che sembrava già scritta e tracciata in una diametralmente opposta.
Anziché tornare a casa con un diavolo per riccio, ho proseguito il viaggio ridendo e sorridendo per la svolta inaspettata degli eventi.
Basterebbe un po' di buona volontà in più... o anche solo un sorriso.

Ma passiamo a questi scones. La loro bontà... non potete immaginarla... per cui...FATELI!!!

Capirete di aver fatto bene a seguire questo mio consiglio già solo nel sentire il delizioso profumino che sprigioneranno in casa vostra.

Scrissi "lungamente" degli scones in questo post. All' epoca avevo replicato la ricetta del Maestro Ernst Knam.
Devo dire, e lo scrissi anche allora, che il risultato non mi aveva conquistata molto.
Diverso tempo dopo sono incappata qui. E' stato amore a prima vista. La foto sembrava proprio ricordare quelli che assaggiammo con gusto in quella tea house in Camden Town quello che ormai mi pare essere un secolo fa!
Ho seguito fedelmente la ricetta di Rossella tranne che per qualche piccolo dettaglio: 

- il burro freddo anziché affettarlo  l' ho grattugiato con una grattugia a fori grossi

- non avendo farina tipo "00" ho usato una farina tipo "0"

- ho sostituito l' uvetta con le gocce di cioccolato

Scones (16 pezzi): 

  • 500 gr. di farina "0"
  • 300 ml. di latte
  • 160 gr. di gocce di cioccolato
  • 110 gr. di burro 
  • 2 cucchiai di zucchero semolato
  • 1 bustina di lievito istantaneo per dolci
  • 1 cucchiaino di sale fino

Strumenti:

  • grattugia a fori larghi
  • 2 ciotole
  • cucchiaio
  • setaccio
  • forchetta
  • mattarello
  • coppapasta rotondo di 5cm di diametro
  • leccarda
  • carta da forno o tappetino in silicone
  • gratella per dolci

Preparazione:

Ho acceso il forno impostando la temperatura di 200°C.
Ho grattugiato il burro e l' ho messo in una ciotola.
In un' altra ciotola ho setacciato la farina con il lievito, ho aggiunto il sale e lo zucchero ed ho mescolato con un cucchiaio. Ho poi aggiunto ai composti secchi il burro ed ho lavorato con l' ausilio di una forchetta fino a completo assorbimento.
Ho inserito le gocce di cioccolato, mescolato ed infine aggiunto il latte continuando a mescolare.
Ho dato una lavorata anche con le mani, brevemente, per amalgamare meglio gli ingredienti.
Ho versato il composto su una superficie spolverata di farina e, con l' ausilio del mattarello, l' ho steso ad un' altezza di 3 cm. Ho coppato gli scones con un tagliapasta di 5cm di diametro rincollando alla bene meglio i ritagli che avanzavano e li ho disposti, distanziati di 1,5cm, su una leccarda ricoperta con un tappetino in silicone (va bene anche la carta forno). Con questo impasto otterrete 16 scones... la quantità giusta per un' unica infornata. 
Ho infornato per 15-20 minuti.








FATELI! Ma soprattutto... SORRIDETE! :-D
Vi abbraccio!
A presto,
LaGio' Riccia

venerdì 27 ottobre 2023

Amor Polenta BITES

Portate pazienza ma... ho praticamente perso un mese! 
Se settembre mi era parso durare tre volte tanto, ottobre non l' ho quasi registrato!
E dire che è il MIO mese, quello del mio compleanno. Avrei dovuto quanto meno omaggiarlo, godermelo, "viverlo" ed invece mi è sembrato sgusciar via di mano come un' anguilla. Non temete: nessuna anguilla o altro animale è stato maltrattato. Tra l' altro le anguille mi fanno anche un filo senso: quando da piccina accompagnavo la mamma al mercato paventavo sempre il momento in cui saremmo dovute passare accanto al banco del pesce -.-.

Nell' ultimo mese, dunque, oltre ad aver compiuto 46 anni - l' idea di essere ormai ufficialmente più vicina ai 50 anni che ai 40 mi lascia un po' tramortita - un riassetto organizzativo del gruppo nel quale lavoro mi ha "donato" (TANTI AUGURI A TEEEEEEE!!!) un carico di lavoro e di responsabilità maggiori per cui non mi sono potuta concedere molte distrazioni. Il lavoro ed alcune preoccupazioni famigliari hanno invaso il mio quotidiano rimandando, come sempre, il blog ed il mio passaggio sui vostri a "quando riuscirò a godermi il tutto come si deve". 

Oggi, però, ho deciso di prendere in mano la situazione perché ad attendere il verificarsi di tutte le congiunzioni astrali che mi porterebbero a starmene in panciolle a zonzo per il web sto a diventa' vecchia e basta.
Torno su questi schermi con una ricetta che è un classico della cucina lombarda: l' amor polenta!
La ricetta l' ho presa dal blog di Sonia Peronaci. Non avendo lo stampo classico ho deciso di utilizzare, una volta tanto, un graziosissimo stampo per "miniature & bite-sized" che mi aveva regalato mia sorella tempo fa. Per questo motivo ho pensato di chiamare questi dolcetti "Amor Polenta bites" perché sono proprio dei bocconcini di Amor Polenta.

Amor Polenta Bites (16 + 1 Mini bundt):

  • 125 gr. di burro a temperatura ambiente 
  • 125 gr. di zucchero semolato
  • 75 gr. di farina "0"
  • 75 gr. di farina di mais fioretto
  • 75 gr. di farina di mandorle
  • 8 gr. di lievito istantaneo per dolci
  • 4 uova a temperatura ambiente
  • 10 gr. di rum
  • 2 cucchiaini da thè di estratto di vaniglia
  • 1 pizzico di sale
  • staccante spray per alimenti o farina + burro
  • zucchero a velo per decorare

Strumenti:

  • fruste elettriche
  • ciotola
  • setaccio
  • marisa
  • stampo per mini bundtcake o stampo per Amor Polenta 
  • pennellino in silicone
  • gratella per dolci

Preparazione:

Ho acceso il forno impostando la temperatura di 175°C.
Ho spruzzato lo staccante spray nei vari stampi e l'ho distribuito con un pennellino in silicone.

In una ciotola ho lavorato con le fruste elettriche il burro e lo zucchero fino ad ottenere una crema. Ho poi aggiunto le uova  una alla volta attendendo sempre il completo assorbimento della precedente prima di passare alla successiva. Successivamente ho aggiunto la vaniglia, il sale ed il rum.

Con l' ausilio di una marisa ho poi incorporato la farina di mais fioretto, la farina di mandorle e la farina 0 setacciata con il lievito.

Ho versato il composto negli stampi da mini bundtcake ed ho infornato fino a cottura ultimata: a me sono occorsi 20 minuti ma vale sempre la regola dello stuzzicadenti.

La ricetta originale prevedeva la cottura nello stampo classico per l' Amor Polenta e riportava 30 minuti come tempo di cottura.

Una volta cotti questi bocconcini ho atteso una decina di minuti per sformarli e poi li ho messi a raffreddare su una gratella per dolci.

Serviteli cosparsi di zucchero a velo.





Dei bocconcini davvero golosi!
Vi abbraccio!
A presto,
LaGio' Riccia

lunedì 18 settembre 2023

Biscotti con Farina di Mais Fioretto

Se vi mostrassi una delle rare foto di famiglia con mamma, papà, sorella e me sarebbe evidente anche a voi: ho preso da papà.
Quand' ero piccina, i conoscenti che ci incontravano per strada non mancavano mai di notare quanto somigliassi al ramo paterno della famiglia. Mi avevano perfino attribuito lo stesso soprannome dato al mio bisnonno (opportunamente declinato in "ina").
Sono quindi cresciuta nella consapevolezza di aver ben poco da spartire, dal punto di vista estetico, con la mia mamma. Per una questione di colori: mamma ha i capelli castano chiari mentre io li ho scuri; di tratti: mamma ha un visino affilato mentre io sono un po' più... "mascellata"; di forme: mamma piccolina e con taglia 40 io beh forse la 40 la indossavo in prima media ma questo è un altro dettaglio.

Ogni tanto, però, accadono delle cose che mi fanno capire che, beh, magari non fisica ma la somiglianza c'è, eccome se c'è! 

H. 8:15 di sabato mattina.
Sono alla cassa del supermercato intenta a riempire le mie borse.
(Sì, lo so... è presto ma io adoro andare a fare la spesa a quell' ora per incrociare meno gente possibile)
La cassiera passa i prodotti che ho messo sul banco.
Arriva un signore che, occhio e croce, ha superato la 70na.
Mette sul nastro i suoi prodotti, estrae il bancomat e si avvicina al lettore del POS come se io non ci fossi. Batte la tessera sul bancone, come a scandire il tempo che passa. 
Notare che la cassiera stava ancora passando i miei articoli -.-.
Io continuo in tutta calma a riempire le borse sebbene mi dia abbastanza fastidio che sto qua sia così vicino: lì, davanti al lettore del pos, dovrei starci io. Te dovresti startene bello bello accanto alla tua spesa. 
(Ammetto che in questo frangente il Covid NON mi ha aiutata: ho amato il distanziamento!)
Ed in quel momento mi esce fuori il Johnny (Patrick Swayze) che mostra a Baby (Jennifer Grey), con fare scocciato, il perimetro dei rispettivi spazi "Questo è il mio spazio, questo è il tuo spazio". Inspiegabilmente taccio.
La cassiera mi guarda ed alza gli occhi al cielo.
Seraficamente le dico: "Pace. Aspetterà che io finisca. Tanto la D'Urso è stata silurata per cui non deve correre a casa a guardare Canale 5". 
La cassiera ride.
Il signore aspetta che io paghi, purtroppo, perché giuro che sarei stata capacissima di proporgli di pagare al posto mio.
Saluto la cassiera e vado via.

H.10:30 dello stesso sabato mattina.
Mamma ed io siamo in coda alla cassa del supermercato per la sua (di mamma) spesa.
Un signore viola il perimetro di mia mamma (praticamente le ha tirato una carrellata alla schiena pensando di accelerare il processo di pagamento).
Mia mamma si volta indispettita, lo guarda ed esclama "Cos'è? Deve correre a casa ad allattare?"

Io MORTA. 
Ma, giuro, ero anche un po' commossa perché ho pensato: "Sono proprio figlia sua! E' proprio la mia mamma!"

Ma veniamo a noi. Le vacanze estive sono passate. Sarebbero potute andare meglio: preoccupazioni e cattivi pensieri hanno offuscato buona parte delle giornate ma comunque la pausa dal lavoro è servita.
Ho faticato a riprendere la vita da "pseudo-blogger" ma eccomi di nuovo qua!

Non sono ancora riuscita ad uscire dal tunnel del "biscottare" per cui vi lascio la ricetta degli ultimissimi biscotti fatti in questo w.e..

Sono biscotti alla farina di mais fioretto. Rimangono morbidi ed inzupposi.
Se non avete voglia di fare sessanta pallette come me (...) sentitevi liberi di dimezzare le dosi o di fare delle pallette più grosse (le mie erano di 20gr ciascuna).

BISCOTTI ALLA FARINA DI MAIS (circa 62):

  • 230 gr. di burro a temperatura ambiente tagliato a dadini
  • 250 gr. di zucchero semolato
  • 350 gr. di farina "0"
  • 240 gr. di farina di mais fioretto
  • 1 cucchiaino da thè raso di bicarbonato di sodio
  • 1 cucchiaino da thè raso di sale fino
  • 2 uova
  • 4 cucchiaini da thè di miele (per me di Acacia)
  • 1 cucchiaino da thè di pasta di limone (o la buccia grattugiata di 1 limone)
  • 2 cucchiaini da thè di estratto di vaniglia

Strumenti:

  • fruste elettriche
  • 2 ciotole
  • forchetta
  • setaccio
  • marisa
  • piattino
  • leccarda
  • tappetino microforato in silicone
  • gratella per dolci

Preparazione:

In una ciotola ho lavorato con le fruste elettriche il burro e lo zucchero fino ad ottenere una crema. Ho poi aggiunto le uova. la pasta di limone, la vaniglia ed il miele ed ho continuato a lavorare fino ad ottenere un composto omogeneo.

In un' altra ciotola ho setacciato la farina "0", il bicarbonato di sodio, la farina di mais ed il sale.

Ho aggiunto il composto di farine a quello di burro e uova, etc e lavorato con una marisa. Per amalgamare bene sono poi passata all' utilizzo di un tarocco in silicone. Ottenuto un impasto morbido ed omogeneo ho riposto l' impasto in frigorifero per una mezz' oretta.

Trascorso il tempo di riposo in frigorifero, ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C ed ho iniziato ad impallettare :-).
Con l'aiuto della bilancia e di un piattino ho pesato pezzetti di impasto da 20 gr. ciascuno, ho formato delle palline e le ho adagiate su una leccarda rivestita con un tappetino microforato.

Ho infornato per 14 minuti. I biscotti devono essere dorati per cui regolatevi con i vostri forni!

Una volta cotti ho atteso una decina di minuti e poi li ho messi a raffreddare su una gratella per dolci.



Buoni con quella consistenza tipica della farina di mais!
Vi abbraccio!
A presto,
LaGio' Riccia

lunedì 19 giugno 2023

BISCOTTI DI FARINA INTEGRALE e GOCCE DI CIOCCOLATO

 "Davvero lo facevo tutti i giorni???" (tutti = dal lunedì al venerdì)

E' questa la domanda che mi sono posta il mercoledì notte di qualche settimana fa, al termine della seconda (ed ultima) giornata lavorativa in presenza della settimana.
(n.d.R.: lavoro in ufficio il martedì e mercoledì mentre lunedì, giovedì e venerdì lavoro da casa)

Ok, riconosco che quella era stata una giornata "difficile". Un crogiuolo di sf*ghe und eventi avversi che, fortunatamente, non costituiscono la routine ma che, quando (ti) finiscono, ti fanno sentire: INerme, INebetita ed INsonne (io le chiamo "le tre gloriose IN". Verrebbe quasi da dare loro un nome:  Kelly, Kris e Sabrina... come le Charlie's Angels).

Una di quelle giornate in cui la sfortuna ha la mira del cecchino e ti becca pure se ti metti la tuta mimetica e l' elmetto ricoperto di rami (che fa tanto Goldie Hawn in "Soldato Giulia - agli ordini")...ovviamente dovete fingere che io sia in una foresta anziché per le vie di Torino altrimenti è chiaro che sto cecchino mi becca pure se è una pippa.

Giornate, dicevo, che odorano di sf*ga già dal primo mattino quando raggiungi la fermata del primo autobus che devi prendere per recarti al lavoro (n.d.R.: il mio tragitto prevede bus, metro e bus) e lo vedi ripartire attraversando l' incrocio col rosso pieno proprio quando per te era scattato il verde e già stavi pensando "dai che lo prendo perché deve fermarsi al semaforo". (Certo. Fidati, Giovanna!) 

Che continuano su quel tenore quando scendi l'ultima rampa di scale della metropolitana e senti il fischio che preannuncia la chiusura delle porte del tuo treno, immediatamente seguita dal "dlin-dlon" che precede il messaggio di "metropolitana temporaneamente fuori servizio". 

Ovviamente - perché ormai l' ombra del sospetto che quella sia una giornata "in salita" sta assumendo i contorni di una drammatica certezza - quando arrivi al capolinea dell' ultimo mezzo che devi prendere, di bus non v'è manco l' ombra ed attendi. Attendi incredibilmente speranzosa che prima o poi qualcosa arrivi. "Non può piovere per sempre!" (adoravo Brandon Lee ed ho consumato la VHS del film "The crow")

Finalmente arrivi in ufficio e la giornata vera e propria deve ancora iniziare.

Ti attendono 8 ore di lavoro più una di pausa pranzo ed intanto pensi a tutte le cose che devi fare una volta tornata a casa. La lavatrice, la cena, la schiscetta per il pranzo del giorno dopo di LoveOfMyLife, una pulita veloce qua e là alla casa ed alla propria persona. 

Potrebbe filare tutto liscio. Potrebbe essere una giornata in cui le ore scorrono scandite dalle attività da svolgere ma questa non è una giornata normale.

I colleghi arrivano e dal primo scambio di battute tra il capo, ultimamente un po' più stressato del solito, ed un collega, già intuisco che il clima è teso e quindi, oltre a fare il mio lavoro, dovrò cercare di mantenere un basso profilo e, in caso di fallimento, cercare di schivare il maggior numero di pallottole possibile.

Alla pausa pranzo ci arrivi (domandandoti "COME??") e quindi ti rechi nella sala mensa aziendale. Porti con te il tuo bel libro da leggere mangiando, per estraniarti da tutto e da tutti. All' improvviso un rumore come di scolaresca in gita ti distoglie dalle righe che stavi leggendo.

"Ma di già?!? Di solito arrivano più tardi!"
...di solito...già...ma non oggi!

Il gruppo di neo-assunti/stagisti entra nella saletta con tutto il suo rumoroso entusiasmo. 

Entusiasmo quanto mai fuori luogo per te già di norma (perché ormai il mondo del lavoro ha perso il fascino patinato del "posso fare grandi cose" andandosi a schiantare - come una mosca contro una finestra chiusa - contro un più realistico "devo pagare il mutuo a fine mese") ed a maggior ragione oggi. 

Li osservo. Allegri. Spensierati. Giovani. C' è quello in tenuta classica con completo giacca e pantalone e stivaletto alla Adriano Celentano, c'è l'hypster con la camicia con le palme ed i fenicotteri, il nerd con le cuffie gigantesche al collo, lo sportivo con i pantaloni della tuta (ma davvero? ma della tuta? Ok essere informali ma mica siamo in palestra?!), il modaiolo con la t-shirt su cui campeggia la scritta "de puta madre" (spero davvero che si lavi le magliette da solo e che non gliele lavi mamma').

Fortunatamente mi restano solo più due forchettate. Tutto quell' entusiasmo e quel rumore per me oggi sono davvero troppo. Finisco di mangiare ed inizio a sbaraccare.
Cerco con lo sguardo il disinfettante spray messo a disposizione di noi fruitori della mensa per ripulire il proprio posto. Lo individuo: è in mano ad un collega (il molleggiato) che parla con un suo commensale.
Adriano gesticola con la mano con cui impugna il detergente e con l' altra pulisce il tavolo. 

Per non interrompere il dialogo tra i due, mi metto ad attendere che A.C. finisca di pulire (o quanto meno di parlare). Lui si accorge della mia presenza, mi guarda ed io
"Mi passeresti il disinfettante, per favore?"

Adriano: "Ma no, si figuri! Se vuole posso pulire io!"

Avete presente quella sensazione che si prova quando ci si sente dire "Che piacere vederti!" da una persona che ci guarda come a voler chiedere "Che minchia ci fai qui?". Ecco, uguale.

Mi avesse presa a schiaffi probabilmente ci sarei rimasta meglio -.-.

Per come butta la giornata oggi mi stupisce che non abbia terminato la frase con un "Signora".

Sono riuscita a reprimere un "Ma perché dovresti pulirlo tu?" perché davvero poteva sembrare sgarbato. (Con il modaiolo non mi sarei fatta alcuno scrupolo)

Mi sono limitata ad un "Siamo colleghi. Per favore. Dammi del tu. In ogni caso ti ringrazio. Faccio da sola.". Una volta tanto la diplomazia della Bilancia ha approfittato della mia guardia abbassata e si è impossessata di me.

Il pomeriggio scorre. Mi sento un po' come una di quelle sagome per il tiro a bersaglio usate nei poligoni di tiro. Quelle che vengono crivellate di colpi senza opporre resistenza.

All' uscita dell'ufficio trovo ad accogliermi la pioggia prevista da tre ore ma che ovviamente aspettava me per palesarsi.
Prendo il primo pullman dopo soli 15 minuti di attesa (sto diventando Zen). Ovviamente pieno. Ovviamente con un grado di umidità - che manco in una foresta pluviale - dato alla pioggia battente ed inasprito dall' umanità ivi presente. 

Prendo la metropolitana con la soddisfazione di aver fatto (non intenzionalmente) viaggiare col mio biglietto (=a gratis) anche il tizio dietro di me ai tornelli (praticamente la mia ombra) perché, suppongo, i soldi risparmiati gli servono per pagare il suo smartphone che, ad occhio e croce, è più all'avanguardia del mio. 

L'ultimo bus non lo aspetto nemmeno. Come in trance percorro le mie 5 fermate a piedi e, finalmente, arrivo a casa.

Avrei proprio bisogno di una coccola...un dolcino...un biscotto ma evito perché come minimo oggi produrrei dei dischetti da hockey e sarebbe davvero troppo! 

Diciamo che la coccola me la sono concessa qualche settimana dopo.
L' idea della ricetta nasce dal bellissimo blog di Rossella. Se vi fossi incappata la sera di cui sopra, credo proprio che mi sarei lanciata nella loro produzione perché l' idea di avere dei biscotti pronti in appena 20 minuti è davvero allettante!

Rispetto alla ricetta originale io ho usato farina integrale (al posto di quella d' avena), una ridicola quantità di granella di pistacchi e di mandorle (al posto dei fiocchi d'avena), un mix di tutti i tipi di cioccolato fondente che avevo in casa ma che non mi ha fatto raggiungere la quantità della ricetta di Rossella, zucchero di canna dark brown, ho aggiunto la polvere di vaniglia, ho omesso il lievito e, DANNAZIONE, ho dimenticato i fiocchi di sale.
Come scritto a Rossella, ho cristonato non poco nel tritare il cioccolato tant' è che il "tritato grossolanamente" alla fine si è rivelato più uno "spezzettato" ma, credetemi, trovare quei pezzettoni di cioccolato fondente nei biscotti fa andare in visibilio!

Il risultato sono stati dei biscotti croccanti fuori e morbidi dentro deliziosamente cioccolatosi e non troppo dolci.

Qui di seguito trovate la mia versione. 

BISCOTTI DI FARINA INTEGRALE e GOCCE DI CIOCCOLATO (circa 35)

Per l'impasto:

  • 125 gr. di burro a temperatura ambiente
  • 150 gr. di zucchero di canna dark brown
  • 2 uova grandi
  • 300 gr. di farina integrale
  • 10 gr. di granella di mandorle
  • 15 gr. di granella di pistacchi
  • 150 gr. di cioccolato fondente tritato (di cui 20 gr. al 50%, 50gr al 72%, 80gr all’ 85%)
  • un cucchiaino di polvere di vaniglia

Strumenti:

  • fruste elettriche
  • ciotola
  • setaccio
  • marisa
  • coltello affilato
  • tappetino microforato o carta forno
  • leccarda

Preparazione:
Nella ciotola ho lavorato zucchero con il burro morbido fino ad ottenere un composto cremoso cui ho poi aggiunto le uova e mescolato con una marisa. Ho poi inserito farina, polvere di vaniglia, granelle, cioccolato tritato ed ho impastato fino ad ottenere un composto omogeneo che ho riposto in frigorifero.

Ho acceso il forno impostando la temperatura di 190°C.

Dopo un quarto d'ora circa ho estratto il composto dal frigorifero e fatto delle palline grosse come una noce che a mano a mano ho adagiato sulla leccarda su cui ho messo il tappetino microforato.
Ho appiattito con le dita i biscotti ed infornato per 12 minuti.










Mamma che buoni!!!
Vi abbraccio!
A presto,
LaGio' Riccia

lunedì 29 maggio 2023

Biscotti con farina di riso, cioccolato ed arancia candita - 10 anni

10 anni.

Esattamente 10 anni fa iniziavo questa mia avventura su blogger.
Mi avete accolta, letta e soprattutto sostenuta nei momenti più difficili.
Non smetterò mai di ringraziarvi e di ringraziare quell' ex-collega  che mi suggerì di aprire un blog perché, a detta sua, scrivevo molto bene. 
(n.d.R.: si era trasferito in Francia e ci tenevamo in contatto tramite e-mail)
Ricordo ancora quello scambio di battute:

"Sai che scrivi molto bene. Dovresti almeno aprire un blog e lavorare costantemente su questo tuo talento mia cara amica."

LaGio'Riccia: "Ma io, in fondo, so solo scrivere di me ed a chi mai potrebbe interessare????"

VOI siete la mia risposta... sebbene fatichi ancora a crederci!


Come scrivevo anche qui, riportando le parole meravigliose di due grandi maestri pasticceri francesi, e come sicuramente avrò scritto in altre pagine o anche da voi, per me cucinare è un atto d' amore, una coccola. 
E' il mio modo per manifestare a qualcuno il mio affetto, la mia gratitudine o anche solo per festeggiarlo.

Questi biscottini nascono dall' esigenza di fare una coccola a mia sorella che ultimamente si è resa conto di mal tollerare il mix di glutine e lievito.

BISCOTTI CON FARINA DI RISO, GOCCE DI CIOCCOLATO E SCORZE D'ARANCIA CANDITA (circa 25)

Per l'impasto:

  • 300 gr. di farina di riso
  • 2 uova a temperatura ambiente
  • 80 gr. di zucchero di canna scuro
  • 60 gr. di olio di riso
  • 30 gr. di gocce di cioccolato fondente
  • 30 gr. di scorza d' arancia candita tagliata a pezzettini
  • un cucchiaino di estratto di vaniglia
  • la scorza di mezzo limone

Strumenti:

  • fruste elettriche
  • ciotola
  • setaccio
  • marisa
  • pellicola trasparente
  • coltello affilato
  • tappetino microforato o carta forno
  • leccarda
  • forchetta

Preparazione:
Nella ciotola ho lavorato zucchero ed uova con le fruste elettriche fino ad ottenere un composto spumoso e più chiaro rispetto a quello dell' inizio lavori ;-).
Con le fruste sempre in funzione ho poi aggiunto a filo l' olio, la scorza di limone e l' estratto di vaniglia. 
Ho infine setacciato la farina e lavorato con la marisa. In ultimo ho aggiunto le gocce di cioccolato ed i tocchettini di scorza d'arancia.

Ho versato l' impasto così ottenuto sul piano di lavoro ed impastato a mano per amalgamare meglio gli ingredienti. Ho ricavato un salame che ho avvolto nella pellicola trasparente e messo a riposare in frigorifero (per il tempo occorso al forno ad entrare in temperatura).
Ho acceso il forno alla temperatura di 180°C. 

Quando il forno ha raggiunto la temperatura desiderata, ho estratto dal frigorifero il salame, ho tolto la pellicola ed ho ricavato delle fettine spesse 1cm che a mano a mano ho appoggiato sulla teglia (foderata con il tappetino microforato). 
Ho impresso i rebbi della forchetta su ciascun biscotto per appiattirlo un po'.

Ho cotto fino a doratura. Il mio forno ha richiesto 15 minuti di cottura.

Noi li abbiamo trovati golosi ma delicati!






Vi abbraccio!
A presto,
LaGio' Riccia

mercoledì 1 febbraio 2023

Anelli alle nocciole del Maestro Massari

Nel periodo natalizio avevo intenti "bellicosi" 😜. Mi riproponevo, infatti, di impiegare i giorni di ferie dall' ufficio nella preparazione di pandori, panettoni ma non solo... tutti prodotti che hanno bisogno di tempi lunghi e di pazienza. 
Poi, però, vicissitudini varie ed eventuali mi hanno costretta ad abbandonare i miei propositi e, lo ammetto, mi hanno anche fatto perdere un po' dell' entusiasmo e della voglia di fare.

Quella che non ho perso è stata, però, la voglia di preparare biscotti con i quali accompagnare i regali destinati alle persone a cui più tengo, ai miei affetti più veri.

Rispetto all' ultimo post il mio umore è un po' più alto ma la preoccupazione è sempre lì.
Febbraio sarà un mese cruciale. Grazie delle parole di conforto che mi avete dedicato e... pensatemi tanto!!

Vi lascio la ricetta di questi anelli alle nocciole del Maestro Massari che ho trovato nel volume "8 - Biscotti" della raccolta "A scuola di pasticceria con IGINIO MASSARI" 
Avendo a disposizione 50gr di albumi, anziché la quantità richiesta dalla ricetta originale, ho dovuto ricalcolare le dosi degli altri ingredienti.
Tra parentesi troverete le dosi originali.
Gli anelli andavano modellati con sac à poche con bocchetta liscia all'interno di stampi in silicone o metallo per Savarin. Siccome io non li posseggo, ho modellato gli anelli sul tappetino in silicone messo sulla leccarda.

INGREDIENTI per circa 45 biscotti:

  • 115 gr. di burro morbido
  • 78 gr. di burro morbido leggermente salato 
    (267 gr. di burro non salato. Io non avevo tutta la quantità prevista per cui ho fatto un mix di quello che avevo a casa dato che la ricetta prevedeva anche il sale)
  • 62 gr. di zucchero a velo (87 gr.)
  • sale (1 gr. sale che io ho omesso in virtù di quanto scritto in merito al burro)
  • semini di mezzo baccello di vaniglia Bourbon (1 baccello)
  • cannella in polvere a sentimento (1 gr.)
  • 150 gr. di nocciole tostate (200 gr.)
  • 50 gr. di albumi (67 gr.)
  • 32 gr. di zucchero semolato (43 gr.)
  • 193 gr. di farina di tipo 1 (267 gr. di farina tipo 00)

STRUMENTI:

  • mixer
  • planetaria con frusta a scudo
  • 2 ciotole in vetro
  • fruste elettriche
  • setaccio
  • spatola
  • sac à poche con bocchetta a stella (liscia + stampi di silicone o metallo per savarin)
  • tappetino in silicone (o carta forno)
  • leccarda

PREPARAZIONE

Per prima cosa ho frullato nel mixer le nocciole tostate con metà dello zucchero a velo (31 gr.) dando dei piccoli impulsi per evitare la formazione dell' olio.
Nella planetaria con lo scudo ho montato i burri, lievemente salato e normale, morbidi a tocchetti con col restante zucchero a velo (30 gr.) e poi ho aggiunto i semini della vaniglia e la cannella. Se usate il sale dovete aggiungerlo in questo momento!
Ho poi montato a neve gli albumi insieme allo zucchero semolato.
Nella massa di nocciole ho poi aggiunto 1/3 (64 gr. circa) della farina setacciata e mescolato con la spatola. Ho poi aggiunto gradatamente la restante farina ed infine gli albumi montati. Ho lavorato con delicatezza il composto finché gli ingredienti sono sono stati belli amalgamati.

Ho versato il composto nella sac à poche e sul tappetino in silicone ho modellato degli anelli della dimensione di 5 cm circa.
Ho messo le teglie in frigorifero (la ricetta non prevedeva il riposo in frigorifero dato che i biscotti andavano formati negli stampi) e ve le ho lasciate per circa due orette (perché non avevo tempo da dedicare alla cottura prima!).
Ho acceso il forno impostando la temperatura di 170°C ed infornato (la ricetta indicava con valvola aperta) per 15 minuti.
Gli anelli vanno cosparsi di zucchero a velo ma io li preferisco in purezza! 😉




Deliziosi!!
A presto,
LaGio' Riccia

lunedì 1 marzo 2021

Cuscinetti di frolla senza uova con burro, fleur de sel, zucchero di cocco e gocce di cioccolato fondente

Tempus fugit

Il tempo fugge... ma a me, più che fuggire, sembra che stia "sfuggendo" di mano. La sensazione che ho è la stessa che si prova quando si gioca con uno yo-yo e si vede la rotella cadere a terra anziché risalire su verso la mano.
Mi sembra di non essere più padrona del mio tempo. 
Scorrono i giorni, le settimane e ridendo e scherzando tra qualche giorno "festeggerò" un anno di smartworking.

Forse ho scelto il giorno meno adatto per pubblicare questo post. Sono molto giù di morale. Stanca. Di testa. Vi domando scusa e per non seviziarvi con LaRiccia in versione "mugugno" (ossia lamento) passo direttamente alla ricetta!!

Si tratta di una frolla senza uova e con burro salato che ho visto qui e che ho deciso di modificare così:
- ho sostituito il burro salato con del burro bavarese con aggiunta di fiocchi di Fleur de sel
- anziché utilizzare solo zucchero di canna, ho mixato zucchero di canna integrale e zucchero di cocco
- ho aggiunto dell' estratto di vaniglia Bourbon per aromatizzare un po'.
Il risultato è una frolla setosa e molto lavorabile che mantiene la forma dopo la cottura (i biscotti crescono un po'...soprattutto in altezza ^_^) e profumatissima! Resistere dall' addentarne uno ogniqualvolta apro la scatola di latta in cui li conservo per preparare la "sorpresina" (n.d.R.: un pacchettino con 2 biscottini) da mettere nel cestino del pranzo di LoveOfMyLife richiede davvero molto impegno ed autodeterminazione.

INGREDIENTI per circa una 40na di biscotti:

  • 100 gr. di zucchero di canna Demerara
  • 50 gr. di zucchero di cocco
  • 85 ml. di acqua
  • 75 gr. di burro 
  • 250 gr. di farina 00
  • 65 gr. di farina integrale
  • mezza bustina di lievito per dolci
  • un cucchiaino di estratto di vaniglia
  • un pizzico di fiocchi di Fleur de sel
  • gocce / pepite / pezzi di cioccolato fondente a sentimento
STRUMENTI:
  • pentolino
  • ciotola
  • leccapentole
  • frusta a mano
  • pellicola per alimenti
  • mattarello
  • teglie
  • carta da forno 
  • tagliabiscotti
  • gratella per dolci

PREPARAZIONE

Per prima cosa in una ciotola ho mescolato le farine con il lievito per dolci e messo da parte.
In un pentolino ho messo l’acqua, il burro tagliato a tocchetti, i fiocchi di sale e fatto sciogliere il tutto a fuoco basso. Ho spento il fuoco ed aggiunto il mix di zuccheri ed amalgamato bene.
Ho versato il composto così ottenuto e l' estratto di vaniglia nella ciotola delle farine con lievito e lavorato con la frusta a mano. Una volta freddo, ho aggiunto le gocce di cioccolato e lavorato a mano.
Ho avvolto l' impasto nella pellicola trasparente e messo a riposare in frigorifero per almeno un' ora (io tutta la notte).
Dopo il riposo in frigorifero, ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C.
Con l' aiuto del mattarello ho steso l' impasto ad un' altezza di 8 mm  e ricavato i biscotti con un tagliabiscotti (scegliete pure la forma che più vi aggrada).
Ho adagiato i biscotti su una teglia ricoperta di carta da forno ed ho infornato per 15-20 minuti (devono dorarsi ma non scurire troppo).

A me son venute due teglie che ho cotto singolarmente. Ho messo in frigorifero la teglia che "attendeva" la cottura.
Questo il risultato! La mia mamma li ha definiti, per la loro forma, dei "CUSCINETTI" ed effettivamente ricordano dei cuscini ;-)













Vi abbraccio.
A presto,
LaGio' Riccia

venerdì 31 marzo 2017

Baci di dama

...alla Oscar (*)...

Da 32 anni a questa parte nel giorno della festa del papà

Vocina alla Magnum P.I.: e ne parli mo' che è passata da più di 10 gg??? ma che food-blogger sei? 
LaRiccia: A parte che non sono una food-blogger e cmq io c'ho i miei tempi, ok?! E fammi finire senza interrompere.

è tradizione, in famiglia, fare la festa alla festeggiare la mamma...colei che di fatto da 32 anni si è sdoppiata (che sembra la scena della mitosi cellulare alla "Siamo fatti così") facendo a mia sorella e me anche da papà.
Che poi  fare la festa alla festeggiare la mamma si traduce nel farle gli auguri ed un pensierino

Vocina alla Magnum P.I.:  un pensierino? Ma come quelli che si scrivono alle elementari "Sul tetto ci sono i camini che fumano"?
LaRiccia: spiritosa!!! guarda che quello ("Sul tetto ci sono i camini che fumano") è il mio primo pensierino! c'ho messo su il copyright.
Pensierino nel senso di piccolo regalo.

Quest'anno oltre al regalino, ispirata dalla newsletter della Galbani che riportava le ricettine per festeggiare il papà, ho deciso di fare i baci di dama.
La ricetta nello specifico prevedeva la crema al mascarpone ma io ho preferito utilizzare del cioccolato fondente fuso.

I baci di dama sono dei biscottini composti da due palline di pasta tenute insieme da una cremina.
Sono originari del Piemonte e più precisamente di Tortona.
La leggenda narra che sono nati su richiesta del Re Vittorio Emanuele II che andò dal suo cuoco e gli disse "Ambrogio! Ho voglia di qualcosa di buono!" (o qualcosa di simile...).
E fu così che Ambrogio il cuoco sabaudo pensa che ti ripensa, ecco che inventa questi dolcetti!
Vocina alla Magnum P.I. + LaRiccia:E meno male, io li adoro!!!
Quelli di Tortona prevedono l'uso della farina di mandorle.
Io ho preferito la versione delle Langhe perciò ho utilizzato la farina ottenuta tritando la tonda gentile :-).

Vocina alla Magnum P.I.: povera...la tonda è gentile e tu la triti! 
LaRiccia: <omissis>

(*) Ed ora veniamo al titolo di questo post.
Considerazione numero 1: La pasticceria piemontese è rinomata per essere "mignon".
Considerazione numero 2: Durante le vacanze estive LoveOfMyLife mi ha voluto mostrare (ed io ne sono stata più che contenta) i luoghi d'origine del suo papà ed i posti in cui lui (LoveOfMyLife) era solito trascorrere le vacanze quand'era piccino piccio' così siamo andati a Palmi (in provincia di Reggio Calabria).
Ogni mattino la giornata iniziava (benissimo) con un'ottima colazione in un rinomato caffé/pasticceria/gelateria.
La peculiarità di questo locale (n.d.r.: Oscar) non erano solo la bontà e la quantità delle leccornie che vi si poteva trovare ma anche la loro...grandezza.
Quelli che vi presento oggi sono dunque dei baci alla Oscar...piemontesi nella ricetta e calabresi nelle dimensioni ^_^. Praticamente dei bestioni. Se confrontati con quelli piemontesi.
Tanta robba!
La ricetta è presa fedelmente dal sito della Galbani fatta eccezione per la crema al mascarpone che, come scritto poc'anzi, ho sostituito con del semplice cioccolato fondente fuso a bagnomaria.

INGREDIENTI (tra parentesi gli ingredienti originali):
  • 150 g di farina
  • 130 g di farina di nocciole tonde gentili
  • 140 g di burro tagliato a tocchetti ed a temperatura ambiente
  • 130 g di zucchero
  • 1 tuorlo
  • un pizzico di sale
  • un cucchiaino di estratto di vaniglia Bourbon (nella ricetta originale viene impiegata l'essenza di vaniglia)
per la farcitura:
  • 100 gr. di cioccolato fondente al 75%
STRUMENTI:
  • un mixer (per ridurre in polvere le nocciole)
  • una terrina
  • una coppetta
  • una spatola
  • pellicola trasparente
  • una teglia rettangolare 
  • carta da forno
PREPARAZIONE:
Ho tritato nel mixer le nocciole azionandolo con dei colpetti per non scaldare troppo le nocciole evitando così la foriuscita del loro olio.
In una coppetta ho sbattuto leggermente il tuorlo con l'estratto di vaniglia.
Nella terrina ho lavorato il burro a tocchetti con lo zucchero ed il composto di tuorlo più estratto.
Ho poi aggiunto le farine ed il pizzico di sale ed ho lavorato velocemente (non fatevi distrarre dall'intenso profumo di nocciole che verrà sprigionato dall'impasto) con la punta delle dita fino ad ottenere un composto sabbioso.
Ho coperto la terrina con pellicola trasparente e messo in frigorifero  a riposare per un'ora.
Se vi è sorto un dubbio allora vi dirò che: sì, ho messo a riposare il composto sabbioso...senza formare la classica palla!

Trascorsa l'ora ho acceso il forno impostando la temperatura di 170°C ed ho iniziato a formare le palline.
Ora.
La ricetta diceva (tutti che parlano: le vocine, le ricette...) di formare delle palline di 2 cm di diametro.
Non essendo, la sottoscritta, così precisa...ho optato per la formazione di palline di 12 gr che si sono trasformate in quei bestioni che vedrete poco sotto. La prossima volta (perché DEVO RIFARLI ASSOLUTAMENTE!!!!) credo che non mi spingerò oltre i 9 gr a pallina.
A mano a mano che ho formato le palline le ho posizionate sulla teglia rivestita con carta da forno.
Ho poi messo nel freezer per 5 minuti.
Passato il riposo in freezer, ho infornato la teglia ed ho fatto cuocere per 25 minuti (la ricetta ne indicava 15 ma a me sembravano ancora troppo chiari).

Una volta sfornate le palle palline NON SOGNATEVI DI TOCCARLE (...) perché vi si sfalderanno tra le dita.
Quando le le palle palline sono dure fredde, dedicatevi al cioccolato: tagliatelo a pezzetti e fondetelo a bagnomaria.
Ed ora baciate ossia fate i baci!!
Prendete una palla fatevi colare sopra un po' di cioccolato fuso e poi mettetevi sopra un'altra palla pallina ed adagiate il bacio così ottenuto sulla teglia rivestita con carta da forno (io ho utilizzato sempre la stessa).
Fate freddare.






Tanti baci ed a presto! :-)
LaGio' Riccia

mercoledì 15 febbraio 2017

Scones o sKones?!

...gli Scones di Ernst Knam...

Qui (*troverete il perché del dubbio amletico espresso nel titolo 

Quasi 5 mesi fa in un appartamentino sito al secondo piano di una palazzina in quel di Torino...

LoveOfMyLife: "Andiamo a Londra?"
LaRiccia: "TIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!"
LoveOfMyLife: "Cosa vorresti fare a Londra?"
LaRiccia: "Merenda! Alle 5 o' clock p.m." - giusto per darmi un tono e per calarmi nell'atmosfera - " Con una tazza di thé con i controcazzi seria e uno scone così capisco cosa minchia è!"

(Ovviamente quello sopra riportato è il bignami della conversazione realmente intercorsa tra i due personaggi)

Sì perché dovete sapere che, nonostante io sia più volte incappata in post sul tema, non ho mai capito bene bene bene la consistenza di quelli che a me parevano dei biscottoni di frolla spessa ma morbida.

Qualcuno di voi sbarrerà gli occhi davanti alla sola richiesta di andare in una sala da thé visti i tanti rinomati e fantastici posti da visitare a Londra. A mia discolpa tengo a precisare che questo sarebbe stato il mio 5° viaggio con destinazione Londra :-)  (anche se questa precisazione accresce la mia colpa per non essere mai stata in una sala da thé prima ^_^) quindi diciamo che ci può anche stare di avere espresso quell'unica velata preferenza.

E fu così che riuscii a gustare il primo scone della mia vita (presa dall'entusiasmo mi lanciai addirittura in una conversazione in inglese con la ragazza che ci aveva serviti ^_^).
La sala da thé in cui si consumò il delitto si chiama "Yumchaa" ed è sita all'interno di Camden Town. In puro stile country inglese con mobili in legno bianco, divanetti, sedie e poltrone è una tea house molto accogliente che, in quanto casa del thé, offre una vastissima scelta di thé profumati.

Ma veniamo a questi "scosi"...
Gli scone sono focaccine di origine scozzese. Possono essere di forma triangolare (in origine erano rotondi e grandi per cui venivano serviti tagliati a spicchi), esagonale o, più comunemente, rotonda.
Ne esistono di svariati tipi: dolci con uvetta (come quelli che abbiamo mangiato noi) ma anche con scaglie di cioccolata, etc.. oppure salati.
Vengono serviti tagliati a metà e scaldati su una piastra o griglia ed accompagnati da clotted-cream (una crema ottenuta dalla panna) e confettura di fragole. In qualità di non amante di grassi animali a freddo (già! Burro compreso) mi sento comunque di consigliarvi di provare questa clotted cream sullo scone caldo ed insieme alla confettura. Una vera leccornia.

Quelli che abbiamo mangiato noi in loco hanno l'esterno croccante e sbricioloso quanto una frolla e l'interno morbido quanto una focaccina.

Due settimane fa...

..a seguito di un mio raid in libreria ho comprato, tra gli altri, il libro di Ernst Knam "Dolce dentro".
Una delle ricette da lui proposte è proprio quella degli scone perciò quando ho visto che la domenica si preannunciava piovosa, ho deciso che era ormai giunto il momento di fare un salto nel recente passato ricatapultandoci in quella tea house di Camden.

Piccola precisazione: questi scone sono diversi da quelli che ho assaggiato. Sono più "biscottone" (per quanto comunque morbidi) e meno "focaccina".
(*)Per cui il dubbio espresso nel titolo deriva dal fatto che, essendo diversi da quelli che io definisco "originali" (perché mangiati in loco), questi mi sembrano la personale interpretazione degli scones da parte di Knam. 
La ricetta non prevede l'uvetta né tantomeno lo zucchero. Sono leggermente salati e possono essere consumati sia con il salato che con il dolce.
Sono anche più piccoli (la ricetta prevedeva l'uso di taglia biscotti del diametro di 4cm. Io ho optato per uno di 5cm e comunque quelli provati a Londra erano più grandi)
Nel nostro pomeriggio uggioso abbiamo scelto di accompagnare gli scone con una bella tazza di thé della Whittard of Chelsea (acquistato proprio a Londra) "Apple & Elderflower", semplice burro e della confettura di ramassin e prugne (perchè era l'unica confettura sui colori del rosso di cui disponevo in casa).

INGREDIENTI (tra parentesi gli ingredienti originali):
  • 70 gr. di burro morbido a temperatura ambiente
  • 300 gr. di farina Pan Di Sempre del Mulino Marino (farina 00 semplice)
  • 20 gr. di lievito in polvere 
  • 3 gr. di sale (sale di Maldon)
  • 1 uovo intero
  • 100 ml di latte parzialmente scremato (tipo di latte non specificato)

per la farcitura:
  • 200 gr. di burro o clotted cream
  • 150 gr. di confettura di prugne rosse e ramassin (fragole)
STRUMENTI:
  • una terrina
  • un coltello
  • una coppetta
  • una forchetta
  • pellicola trasparente
  • un mattarello
  • una leccarda
  • un coppapasta del diametro di 5cm
  • carta da forno
PREPARAZIONE:
Ho tagliato il burro a tocchetti e, una volta ammorbidito, l'ho impastato con la farina, il lievito ed il sale.
Ottenuto un composto sabbioso, ho aggiunto il latte sbattuto a parte con l'uovo (li ho sbattuti leggermente...per amalgamarli un po').
Il composto risultante deve essere compatto e ben amalgamato.
Ho avvolto il panetto nella pellicola trasparente e l'ho lasciato riposare per 10 minuti.

Nel frattempo ho acceso il forno impostando la temperatura di 150°C.

Ho poi steso l'impasto fino a farlo diventare dello spessore di 9 mm, ho coppato con il coppapasta ed ho adagiato i dischetti così ottenuti sulla leccarda rivestita con carta da forno.

Ho infornato e fatto cuocere finché gli scones non sono diventati appena dorati (il mio forno ha impiegato 25 minuti contro i 15 indicati da Knam nel suo libro).
Estratti dal forno, ho messo gli scones a freddare sulla gratella per dolci.

Arrivate le 5 del pomeriggio...ho scaldato l'acqua del thé...ho tagliato a metà gli scones e li ho messi a scaldare sul termosifone (ovviamente non a contatto degli elementi ma su un foglio di carta d'alluminio)...li ho spalmati con del burro e poi la confettura! :-)

E buona merenda a tutti!!





E questa è la foto della merenda "british":





Un bacione ed a presto!
LaGio' Riccia